Le prime tre settimane nel cottage dei Min passarono abbastanza tranquillamente. Ebbi la deliziosa fortuna di scoprire che Yoongi era un maniaco del pulito, perciò passavo la maggior parte del mio tempo a lavare, spolverare e lucidare qualsiasi cosa mi capitasse a tiro. Dai discorsi con i suoi amici, intuii che Min si trovasse in quel cottage in mezzo al nulla a causa di un affare dei Bangtan finito male, e che io ero stata acquistata sostanzialmente con lo scopo di fargli compagnia. I suoi colleghi venivano spesso a fargli visita, portandogli il necessario per sopravvivere nella speranza che lui poi rimanesse al sicuro all'interno del cottage, ma appurai che Min Yoongi non era un tipo che amava le imposizioni, perciò usciva di casa nonostante i divieti. Da quello che sapevo, lui si occupava del traffico di armi, e ciò spiegava la stanza al piano inferiore strapiena di qualsiasi tipo di arma da fuoco e non. L'avevo trovata durante la prima settimana di permanenza al cottage. Avevo appena finito di sistemare il salotto dopo una visita dei Bangtan (avevano la fastidiosa abitudine di trasformare in un porcile qualsiasi posto in cui passassero), e Min era uscito. Era troppo presto per preparare il pranzo, perciò decisi di curiosare per la casa. Min era apparso proprio nel momento in cui avevo preso in mano una pistola abbastanza leggera dalla canna allungata. È stata l'unica volta in cui lo avevo visto veramente arrabbiato, i segni degli anelli sul mio viso ci impiegarono un paio di giorni per andarsene definitivamente. Oltre allo spiacevole episodio nella stanza delle armi, in cui avevo avuto la fortuna di scoprire quanto potessero essere effettivamente forti le mani ossute che si ritrovava, non ne accaddero molti altri. Certo, il problema principale della nostra convivenza rimaneva la mia sbadataggine, perciò qualche schiaffo e ben più di un insulto me lo ero beccata. Ma quando non era incazzato col mondo poteva risultare addiritura simpatico. Verso la fine della seconda settimana, dopo avermi raccomandato di stare lontana da qualsiasi posto che non fossero la mia stanza, il salotto e la cucina, mi chiese se desiderassi qualcosa dalla città. Abbastanza confusa dalla domanda, risposi un quaderno per scrivere e una penna. Non mi aspettavo che me li avrebbe comprati seriamente, rimasi parecchio colpita dal gesto. Ma fu l'unico cenno di gentilezza nei miei confronti, il resto a quanto pareva li riservava esclusivamente alla sua gang.
Fu durante la terza settimana che ricevemmo la prima visita non da parte dei Bangtan. Io ero seduta nel pavimento tra il divano e il tavolino di vetro del soggiorno a disegnare distrattamente sui bordi delle pagine del mio quaderno, lanciando di tanto in tanto occhiate a Yoongi, che si trovava sopra di me disteso sul sofà. Ero convinta che stesse dormendo, normalmente non gli stavo così vicina. Lo infastidiva avere dei contatti con me, ma la giudicavo una cosa positiva visto che ero sempre stata abituata a subire abusi di qualsiasi tipo. Quando suonò il campanello, Yoongi si alzò tranquillamente. Arrossii notevolmente quando realizzai che non stesse dormendo. Mi affrettai a spostarmi verso la mia camera per poggiare il mio quaderno. Quando tornai al piano di sotto, rimasi decisamente sorpresa di vedere il signor Min e una donna che supposi essere la signora Min davanti ad un Yoongi decisamente infastidito.
"Hyun!" mi chiamò quest'ultimo, non appena mi vide scendendo le scale. "Prepara il thè per tutti e tre" mi ordinò.
Annuii e mi avviai verso la cucina, non prima di aver rivolto un inchino di cortesia ai nuovi ospiti. Nel mentre che versavo l'acqua per il thè, i Min si spostarono nella sala da pranzo. Li sentivo discutere a proposito di qualcosa che sarebbe accaduto da lì a breve tempo, ma il rumore dell'acqua che bolliva copriva le loro parole. Allungai il collo per cercare di vedere attraverso lo spiraglio della porta che collegava le due stanze, lasciata socchiusa, e inevitabilmente mi versai addosso il thè bollente.
"Cazzo" imprecai, nel mentre che la macchia di thè si espandeva sui mobili della cucina.
Mi affrettai a recuperare un panno per cercare di rimediare al disastro che avevo combinato, tentando di ignorare il dolore che sentivo sulla mano che mi ero appena scottata.
"Che succede?" Chiese Yoongi, fiondandosi in cucina.
"Niente" mentii, nascondendo lo straccio dietro la schiena.
Yoongi si precipitò verso di me e mi afferrò il braccio, costringendomi a mostrargli cosa nascondessi. Mi prese lo straccio dalle mani e lo riposò nel piano cottura, poi si avvicinò la mano scottata agli occhi per esaminare la bruciatura.
"Pulirai dopo, ora pensa al thè. E non combinarne qualcuna delle tue, altrimenti ne pagherai le conseguenze" sibilò con uno sguardo di avvertimento, prima di tornare nella sala da pranzo.
Notai con piacere che avesse lasciato la porta spalancata.
"Scusate, problema tecnico. Hyun si deve ancora abituare a questo posto" si scusò Yoongi, risedendosi a tavola.
"Stavamo dicendo" enunciò il signor Min, seduto di fronte a lui. "Per quanto riguarda..."
"No, padre" lo interruppe Yoongi, assumendo quell'espressione che solitamente aveva quando Jin lo sgridava per essere uscito dal cottage senza quantomeno avvertirli. "Ho già detto che non andrò."
Lo sguardo del signor Min si indurì. "Yoongi, è un evento inportante. Tu andrai." Poi, con voce più bonaria, aggiunse. "D'altronde, se non vorrai dar retta a me, ti obbligheranno i ragazzi."
Yoongi sbuffò.
In cuor mio mi domandai di che diavolo stessere discutendo.
"Non ne vedo l'utilità. È una festicciola per gang mediocri. I Bangtan non sono ad un livello così basso" affermò Yoongi.
"Ma dopo tutto quello che è successo non credi che sarebbe saggio cercare qualche alleato? Tu e i ragazzi non potete fare tutto da soli. Ne ho già parlato con Namjoon, lui è d'accordo con me" lo informò.
"Hai parlato con Namjoon senza dirmi nulla?" esclamò Yoongi, sembrava furioso.
"Esatto" confermò il signor Min. "E sono contento che sia lui il leader dei Bangtan. Per essere così giovane è molto ragionevole."
"Ha solo un anno in meno di me" obiettò Yoongi.
"Tesoro, sarà una grande occasione per i Bangtan, non credi? E poi potrai uscire di qui, potrai tornare nel tuo appartamento se vorrai" si intromise la madre, che evidentemente sapeva come prendere Yoongi molto meglio del padre.
Yoongi non rispose, ma dalla sua espressione vagamente incazzatella si poteva benissimo intuire cosa ne pensasse al riguardo.
Quando la seconda teiera di thè che avevo preparato fu pronta, versai il contenuto in tre tazze pulite. Le sistemai in un vassoio e le portai nell'altra stanza. La signora Min sembrò cogliere l'occasione al volo per cambiare argomento.
"E la ragazza come va? Si comporta bene?"
Yoongi alzò le spalle, come a dire che la questione non gli interessava. Io cercai di non perdere l'equilibrio nel mentre che ponevo la tazza di fronte al signor Min.
"Dovrà sentirsi molto sola qua. Non è vero?" chiese la signora Min, facendomi un sorriso. "Non sei esattamente di grande compagnia, Yoongi."
Non sapendo bene che fare, guardai Yoongi. Lui scosse la testa, perciò mi affrettai a porgergli la sua tazza e a ritirarmi in cucina.
"Se la ragazza si comporta bene la potresti portare nella tua casa" propose il signor Min.
"Non ho bisogno di una cameriera."
Non vidi l'espressione di Yoongi, ma dal suo tono di voce intuii che fosse parecchio alterato. Avevo fatto bene ad andarmene immediatamente, speravo solo che non mi beccasse ad origliare.
"E cosa pensi di farne di lei dopo tutta questa faccenda?" domandò curiosa la signora Min.
"Non lo so" rispose Yoongi.
Lo sbuffo frustrato del signor Min mi giunse chiaramente alle orecchie.
"Senti Yoongi, noi vogliamo solo il meglio per te. Capisco che la situazione attuale ti stia stretta, e comprendo anche la tua rabbia al riguardo, ma stiamo cercando di tirarti fuori da tutto questo. Il ballo dell'estate dei Land D è un'occasione perfetta per riguadagnarsi fiducia e rispetto da parte delle altre gang" disse il signor Min, tornando bruscamente all'argomento precedente.
"I Bangtan non hanno bisogno di partecipare ad un insulso ballo organizzato da una combriccola da quattro soldi per essere rispettati" replicò velenoso Yoongi.
Il signor Min sospirò. "So che i Land D non rientrano esattamente nelle tue simpatie, ma..."
"Ho detto che non ci andrò, padre."
"Non usare questo tono con me" lo ammonì il signor Min.
Sapevo che quando Yoongi si metteva qualcosa in testa era difficile fargli cambiare idea. Bastava ascoltare una delle innumerevoli discussioni tra lui ed il leader dei Bangtan, Namjoon, per accertarsene.
"Ho provato a farti ragionare, Yoongi, ma evidentemente non c'è speranza che tu metta la testa a posto, è proprio grazie a questo atteggiamento che sei finito qua. Tu andrai a quel ballo, per quanto possa ancora valere la mia autorità su di te. O stai certo che te ne pentirai" detto questo, il signor Min lasciò la sala da pranzo.
Mi fiondai all'ingresso, ma quando arrivai il signor Min si era già sbattuto la porta alle spalle. Andai in sala da pranzo e presi la tazza del signor Min. Yoongi guardava verso il basso e stringeva i pugni talmente forte che sospettai gli sarebbe rimasto il segno. La madre gli passò la mano magra sui capelli scuri. Yoongi si ritrasse bruscamente.
"Oh, tesoro. Spero solo che col tempo capisca i tuoi sbagli" sospirò la signora Min.
Qualche minuto dopo anche lei se ne andò. Passò circa mezz'ora e Yoongi non accennava a volersi muovere dal tavolo della sala da pranzo. Io avevo sistemato il salotto, nonostante lo avessi già pulito quella stessa mattina, sprimacciai per bene tutti i cuscini del divano e della cucina, ritirai le tazze e le pulii senza utilizzare la lavastoviglie, in modo da metterci più tempo. Mi fasciai anche la scottatura della mano con una garza che avevo trovato nella credenza accanto al frigorifero. Era un'abitudine di Yoongi passare intere ore a non fare nulla, limitandosi a stare seduto da una parte in silenzio, ma dopo quasi due ore cominciai a preoccuparmi. Mi avvicinai al tavolo, cercando di fare il meno rumore possibile per non infastidirlo.
"Preparo la cena?" chiesi, indicando l'orologio alle mie spalle che segnava le otto e mezza.
Yoongi alzò lo sguardo lentamente. Mi fissò per qualche secondo, passando in rassegna tutto il mio corpo. Posò le mani sopra il tavolo, con i palmi rivolti verso l'alto. Vi erano gocce di sangue. Sgranai gli occhi, inginocchiandomi nel cuscino accanto al suo. Feci per prendergli la mano, ma lui si scostò.
"Non potrai tenere una pistola se avrai quelle ferite alle mani" gli dissi, alzando un sopracciglio.
La mia intenzione era quella di infastidirlo, in modo da tirarlo fuori da quello stato di apatia in cui ogni tanto si immergeva. Lo Yoongi passivo era persino più insopportabile dello Yoongi offensivo.
"Potrei prendere una pistola anche se non avessi entrambe le mani" mi rimbeccò lui.
Poi, lentamente, riappoggiò le mani sul tavolo. Colsi l'occasione al volo e andai a prendere il kit medico da cui avevo recuperato la garza per la scottatura, e mi risedetti accanto a lui. Mi chiesi quanto forte avesse dovuto stringere le unghie contro la sua carne per procurarsi ferite così profonde. Cominciai a tirare fuori il disinfettante.
"Stai ingrassando" proferì ad un tratto Yoongi, attirando la mia attenzione.
Fece un mezzo sorriso non appena vide la mia espressione scettica. "Non è una cosa negativa" aggiunse.
"Suppongo che allora sia un complimento" dissi, versando un po' di disinfettante in un battufolo di cotone.
Yoongi alzò le spalle. "Prendilo un po' come ti pare."
Passai il battufolo sulle sue mani, lui mi lasciò fare. Premetti a posta sulle ferite, ma Yoongi non diede il minimo segno di aver sentito dolore.
"Quando medichi qualcuno dovresti guardare la parte ferita, non la sua faccia" mi rimbeccò Yoongi.
Arrossii furiosamente e riportai lo sguardo sulle sue mani. Mi chiesi come avesse fatto a capire che lo stessi guardando in faccia dato che teneva la testa bassa, ma lasciai correre. Finii il mio lavoro di medicazione e richiusi il kit. Feci per alzarmi, ma Yoongi prese la mia mano. Lo guardai, confusa, avvertendo vagamente le mie guancie che prendevano fuoco. Mi calmai un poco quando capii che mi aveva afferrato la mano solo per esaminare la garza.
"Facevi spesso questo genere di lavori dai Lee?" domandò.
Non mi aveva mai fatto domande sulla mia vita prima di trasferirmi al cottage.
"I-in che senso?"
Yoongi mi guardò di traverso. Avvicinò la mano al mio viso e me la sventolò davanti. "Curavi le persone?"
"No" risposi. Poi ci pensai su. "Beh, se qualcuno aveva necessità potevo anche improvvisarmi infermiera, ma essenzialmente sono cose che ho visto fare. E comunque non è nulla di che, ci riuscirebbe chiunque."
Yoongi annuì, poi si alzò, lasciando la mia mano. Improvvisamente un brivido di freddo mi percorse, partendo dal punto in cui poco prima si trovava la sua mano.
"Domani mattina andrò in città con i ragazzi" mi annunciò. "E tu verrai con noi."
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Dangerous Minds》||BTS||
Ficção CientíficaI Bangtan Sonyeondan sono una delle gang più gloriose e antiche di tutta Seoul. Con il corso degli anni le ricchezze accumulate e il prestiglio della gang sono andate sempre aumentando, fino ad arrivare agli attuali membri, figli dei più temuti gang...