•Capitolo 14•

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Nei tre giorni successivi i rapporti con Yoongi si ridussero notevolmente. Non sapevo il motivo che lo avesse spinto a rinchiudersi nuovamente in sé stesso, ma non potei negare a me stessa che rimasi delusa dal suo comportamento. Specialmente dopo la prima notte di convalescenza di Yoongi, credevo che le cose tra noi fossero leggermente migliorate. Mi sbagliavo, e di grosso. Lo Yoongi apatico tornò immediatamente a farci visita e questa volta non sembrava aver voglia di lasciarci tanto presto. A causa della ferita che gli impediva di compiere i più semplici gesti, come vestirsi o lavarsi, non uscì di casa per tutta la durata di quei tre giorni. Rimase chiuso in camera per la maggior parte del tempo, accendendo lo stereo di tanto in tanto alle ore più improponibili, supposi per non sentire il telefono squillare. Mi azzardavo ad avvicinarmi al telefono di Yoongi solo quando lui era in camera con la musica alta o quando era sotto la doccia, per curiosare. La maggior parte delle chiamate a cui non rispondeva erano da parte del padre e di una persona memorizzata come 'Hyung'. Ipotizzai che si potesse trattare di un qualche suo amico, oppure avesse un fratello maggiore che si preoccupava per lui. Mi domandavo come mai insistessero così tanto, quando era evidente che Yoongi evitasse le loro chiamate. Probabilmente erano a conoscenza del suo umore mutevole, molto più di quanto lo fossi io.
Nonostante la musica alta alle tre di notte che mi infastidiva notevolmente, rimasi piacevolmente colpita dalla costanza di Yoongi nel prendere le medicine. Mi ero segnata tutti gli orari in una pagina del mio quaderno, in modo da non sbagliare, e ne avevo attaccato una copia sulla porta del frigorifero. Uscivo dalla stanza in cui avevo posato le medicine circa una decina di minuti prima dell'orario prestabilito, in modo da non dover incontrare Yoongi. In qualche modo sentivo un certo fastidio nel fondo dello stomaco quando mi trovavo vicina a lui, e lo Yoongi apatico non faceva altro che aumentarlo. Evitarlo fu l'unico metodo per non dover far fronte alla sua indifferenza che mi venne in mente. I soli e obbligatori contatti che avevamo avuto durante quei giorni furono durante la notte, quando le bende di Yoongi dovevano essere cambiate. Mi domandavo come facesse a lavarsi da solo, o a pettinarsi e vestirsi, ma Yoongi non mi chiedeva aiuto e io mi guardavo bene dall'offrirglielo.
Nel pomeriggio del quarto giorno, i Bangtan al completo vennero a fargli visita. Mi rifugiai nella mia camera con il quaderno (che avevo preso l'abitudine di nascondere all'interno del mobiletto sotto il lavandino del mio bagno, coperto da numerosi asciugamani) e mi stesi nel letto.
La mia idea era quella di scrivere qualcosa, ma mi ritrovai a scarabocchiare sui bordi delle pagine già scritte. Dalle voci che sentivo da lassù, intuii che con i Bangtan ci fosse un'altra persona. Capii che si trattasse di una donna dai vari appellativi con cui le si rivolgevano, ma non si trattava nè di Emilie, nè di Hwayoung. Il timbro di voce marcato, un po' maschile, non apparteneva a nessuna delle due. Ebbi il piacere di scoprire che effettivamente era così quando la porta della mia camera si spalancò. Trasalii e mi cadde il quaderno a terra.
"Oh, perdonami. Credevo fosse il bagno" si scusò la ragazza.
Aveva dei lunghi capelli tinti di un castano tendente al rosso e un viso delicato, nonostante la voce profonda.
"Non importa" replicai, chinandomi per raccogliere il mio quaderno.
Come mi raddrizzai, trovai lo sguardo indagatore della ragazza intento ad osservare tutti i miei movimenti.
"Tu sei Hyun, vero?" chiese puntando il dito contro di me.
"Sì...?" risposi titubante.
Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Il suo tono leggermente accusatorio non mi piaceva.
"Oh, come mai non sei giù con Yoongi?" continuò lei curiosa, appoggiandosi allo stipite della porta.
"Mi sta cercando?" domandai balzando in piedi.
Effettivamente non avevo ricevuto il permesso di rifugiarmi nella mia camera, ma dubitavo che se lo avessi domandato me lo avrebbe concesso. Con la storia della ferita, e la derivante conseguenza che non potesse infliggermi punizioni fisiche, mi ero concessa parecchie immunità.
La ragazza di fronte a me scosse la testa.
"Era solo per sapere" spiegò.
Stette in silenzio con le braccia conserte, analizzando la mia figura. Mi domandai chi potesse essere e come mai non se ne andasse dalla mia camera. Riflettei sul fatto che le uniche due ragazze che avevo visto in compagnia dei Bangtan erano le rispettive mogli e fidanzate, probabilmente anche la ragazza castana di fronte a me doveva esserlo. Oppure era una domestica, ma il tono di voce sicuro e arrogante che utilizzava non apparteneva di certo ad una persona proveniente da un ceto sociale basso.
"Hwayoung dice che sei una che parla poco, non credevo che con 'poco' intendesse che fossi muta" considerò, dopo che ebbe finito di studiarmi.
Oh, quindi conosceva Hwayoung.
Non risposi, non sapevo davvero che dire per non sembrarle una stupida.
La ragazza inarcò le sopracciglia.
"Ad ogni modo, potresti indicarmi il bagno?" domandò spazientita dal mio silenzio.
"Quello per gli ospiti è nel corridoio accanto alla lavanderia, sempre dritto e poi svolti a sinistra" spiegai.
Sperai che non mi chiedesse di accompagnarla.
"Va bene, grazie mille" disse per fortuna.
Mi voltò le spalle e fece per uscire dalla stanza, ma si bloccò. "Ah, comunque io sono MinJee."
Detto ciò, chiuse la porta della mia camera e se ne andò.

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