sixth - day three

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stavo dormendo serenamente quando sentii qualcosa sbattere, ripetutamente, sulla finestra di camera mia. Cercai di non farci caso, coprendomi le orecchie con il cuscino per nascondere il rumore fastidioso, ma esso si fece più persistente. Seccata, presi il telefono per controllare l'orario: 23.00.
Insieme ad esso notai vari messaggi da parte di Lucas, i quali mi lasciarono perplessa...

sei a casa?
21.25 letto

Chloè?
22.00 letto

perché non rispondi?
22.01 letto

ti è successo qualcosa?
22.30 letto

mi sto preoccupando...
22.40 letto

Appoggiai il mio telefono sul comodino, decidendo di lasciarlo perdere e, senza voglia, mi alzai per vedere cosa stesse succedendo fuori dalla mia finestra. Appoggiai i miei piedi sul pavimento gelido e, a passi furtivi per non svegliare i miei, mi avvicinai alla mia finestra. Aprii i vetri ma, nel momento in cui stetti per affacciarmi, una piccola pietra mi colpì sulla fronte, provocandomi un forte dolore.
"ahi!" esclamai mentre mi sporgevo dalla finestra, coprendomi il viso con le mani per sicurezza.
Divaricai leggermente le dita per vedere chi fosse l'artefice di questo gesto e vidi Lucas con... una chitarra in mano? Come mai Lucas si trova fuori da casa mia alle 23 con una chitarra tra le sue mani?
"scusami tesoro per il sasso, però dai, casomai con quel colpo sei diventata più intelligente!" gridò per farsi sentire da me.
"ma come ti permetti, qui, fino a prova contraria, il meno intelligente sei tu" urlai a mia volta puntandogli il mio dito contro.
"ma poi perché ogni volta che ti vedo devo finire col farmi male? Hai qualche maledizione?" aggiunsi.
"perché ogni volta che ti vedo mi viene voglia di spararmi? Hai qualcosa di male?" disse imitando la mia voce.
"fanculo Stiller. Ora dimmi cosa vuoi, così posso tornare a dormire sul mio fantastico letto"
"volevo farti una sorpresa per il terzo giorno" disse accennando un sorriso.
"di solito alle ragazze piacciono le cose sdolcinate quindi, ho preso la mia chitarra, sono venuto a piedi fino a casa tua e ora sono pronto per farti una serenata!" concluse con un tono emozionato.
"Lucas ti si vedono le chiavi della macchina dalla tasta dei jeans, non fotti con me" dissi incrociando le braccia.
"quali chiavi? secondo me ti stai sbagliando, io non ho nessuna chiave"
Come risposta io inarcai un sopracciglio.
"okay, lo ammetto, l'ho detto solo per fare scena e per sembrare più dolce. Ora posso iniziare? Sai, sto gelando qui fuori e prima finisco meglio è" disse sbuffando.
Nel frattempo qualche luce delle case del quartiere si illuminò, a causa delle nostre ripetute urla, ma dei miei non c'era segno di vita.
Annuii leggermente e, immediatamente, Lucas incominciò a suonare, facendomi notare la sua bravura. Quando iniziò a cantare rimasi a bocca aperta, a causa della sua voce soave e lo ascoltai per i successivi minuti estasiata.
Qualcuno si affacciò dalle finestre e si sporse per sentire meglio, c'era chi faceva video e chi ascoltava semplicemente.
Alla fine della sua performance, durata ben 5 minuti, tutti applaudirono, me compresa. Lui come risposta si inchinò davanti a tutti sfilandosi contemporaneamente la chitarra e, infine, si girò verso di me.
"ti sei guadagnato un punto solo per questa cosa, complimenti!" dissi facendogli il simbolo dell'okay con le dita.
"ti è piaciuto?" disse con un sorriso a 32 denti stampato sul viso.
"forse"
"però ora è meglio che tu vada, sai domani c'è scuola" aggiunsi sbadigliando.
"non ti sfugge nulla! Allora a domani, buonanotte piccola" disse salutandomi con la mano.
"non chiamarmi piccola, abbiamo solo un anno di differenza!"
"e buonanotte anche a te Stiller" conclusi chiudendo la finestra e mandandogli un bacio da lontano.

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