•Capitolo 9•

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Non avevo mai visto una persona fare così tanti acquisti in vita mia. Seriamente. Hwayoung ci era andata giù pesante. Dopo il negozio di vestiti da cui alla fine aveva comprato entrambi i modelli di scarpe, era passata ad un negozio di cosmetici, dove aveva fatto rifornimento di qualsiasi trucco conoscessi. Poi c'erano state, in questo ordine, la collana d'oro con il bracciale abbinato, la borsa di pelle, i quattro vestiti firmati e le due sciarpe di seta pregiata. E la cosa peggiore era che voleva ad ogni costo che provassi qualsiasi capo non andasse bene a lei. Mi domandai come fosse possibile che la carta di credito di Seokjin disponesse ancora di denaro. Dovevano essere ricchissimi per permettersi una spesa di quel tipo. Probabilmente dovevano avere una stanza riempita di banconote dove poter sguazzare o qualcosa del genere. Esultai internamente quando finalmente, dopo quasi due ore, il telefono di Hwayoung suonò. Era Seokjin, ci avvisò che avevano concluso ciò che dovevano fare e le chiese dove fossimo. Hwayoung glielo rivelò e Seokjin le rispose di aspettarli in un caffè accanto al centro commerciale. Uscimmo dalle porte scorrevoli con cinque buste in mano ciascuna. Nonostante niente di quello che avessimo comprato fosse per me, le portai comunque. Hwayoung non sembrava abituata a trasportare pesi a lungo, e con i tacchi che si ritrovava ai piedi le probabilità che cascasse a terra erano abbastanza alte. Ero abituata ad andare qua e là con vassoi straccolmi di cibo o ceste del bucato enormi dai Lee, ma non potei fare a meno di sospirare di sollievo quando finalmente mi sedetti su uno dei graziosi tavolini del caffè che Seokjin ci aveva indicato. Lavorare come cameriera era mille volte meno stancante di una giornata di shopping con Hwayoung.
"Sai" fece la ragazza, una volta che ebbe sistemato i suoi acquisti in una pila precaria nella seggiola accanto a sè. "Secondo me con un po' di trucco diventeresti veramente carina. Hai dei bei tratti, per quanto leggermente sciupati."
Mi toccai il viso, lanciando un'occhiata al mio riflesso sulla vetrina del caffè.
"Non è un insulto, naturalmente" chiarì Hwayoung, sorridendo alla mia reazione.
"Mi permetteresti di truccarti? Niente di eccessivo, ovviamente. Solo qualcosa per risaltare i tuoi begli occhi."
Annuii, acconsentendo alla sua richiesta. Battè le mani contenta e si mise a frugare tra le sue compere.
"Nessuno mi ha mai detto di avere dei bei occhi" le confidai, nel mentre che tirava fuori tubetti di cosmetici di ogni genere.
Dubitavo seriamente che non sarebbe stato niente di eccessivo, ma ormai avevo accettato di farmi truccare e non potevo più tirarmi indietro.
"Nemmeno Yoongi?" chiese, con un sorrisetto allusivo.
Mi fermò il mento con due dita e mi studiò il viso per qualche secondo come in cerca di ispirazione.
"È capace di fare complimenti?"
Serrai le labbra subito dopo aver pronunciato quelle parole, dovevo ponderare bene i miei pensieri prima di parlare. Hwayoung rise divertita.
"Non dovresti essere così cattiva con lui. È una persona deliziosa, se impari a conoscerlo."
Io, cattiva con lui? Semmai era il contrario. Fortunatamente mi morsi le labbra prima di dar voce a quel pensiero.
"Questo è eyeliner" mi disse, mostrandomi un tubetto contenente liquido nero. Stappò il prodotto rivelando un pennellino sottile, e mi chiese di chiudere gli occhi. Lo feci e lasciai che mi applicasse quella roba.
"Questo, invece, è mascara" fece, una volta finito con l'eyeliner.
Non ebbi il coraggio di voltarmi verso la vetrina per vedere che cosa avesse combinato sulla mia faccia. Il tubetto che mi mostrò mi parve esattamente identico al precedente, ma il pennello con cui si applicava era diverso. Me lo mise sulle ciglia.
"Per finire credo che ti starebbe molto bene un rossetto. Hai qualche preferenza?" mi domandò.
Scossi la testa. Fui contenta che, almeno quello, sapessi di cosa si trattasse. Mi provavo sempre l'unico rossetto che mia madre possedeva, quando ero bambina. Si arrabbiava ogni volta che avvistava le tracce di rossetto sbavato sulle mie labbra.
"Allora sceglierò io per te."
Confrontò un paio di colori, per poi applicarmene uno di un rosa chiaro. Si allontanò dal mio viso per ammirare la sua opera, poi afferrò un fazzoletto e mi levò il rossetto.
"Questo non ti sta bene" si giustificò.
Un cameriere si avvicinò a noi nel mentre che rinseriva il rossetto rosa nella sua confezione.
"Cosa vi posso portare?" domandò cortesemente.
"Un caffè macchiato freddo, per favore" rispose Hwayoung con un sorriso.
Non mi stupivo che lo mostrasse così tanto, aveva dei denti bianchi e perfetti.  Se avessi avuto una dentatura del genere probabilmente anche io avrei sorriso costantemente.
"Per te invece?" continuò il cameriere, voltandosi nella mia direzione.
"Ehm... Quello che ha preso lei."
Non ero di certa un'esperta di caffè, ero più una tipa da thè verde.
Come il cameriere si allontanò, Hwayoung mi avvicinò alle labbra un rossetto rosso scuro. Inarcai le sopracciglia. Non ero sicura che tingere le mie labbra chiare di un colore così scuro avrebbe creato un bell'effetto. "Fidati di me, ti starà benissimo" mi rassicurò Hwayoung, come se mi avesse letto nel pensiero.
Annuii, ormai non avevo scelta. Una volta finito il lavoro mi sorrise soddisfatta.
"Avevo ragione, sei veramente incantevole."
Ringraziai per il complimento. Frugò nella sua borsa costosa e ne tirò fuori uno specchietto che mi passò. Quando mi specchiai rimasi a bocca aperta. Quella nel riflesso non sembravo nemmeno io. Alla faccia del trucco leggero.
Il cameriere tornò con le nostre ordinazioni. Hwayoung ringraziò e pagò il conto.
"Che ne pensi?" chiese poi, rivolgendosi a me.
Troppo appariscente, decisamente non adatto al tipo di persona che ero io. "Mi piace" mentii.
Mi sorrise contenta, afferrandomi la mano dall'altra parte del tavolino.
"Aspetta solo che ti veda Yoongi" fece, strizzandomi l'occhio.
Probabilmente mi avrebbe uccisa se mi avesse vista così. Nel mentre che Hwayoung sorseggiava il suo caffè, mi misi un paio di fazzoletti in tasca senza farmi vedere. Li avrei usati per levarmi tutta quella roba dal viso, possibilmente prima che mi beccasse Yoongi. Manco a farlo a posta, meno di una decina di minuti dopo, ovvero il tempo che impiegai a finire il mio caffè, le macchine di Yoongi, Hoseok e Seokjin parcheggiarono davanti al caffè.
Hwayoung si sbracciò nel tentativo di attirare la loro attenzione; io, al contrario, cercavo un modo per farmi inghiottire dal pavimento lastricato e sottrarmi alla furia di Yoongi. Li vidi scendere dalla macchina. Voltai il viso dalla parte opposta, sperando vivamente che mi ignorassero e basta.
"Dio, Noona, quanta diavolo di roba hai comprato?" sentii esclamare Seokjin rivolgendosi a sua moglie.
"Solo lo stretto necessario" rispose lei.
Con la coda dell'occhio lo vidi sedersi accanto a Hwayoung con un'espressione rassegnata in volto.
Anche gli altri presero posto, nel mentre che Hwayoung mostrava orgogliosa i suoi acquisti ai ragazzi. Feci per alzarmi, ma la ragazza mi afferrò il braccio e mi fece risedere. Fu allora che incrociai lo sguardo di Yoongi. Il suo colorito, solitamente pallido, passò da una delicata sfumatura di rosa chiarissimo ad un colore decisamente più acceso. Brutto segno.
"Che diavolo hai in faccia?!" ruggì, facendo voltare due vecchiette sedute nel tavolino accanto al nostro.
Lo guardai mortificata.
"L'ho truccata io, ti piace?" rispose Hwayoung al posto mio, stringendo il mio braccio più forte.
Yoongi le rivolse un'occhiata che mi fece rabbrividire.
"No che non mi piace, si può sapere chi ti ha dato il permesso di conciarla così? Sembra un pagliaccio!" sbottò infuriato.
"Non sembra un pagliaccio! È carina, e questo rossetto le sta benissimo" si difese lei, incrociando le braccia al petto.
"Che modi!" sentii borbottare una delle vecchiette del tavolo accanto.
"Non hai nessun diritto di fare quello che ti pare, Hwayoung. È la mia cameriera, decido io che cosa le sta bene e che cosa può indossare" ribadì Yoongi, abbassando il tono della voce minacciosamente.
Hwayoung non sembrò scomporsi. Fece per replicare ma Seokjin le mise una mano sulla spalla.
"Noona, stai esagerando" la ammonì.
Lei lo fulminò con lo sguardo. "Stai scherzando, spero! Le ho solo messo un po' di trucco, non l'ho mica fatta prostituire!"
"Sì, ma sulla mia cameriera" si intromise Yoongi. "Su cui non hai nessuna prerogativa."
"Il fatto che sia la tua cameriera non fa di lei un oggetto. Pensavo avessimo superato questa fase!"
"Okay, perchè non ci calmiamo tutti quanti ora?" si intromise Hoseok. "Hwayoung-Noona ha sbagliato a non chiedere il permesso a Yoongi-Hyung, ma non è successo nulla di grave, vero Hyung?"
Yoongi lo trucidò con lo sguardo, ma non disse nulla.
"Paragonare una persona ad un oggetto, roba da matti!" esclamò Hwayoung.
"Eppure dovresti esserci abituata" fece Yoongi, gelido.
"Non osare..." si frammise Seokjin, alterandosi.
"Altrimenti?" lo provocò Yoongi.
"Finitela di fare i bambini, tutti e tre. Hwayoung-Noona, non truccare più la cameriera di Yoongi-Hyung e tu, Hyun giusto?, non farti più truccare" intimò Namjoon, massaggiandosi le tempie.
Avrei voluto seriamente scavarmi una fossa in quel momento. Hwayoung e Seokjin erano su tutte le furie, lo si intuiva chiaramente dalle loro espressioni.
"E non dare più a mia moglie dell'oggetto, intesi?" aggiunse Seokjin.
Yoongi volse lo sguardo altrove.
"Penso che dovresti chiedere scusa, Hyung" si intromise Jungkook.
"Non ci penso nemmeno."
"Hyung!"
"Bene, direi che si è fatto tardi" disse Hoseok alzandosi dalla sedia, in un chiaro tentativo di deragliare il discorso.
"Esatto, io e Tae abbiamo un altro impegno in città e dovremmo proprio andare ora" gli diede man forte Jimin.
"Impegno? Che imp-"
Taehyung non fece in tempo a finire la frase che una gomitata dritta sulle costole lo fece zittire.
"Jin-Hyung, potresti accompagnarci?" chiese Jimin mostrandogli la migliore espressione da cucciolo del suo repertorio, ignorando le lamentele di Taehyung.
Seokjin si alzò dal tavolo senza dire una parola. Hwayoung mi prese la mano e la strinse forte. Sentii qualcosa di freddo toccarmi la mano, e quando Hwayoung levò la sua vidi che si trattava del rossetto scuro che mi aveva posto sulle labbra. Me lo misi velocemente in tasca, coprendo poi il rigonfiamento con la maglietta lunga.
"Anche noi andiamo via" annunciò Yoongi guardandomi in cagnesco.
Namjoon gli toccò la spalla, ma lui si scostò.
Andò verso la sua macchina senza dire una parola e io mi alzai per seguirlo. Feci un veloce inchino e mi affrettai ad andargli dietro. Ebbi giusto il tempo di chiudere la portiera dei sedili posteriori prima che Yoongi partisse a tutta velocità per le strade di Seoul.
Mi resi conto di star trattenendo le lacrime, il rossetto nella mia tasca che pesava come se fosse stato fatto di piombo. Se lo avesse scoperto si sarebbe arrabbiato ancora di più. Al primo semaforo che raggiungemmo, Yoongi si chinò verso il cruscotto. Frugò per alcuni secondi poi ne tirò fuori una confezione di salviette umidificate.
"Tieni" disse, lanciandomela. La afferrai al volo prima che mi colpisse in pieno viso. "Levati quella roba che hai in faccia."
Tirai fuori una salvietta dal pacchetto e me la passai sulle labbra, poi ne presi un'altra per strofinarmi gli occhi. Mentre mi sfregavo la faccia mi resi conto di aver cominciato a piangere. Mi maledii per essere così patetica.
Il verde scattò e Yoongi fece ripartire la macchina.
"Sai che non mi piace venir disobbedito, perchè metti sempre alla prova la mia pazienza?"
Perchè il tono di voce pacato che aveva utilizzato mi fece tremare come un cane?
"Tecnicamente non mi hai ordinato di non truccarmi" borbottai tra le lacrime.
"Come, scusa?"
Non risposi. Yoongi sterzò con la macchina e si fermò di colpo, parcheggiando la macchina in doppia fila. Si voltò verso di me, allungò il braccio nella mia direzione e mi afferrò la nuca. Tirò così forte che mi ritrovai ad un centimetro di distanza dal suo volto.
"Non provocarmi, bambina. Mi sembra di averti già detto che non mi piacciono le ragazze ribelli" soffiò sul mio viso.
Un brivido mi percorse tutta la schiena.
"Non ti preoccupare" sussurrai. "Non ti darò più fastidio e non ti disobbedirò più. Non mi interessa farlo."
"Eppure a me sembra invece che ti ci stia proprio impegnando per infastidirmi."
Il suo fiato contro le mie lacrime mi provocò leggere scosse. Mi sentivo strana, la testa mi girava come se fossi stata ubriaca, ma non avevo bevuto niente. Forse era il caffè. Spalancai gli occhi quando la sua mano, quella non intenta a tenermi saldamente la nuca, si infilò tra le mie gambe. Mi lasciai sfuggire un sospiro quando mi accorsi che voleva solo raccattare la confezione di salviette. Ne prese una con la mano libera e si allontanò, ma senza interrompere il contatto visivo. Me la appoggiò sul viso, cominciando a sfregare nei punti in cui il trucco non se n'era andato del tutto. Sentivo il calore delle sue mani anche attraverso la salvietta umida. Mi sorpresi della morbidezza del suo tocco, ma rabbrividii all'idea che quella stessa mano con cui ora mi stava delicatamente detergendo il viso potesse essere in grado di spezzarmi il collo.
"La prossima volta che mi disobbedirai ti darò un vero motivo per piangere."
Una raffica di colpi alla mia destra ci fece sobbalzare entrambi. Yoongi fece cadere la salvietta e si voltò immediatamente verso il volante. Partì così velocemente che mi ritrovai catapultata all'indietro verso lo schienale senza avere neanche il tempo di metabolizzare cosa fosse appena accaduto. Tentai di ricompormi alla bell'e meglio, scostandomi i capelli che mi erano finiti sul viso. Altri colpi, stavolta provenienti da dietro la macchina, mi fecero trasalire. Mi voltai per sbirciare attraverso il lunotto della macchina. Dietro di noi vi era un suv nero e un uomo, che spuntava dalla capotta dell'auto, reggeva una pistola puntata contro la nostra macchina.
"I finestrini sono antiproiettile, ma non reggeranno a lungo. Mettiti giù!" urlò Yoongi.
Mi accovacciai immediatamente, sentendo le lacrime premere per uscire.
Ci stavano sparando.

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