stavo dando dei grossi morsi alla mia, squisita, brioche, presa prima di tornare a casa. Ero stanchissima e il sonno stava quasi per prendere il sopravvento su di me ma, per fortuna, il cibo riusciva sempre a risvegliarmi e a ridarmi energia. Aprii nuovamente la mia bocca per addentare la prelibatezza stretta tra le mie mani quando il suono, fastidioso, del campanello mi interruppe.
"che ci fai tu qui?" dissi dopo aver aperto la porta con fare seccato.
"beh mi annoiavo, posso entrare vero? Sì, grazie, gentilissima!" disse Lucas rispondendosi da solo, accennando un sorriso, e sorpassandomi.
"oh fa come se fossi a casa tua" dissi roteando gli occhi.
"è quello che sto facendo, non si nota?" disse buttandosi a mo' di angelo sul mio immenso divano.
"i tuoi?" aggiunse.
"sono via, torneranno tra un po' di ore" dissi sedendomi sopra la sua schiena, che era tutto tranne che comoda.
"pesi" si lamentò lui e io, come risposta, gli diedi un lieve schiaffo sul coppino.
"mi hai fatto male"
"oh povera principessina" ironizzai ma, giusto il tempo di finire la frase che, io e Lucas, sentimmo il rumore della serratura della porta di casa.
"nasconditi immediatamente, sono i miei!" dissi il più piano possibile per non farmi sentire.
"dove posso nascondere un metro e novanta di me stesso?" disse indicandosi.
"le tende, muoviti e non azzardarti fiatare" gli ordinai e, dopo pochi secondi, entrarono i miei, sfoggiando un sorriso sul loro viso.
"tesoro io e tuo padre ci fermeremo solo per pochi minuti, mi sta per scoppiare la vescica e questo era il posto più vicino per svuotarmi" disse mia madre ridendo e incamminandosi verso le scale.
Mio padre, invece, si sedette sul divano, estremamente vicino alle tende osservando nel frattempo la casa,come se fosse una cosa mai vista prima, ed io incrociai le dita dietro la mia schiena, sperando che Lucas continuasse a non parlare, come stava facendo fino ad ora...ma cantai vittoria troppo presto.
"etciù!" starnutì fortemente Lucas e l'ansia cominciò a scorrere nelle mie vene.
"salute" rispose mio padre, senza accorgersi del fatto che non fossi stata io, ed io feci un sospiro di sollievo, ma Stiller fece un altro passo sbagliato.
"grazie" ringraziò lui a voce fin troppo alta ed io, esasperata, battei il palmo della mia mano sulla mia fronte.
"Chloè? Chi c'è in casa oltre noi tre?" chiese mio padre con aria dubbiosa mentre si alzava dal divano.
"chi dovrebbe mai esserci? Cosa vai a pensare papà" dissi nervosa e fissando la tenda.
"come mai fissi la tenda? Devi dirmi qualcosa?" chiese nuovamente e io scossi la testa per negare.
Mio padre allungò la mano e scostò la tenda ma, di Lucas, non c'era traccia.
"te l'avevo detto che c'eravamo solo noi" dissi forzando una risata.
"su Oliver, andiamo" arrivò mia madre salvandomi ed io, mentalmente la ringraziai.
La porta, successivamente, si richiuse dietro di loro e Lucas uscì dal suo nuovo nascondiglio ridendo.
"tuo padre è stato stupido a non aver controllato anche sotto l'altra tenda"
"mancava tanto così dal farti scoprire" mimai con le dita.
"però non è successo, tranquilla tesoro"
"comunque sotto le tende c'è della polvere, dovete pulire" commentò.
"puliscila con la lingua" scherzai.
"preferirei fare altro con la mia lingua"
"sei sempre il solito" dissi roteando gli occhi.
"il lupo perde il pelo ma non il vizio!"
Lucas si sedette sul divano e io, dopo poco, lo raggiunsi, appoggiando la mia testa sulle sue gambe, mentre lui, con le sue lunghe dita, mi accarezzava i capelli.
STAI LEGGENDO
40 giorni
RomanceLucas, il ragazzo più conosciuto della scuola, cerca di far innamorare di lui Chloè in quaranta giorni perchè pensa che siano destinati a stare insieme, ma non sarà così facile come sembra...