fourth - day one

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il ticchettio delle lancette dell'orologio stava diventando snervante, passai l'intera ultima ora a lanciare minuscole palline di carta nei capelli del ragazzo seduto davanti a me, ricevendo qualche volta scorbutiche risposte da parte sua alle quali io risposi, sempre, con un sorriso strafottente. Quando stetti per lanciare l'ultima pallina la campanella suonò e la classe in pochi secondi si svuotò. Davanti all'aula trovai Kass appoggiata allo stipite della porta con le braccia conserte, impegnata ad osservare tutti quelli che passavano davanti ai suoi occhi.
"buh!" le urlai vicino all'orecchio per poi ritrovarmi con un leggero schiaffo sul mio braccio, causato dal suo spavento.
"continuerai per sempre con questi scherzi da bambina, vero?" disse rimproverandomi.
"smetterò solamente quanto tu smetterai di spaventarti, quindi mai!" dissi tirando fuori la lingua.
La presi per mano e la trascinai verso l'uscita, ma dopo pochi passi finii per andare contro qualcuno, che riconobbi semplicemente sentendo la sua voce:
"tesoro ti stavo cercando" disse Lucas prendendomi per mano, la quale io sfilai velocemente dalla sua.
"potevi chiamarmi" dissi con un tono seccato.
"prova a guardare il telefono e conta quante volte l'ho fatto" disse indicando il mio telefono stretto nella mia mano destra.
Controllai e trovai numerosi messaggi e due chiamate da parte sua, quindi decisi di non controbattere e lasciargliela vinta, ma solo questa volta.
"bellezza mi dispiace ma dovrò rubarti Chloè per un po' di ore, devo portarla, come le ho promesso, a pranzo fuori" disse rivolgendosi a Kass, la quale annuii solamente con un sorriso stampato sul suo viso.
Durante il tragitto in macchina nessuno dei due aprì bocca per parlare, io ero troppo impegnata a giocare con i giochi scaricati sul mio telefono e lui, per fortuna, era troppo impegnato e attento a guidare. Ma questo silenzio, a quasi la fine del breve viaggio, fu spezzato da lui:
"non mi chiedi neanche dove stiamo andando?" mi domandò tenendo sempre gli occhi incollati sulla strada.
"sarebbe inutile chiedertelo perché non riceverei nessuna risposta, o sbaglio?" risposi girandomi verso di lui, ma senza ottenere nessun contatto visivo.
"ti pensavo meno intelligente" disse sorridendo e dopo questa veloce conversazione ricalò il silenzio tra di noi, fino a quando non arrivammo.
"wow! Hai avuto una grande immaginazione a portarmi in uno dei posti più famosi qui presenti" dissi scherzando, indicando l'insegna luminosa davanti a me, che avevo notato subito dopo essere scesa.
"ah, se non ti piace possiamo andare da un altra parte, non è un problema" disse con un tono dispiaciuto, girandosi verso la sua macchina.
"Stiller stavo solo scherzando, mi va benissimo stare qui" dissi provando ad essere, per la prima volta, gentile con lui.
Lucas si rigirò e sul suo volto era già presente un sorriso, che mostrava tutti i suoi denti perfettamente allineati e, di scatto, mi prese per il braccio, trascinandomi all'entrata del fast food come se io non fossi capace di camminare.
——
Dopo aver aspettato per 10 lunghi minuti alla cassa le nostre ordinazioni, esse arrivarono e un buonissimo profumo mi riempì le narici. Con i nostri vassoi, colmi di buon cibo, ci incamminammo verso un tavolo in disparte che avevamo notato mentre aspettavamo, appoggiai il mio vassoio sul piccolo tavolo e mi piegai per sedermi sullo sgabello, ma non appena sentii il vuoto sotto di me caddi, provocando un immenso tonfo e nel fast food si creò una collettiva risata. Velocemente mi rialzai dal pavimento e alzai i miei due pollici in su verso le persone presenti per indicare che ero ancora viva e che il mio didietro stava benissimo, come se a loro importasse. Infine rivolsi uno dei miei peggiori sguardi verso Lucas, che stava ancora ridendo per quel che era accaduto poco fa davanti ai suoi occhi.
"quello era il mio sgabello, non hai notato che mi ci stavo per sedere io?" dissi furiosa.
"ovvio che l'ho notato ma volevo godermi questa scena" disse mentre provava a smettere di ridere.
"saresti da mandare al manicomio" ribattei mentre mi sedevo sullo sgabello ancora libero, accertandomi, prima di sedermi, che fosse ancora sotto di me.
Io e Lucas mangiammo con molta fretta ogni singola cosa che era presente sul nostro tavolo e nel frattempo raccontammo episodi avvenuti nella nostra vita, causando risate da entrambi:
"una volta, in piena estate, mi crebbe un enorme brufolo sul petto e qualsiasi persona che lo vide lo scambiò per un terzo capezzolo" disse indicandomi il preciso punto.
"io a 10 anni trovai una lametta depilatoria in casa e con l'idea servisse per pettinare le sopracciglia, la provai e finì col rimanere per lunghi mesi con un sopracciglio solo" dissi trattenendo una risata.
——
Dopo 20 minuti di macchina arrivammo davanti al viale di casa mia e Lucas, da bravi ragazzo, decise di accompagnarmi fin davanti alla porta di casa mia e appena io salii sul piccolo gradino davanti ad essa, lui si avvicinò per lasciare un leggero bacio sulle mie labbra, ma io, prima che fosse troppo tardi, misi la mano sul suo viso:
"Stiller non si bacia mai al primo appuntamento" dissi ridendo e allontanandolo con una leggera spinta, misi le chiavi nella serratura ed entrai alla svelta.
"ci si vede a scuola" dissi prima di chiudere la porta davanti ai suoi occhi.

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