I due ragazzi arrivarono all'aeroporto appena in tempo per sentire i professori fare l'appello."Bene ragazzi,avete un quarto d'ora di tempo libero per usare i servizi prima di salire sull'aereo, che purtroppo è leggermente in ritardo." Disse la professoressa.
"Non allontanatevi troppo" aggiunse, per poi andare insieme a un professore a controllare gli orari dell'aereo.
"Tae io vado in bagno a chiamare mia madre per avvisarla, stamattina le ho solo lasciato un biglietto e probabilmente è preoccupatissima."
Disse Jimin all'amico.
"Va bene Jiminie, io ho fame. Vado a prendere una cosa al distributore."
"Sei un caso perso Kim Taehyung" Disse Jiminie ridendo, prima di dirigersi verso il bagno.
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Dopo una breve chiamata a sua madre, Jimin ripose il cellulare in tasca.
Restò chiuso in uno dei bagni, e iniziò a pensare:
Come si fa ad amare una persona che si odia?
Pensò il biondo, appoggiato alla parete.
Odio il modo in cui tratta Tae, odio il modo in cui tratta me, odio la sua arroganza e odio il suo ghigno. Ma allo stesso tempo...
Amo il suo profumo che sento quando mi si avvicina, amo le sue labbra che vorrei tanto baciare...
No, Jimin. Questo non è amore. Questa è pura attrazione che hai. Ce l'hai anche con Tae no?
No. Con Tae no. Solo con lui.
Solo con Jungkook.Il rumore della porta principale del bagno distolse Jimin dai suoi pensieri.
Jimin sbirciò dalla porta del bagno in cui era, che aveva un piccolo buco da cui si intravedeva fuori:
Vide un ragazzo dai capelli blu scuro entrare, ma per colpa della fessura troppo stretta non riusciva a vederne il volto. Lo sconosciuto si appoggiò poi al muro e si accese una sigaretta, inconsapevole della presenza del minore.
Almeno finché questo, infastidito dal fumo, non iniziò a tossire.
Jimin vide il ragazzo spalancare di poco gli occhi, consapevole solo in quel momento di essere in compagnia, e poi tornare a fumarsi la sua sigaretta.
"Ma non ti da fastidio quel fumo?" Mormorò Jimin, con un coraggio che non capì nemmeno lui.
"Chi sei?"
"Non voglio dirtelo."
"Siamo in classe insieme?" Riprese lo sconosciuto.
"Non so, non ti vedo."
Il biondo sentì una risatina provenire dal ragazzo, che poi riprese:
"Almeno sai dirmi perché sei qui e perché stiamo parlando?" Disse continuando a ridacchiare silenziosamente.
"Che ne so, io ero qui prima di te" disse Jimin scherzosamente.
"Beh hai trovato buona compagnia allora" Disse lo sconosciuto.
"Sì insomma, mi annoiavo." Disse Jimin.
"Mh"
Jimin vide il ragazzo avvicinarsi alla porta del suo bagno.
Tre secondi dopo un aeroplanino di carta volò davanti al biondo.
"Nel caso avessi ancora bisogno di compagnia" Disse lo sconosciuto, prima di uscire dalla porta.
Jimin aprì il foglietto: dentro c'era un numero di telefono.
Il biondo sorrise.
Prese il biglietto e se lo infilò in tasca, per poi uscire dal bagno con ancora il sorriso sulle labbra.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Taehyung, dopo aver preso e mangiato un pacchetto di patatine, si stava dirigendo in bagno per controllare che il suo amico non fosse caduto con la testa nel cesso, ma qualcosa, o meglio qualcuno, gli sbarrò la strada.
Il grigio rimase in silenzio, finché non mormorò:
"Jungkook."
Il corvino restò in silenzio davanti al maggiore.
Non aveva in faccia la solita strafottenza, il solito ghigno o altro. Aveva lo sguardo vago e perso."Parlami, picchiami, prendimi per il culo, ma ti prego non rimanere lì fermo. Ti prego Kookie..."
"No Taehyung. Non provare mai più a chiamarmi Kookie. Non siamo amici e nemmeno..."
"Lo so."
La tensione era evidente fra i due, così come era stata evidente i quei due anni.
"Che cosa vuoi? Perchè sei qui?"
Jungkook non disse nulla.
Prese Taehyung per il colletto della camicia e lo spinse contro il muro, tenendolo stretto davanti a sè.
Si guardarono negli occhi per un tempo che sembrò infinito.
La distanza quasi mancava.
"Perché? Perché..." Disse piano Jungkook, appoggiando la testa sul petto del maggiore, continuando però a tenerlo stretto per la camicia.
Tae era paralizzato, non si sarebbe mai aspettato una simile reazione da parte del minore.
Jungkook, dopo un paio di minuti, lasciò il maggiore.Stava per andarsene,quando una mano gli prese il braccio.
"Spiegamelo. Spiegami tutto questo Jungkook."
"È colpa tua, e lo sai."
"Ma se mi lasciassi spiegare...."
"Non hai niente da dirmi. E ora lasciami, puttana."
Nessun insulto di Jungkook aveva mai ferito Taehyung come quello. Certo, non era la prima volta che glielo diceva.
Ma era la prima volta che lo pensava veramente.
Eh sì, softaggine finita.
Da qui inizia la storia seria, ragazzi.
Perchè Jungkook ce l'ha così tanto con Tae? Cosa centra lui con il suo passato?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Grazie ancora di tutto, perché la storia sta andando benissimo e sinceramente non credo di meritarlo.
Scusate per gli eventuali errori❣️Melissa
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❝ѕтαу❞➴кσσктαє
Fanfiction{¢σмpℓєтa} °Kim Taehyung è un liceale di 18 anni, deriso da tutti per il suo passato. Un ragazzo in particolare lo tormenta ogni giorno: Jeon Jungkook. E se una gita scolastica potesse cambiare tutto?_ ✧вσу χ вσу ✧fαиfι¢тισи ✧ α¢¢єииι νмιи ✧ иαмʝ...