CAPITOLO 18: Un Attimo Ancora

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"Mi tuffo... così libera, così emozionata.
L'acqua mi accoglie, come l'abbraccio di un amore perduto, di un amico ritrovato... quello della mamma e del papà...
Vado giù, sempre più giù, talmente tanto che la pressione mi fa fischiare le orecchie, mi spinge fino all'abisso, fino al centro del mondo.
'Dove sono?', mi chiedo, 'cosa è successo?'.
Ho paura... e poi fa così freddo, quaggiù. Alzo la testa, trattengo l'aria nei polmoni.
Spalanco le palpebre, mentre guardo in alto, verso la superficie: è buio, tutto nero... nero come un lupo.
Sono terrorizzata, non riesco a muovermi.
Eppure io sono nuotare, lo so fare, io sono una sirena.... ma no, non ce la faccio. Forse ho i piedi stretti in una morsa, forse non ho più muscoli...
'Non mi muovo, non riesco a nuotare... Forse affogheró'...
Tento di spingermi verso l'alto, ma rimango ferma. L'aria se ne va, come me, come i battiti del mio cuore che si fanno man a mano sempre più lenti, inesorabilmente lenti...
Come se stessi per addormentarmi... 'Si, sto per sognare... lasciatemi riposare, sono stanca'.
Ora non sto più male... mi brucia la schiena, l'ossigeno si sta esaurendo, ma ora sto bene... si, rimango qui.
Non ho più tanta paura. Forse sorrido, mentre le ultime bolle escono dalle mie labbra socchiuse...
Ma sì, bevo l'acqua salata, ora sembra così buona, mi da sollievo, mi sento libera adesso... adesso che...
'Che succede?'
Nel buio più oscuro avverto delle vibrazioni.
Sembrano note di una melodia, sembra un vento leggero...
'Cos'è? Che cos'è?'...
E lo vedo.
Vedo il riflesso della luna oltre il filo d'acqua sopra la mia testa dondolante.
Vedo un turbinio maestoso, un gioco di luci, mille bolle blu che si allargano, si espandono, marciano verso di me, come stelle danzanti...
E una mano, con un anello d'oro, che mi afferra...
'No, lasciami qui, non mi toccare!' grido.
Quella mano, quegli occhi di ghiaccio, quel sorriso bello e amaro come una bacca velenosa...
'Selvaggia!' la sua voce mi chiama...
Quell'accento dell'est, glaciale e caldo, come il più dolce degli ossimori...
'Selvaggia!' ripete, mentre mi trascina su, verso la luce... verso la salvezza...
'Selvaggia...'..."

«Selvaggia, porca di quella troia assassina, apri 'sti cazzo di occhi!!!»

E li apro.

Lentamente, senza fretta.
Le mie ciglia si tirano su a fatica, le avverto così pesanti, come se qualcuno mi avesse cucito le palpebre con un nastro di ferro.

«Che... Che c'è?...» balbetto. Non ho saliva, ho una sete tremenda.

"E mi gira la testa da morire... mi viene da vomitare... siamo scesi dalla giostra del Luna Park?..."

Si... sono un tantino confusa.

«Oh grasso Buddha, ti ringrazio...» una voce famigliare viene tradita dall'emozione. «Non è morta!»

«Beh, ha iniziato a svalvolare ben prima di svenire! Te l'ho detto che era meglio portarla in ospedale e farle fare una tac al cervello!» le fa eco il tono stravolto del mio fratello acquisito.

«Forse è stato un colpo di calore!»

«A giudicare da ciò che farneticava, mi pare più un colpo di Stato!» le risponde. «Altro che fulmine, questa è totalmente impazzita!»

"Colpo di fulmine... Colpo di Stato..."

Non so come, mi viene la tachicardia. Anche se non ci sto capendo una ceppa di niente.

"Ma che diamine è successo?..."

Mirko e Noemi sono sopra di me.

Avverto i loro respiri rimasti in sospeso, noto le loro facce stravolte, quel leggero alone di sudore che fa brillare le loro fronti.

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