"Tutti hanno sia luce che oscurità dentro di se, l'importante è da che parte scegliamo di agire."
( Harry Potter )
L'acqua calda scende lenta sul mio corpo, provo a lavar via la sensazione di vuoto che mi pervade.
Sono vuota.
Lo sono da sempre. E questo non cambierà mai. Neanche adesso che mi ritrovo nella doccia di Hiram dopo una giornata trascorsa assieme.
Non cambierà, io sono rotta. Io non posso cambiare.
Massaggio la pelle e sospiro quando i miei occhi cadono sul tatuaggio che ho sul seno sinistro, una semplice scritta russa "вакуум". Tatuaggio che dal reggiseno si intraveda solo in parte, a differenza di quello sulla schiena, perfettamente visibile.
So che Hiram li ha visti, ne sono certa. Ma ha avuto la delicatezza di non chiedere, ha avuto la delicatezza di... aspettare.
Sospiro e raccolgo i capelli in un asciugamano morbido.
"I tuoi pensieri fanno così rumore che coprono il suono della televisione." Lamenta Hiram dall'altro lato della porta. Non è stupido, sa che sto riflettendo. Sa che sto elaborando il tutto nella mia testa machiavellica. Anche perché, chi è che sta sotto la doccia venti minuti circa senza emettere alcun suono né rumore di sottofondo?
"Arrivo" rispondo infilandomi una sua maglia extra large grigia con sopra la felpa coordinata. Stavolta, niente reggiseno di pizzo fucsia o mutandine a pois. Sono tutti completamente bagnati per il bagno al lago. Così come i vestiti che ho indossato sopra per poter tornare qui. Ovviamente, non mi è stato concesso di decidere di tornare a casa e prendere perlomeno delle mutande poiché la scelta è ricaduta subito per casa sua, e una doccia, a casa sua.
Lo sguardo di Hiram va dalle mie gambe al mio viso più e più volte, poi scuote il capo quasi disperato.
"Ho ordinato sushi. So che ti piace." Mormora sfilandosi la maglia ancora leggermente bagnata. Lo sa, ma io non gliel'ho mai detto."Grazie." sussurro.
"Hey..." afferra il mio mento e i miei occhi in un attimo sono negli occhi color nocciola più belli che io abbia mai visto. "Se tutto questo ti mette a disagio o ti infastidisce... se pensi sia stato un err.."
"Va tutto bene, Hiram. Sono solo rilassata." Le parole mi escono dalla bocca ancor prima che il mio cervello le passi per buone. La sua mano sulla mia guancia disegna piccoli cerchi mentre il suo sguardo dolce resta nel mio.
"In effetti non è una cosa che ti capita spesso." Fa spallucce "Vado a farmi una doccia, se hai voglia di ribagnarti potrei pensarci io." Ammicca "in tutti i sensi."
"Cafone." Gli getto un cuscino dietro mentre lui se la ride e richiude la porta alle sue spalle.
"La proposta è sempre valida, ricordatelo." Ridacchio ma non rispondo.
Afferro il mio cellulare e ci trovo piazzate due telefonate da parte di Ermak. Cazzo! Gli aggiornamenti serali per Conrad posso anche saltarli, ma saltare le telefonate di mio fratello per settimane non è il massimo.
Avvio la chiamata e mi dirigo fuori, in balcone. Non bado al vento, ancora una volta non provo assolutamente freddo.
"Signorina Evans" mormora una voce rauca "A cosa devo la sua telefonata."
"Come stai? Devo fare in fretta." Mormoro. Tanti anni, tante missioni, ma ancora non sono in grado di parlare a voce bassa. Sì, in effetti è l'unica cosa che proprio non mi riesce bene.
"E' tutto ok. Domani ho un 1.5 ma ho chiamato solo per sapere come stai tu." mormora. La sua voce non mi appare preoccupata, non come una volta. Un 1.5 significa molto per noi alla Sebak. E' il vero trampolino di lancio per un vero e proprio sicario.
Le missioni prima dell'1.5 sono semplici: portare l'auto, essere pronto lì per mettere in moto per la fuga. Partecipare a qualche rapina che viene richiesta, pestare qualcuno. Dal punto 1, iniziano gli omicidi. Ma omicidi diretti, faccia a faccia. Fatti nelle abitazioni delle vittime o magari nascosti per bene.
MA l'1.5 è molto peggio. Pur non essendo ancora una missione che prevede infiltrazioni, è però la prima missione che prevede la possibilità di ferire anche altri civili, oltre la vittima.
E' la prima missione in pubblico, all'aperto, con maggiori rischi di esser preso se non corri velocemente, se non spari al momento giusto e incuti abbastanza terrore.
E' la missione che determina la tua entrata effettiva alla Sebak, o la tua uscita... per poter finire in carcere. O morire.
"Sto.. bene. Pensavo di riuscirci prima di questo, Ermak. Mi dispiace." mormoro. Sento ridacchiare all'altro capo del telefono.
"Hai già fatto troppo per me, Vicky, e questa missione la devi vivere per te stessa e per la tua libertà, non pe.."
"Sta zitto. E' per la tua e non si discute." Lo interrompo brusca. Non gli ho mai detto che stavo lottando per la sua libertà, ma ha sempre saputo le mie intenzioni. Ne abbiamo già parlato un miliardo di volte, farei di tutto per vederlo uscire dalla Sebak il prima possibile, e questa missione sarà solo ed unicamente per lui. E se riuscirò a ricavarne qualcosa per me, bene. Ma a me non importa. Io non ho futuro. Non ho possibilità alcuna di rimediare al mio passato né mi importa di farlo.
Ma Ermak è diverso.
Ho iniziato questa missione per lui, per evitargli il vuoto. Ho iniziato questa missione per potergli dare una chance di andare avanti. Per potergli offrire una chance diversa dalla mia.
Per dargli una scelta. Io non ne ho avuta, ma lui deve averla.
E non posso fallire. Non adesso.
Non potrò togliergli l'orrore di un 1.5 ma posso togliergli l'orrore di tutto il resto, l'orrore della Sebak.
Credevo di poter vincere questa missione molto più facilmente ma ci sto impiegando più del previsto e non posso concedermi altro tempo.
Adesso è tempo di agire.
"Devo andare." Mi affretto a dire quando sento il getto dell'acqua chiudersi.
"D'accordo." Sbuffa qualcosa che non riesco a comprendere "Ti voglio bene, Vic" sospiro e chiudo gli occhi.
Posso farcela.
Posso farcela.
Posso farcela.
Posso farcela.
"Ho capito, ci sentiamo." Mormora.
"Anche io, Ermak. Lo sai bene. A presto." Non aspetto che risponda, attacco e basta. Posso farcela. Sospiro per riacquistare equilibrio ma sussulto quando due mani fredde mi cingono da dietro.
"Chi è Ermak?" chiede perplesso. Cazzo! Questa è la prima fottuta regola. La prima!
Niente relazioni personali. Niente nomi reali. Niente realtà!
"Un amico." Non posso di certo dirgli che è mio fratello. Non impiegherebbe nulla a cercare il suo nome su internet e, pur non trovando nulla, ci sarebbero comunque i nostri genitori. E sarebbe tutto troppo un casino.
Un casino!
Posso farcela.
"Mhh... D'accordo." Appare perplesso ma non fa altre domande e di questo gliene sono grata anche se mi sorprende. Per essere una persona che non crede alla mia bontà, ci è cascato troppo in fretta. Tuttavia, non provo a infilare il dito nella piaga e non provo a giocare col fuoco. Non adesso, non è ancora il momento.
Restiamo a guardare il cielo scuro e mentre lui ci vede un mucchio di stelle, io non ci vedo praticamente nulla.
Dopo venti minuti circa siamo sul divano con una montagna di sushi e vino, con un film uscito da poco su Netflix in pausa. Vorrei premere play e guardare questa maledetta ripresa, ma Hiram per adesso ha in mente qualcos'altro.
"Ok, scegliamo a turno una canzone. Una qualsiasi. Che sia una che ascolti quando sei triste, arrabbiata o felice è indipendente. Né voglio che tu me lo dica. Basta sceglierne una che è importante per te. D'accordo?" annuisco. Mi piace questo gioco.
Mi piace perché in questo modo lui ottiene quello che vuole: conoscere Sydney. Ma fino ad ora non ha conosciuto altro che stralci di lei e stralci di me, e se voglio vincere allora Hiram dovrà sapere tutto di me. Di Sydney Evans.
Imbocco qualche involtino e ridacchio quando parte la sua canzone. Non posso crederci. E non per il fatto che abbiamo scelto lo stesso gruppo musicale, ma per il fatto che Hiram ascola i Bring Me The Horizon. I miei occhi scattano verso i suoi quando Oliver Sykes intona "Sleepwalking". Non posso crederci. E' una delle mie canzoni preferite di uno dei miei gruppi preferiti.
Canticchio quando arriva alla strofa:"I tuoi occhi mi stanno inghiottendo."
STAI LEGGENDO
LIES
ActionSono Viktoriya Volkov e sono nata in Russia. Ho ventiquattro anni ed ho ucciso più persone di quanto un solo terrorista potrebbe uccidere in un solo attentato. Sono Viktorya, e sono un sicario. Faccio parte della Sebak, un'organizzazione all'apparen...