Chapter Twenty: Flames

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Taehyung non ce la fece più. Si sentiva in colpa, ed era preoccupato.

Jimin gli aveva detto che Jungkook quel giorno era andato via da scuola e in classe non c'era stato.

Il grigio aveva paura. Paura che gli fosse successo qualcosa.

Decise allora di fare i compiti.

Non riusciva più a concentrarsi su niente, cosí si decise.

Prese le chiavi, la giacca, si mise le scarpe e uscí.

Erano ormai le 18.40 quando arrivó davanti a casa del corvino, il sole stava calando lentamente.

All'improvviso, un odore pungente attraversó le narici del grigio.

Riconobbe quell'odore all'istante.
Il panico lo attraversó: suonó il campanello più volte, ma nessuno rispose.

Taehyung allora decise di provare a sfondare la porta: una, due, tre volte. Il battito cardiaco era aumentato, la disperazione anche.

Alla sesta volta, Taehyung si arrese.
Cercó un'altra entrata: fortunatamente, vide una finestra sulla parte posteriore della casa.
Anch'essa era chiusa.

Allora il grigio prese coraggio e senza pensare, saltó, cadendo sul pavimento in mezzo a mille pezzi trasparenti: il vetro della finestra.

Sentì una goccia di sangue accarezzargli l'occhio destro. Si toccó la fronte, e quando si guardó le dita vide il rosso.

Si levó il sangue dall'occhio e inizió a correre, seguendo l'odore di bruciato.

Non sapeva quello che avrebbe trovato, ma sapeva che non era un incidente, e questo lo rendeva ancora più disperato.

Si fermó davanti ad una stanza, chiusa a chiave. Cercó allora di pensare lucidamente, nonostante il panico e l'ansia lo stessero imprigionando.

Si ricordó improvvisamente della forcina di Akiko e la tiró fuori dalla tasca: armeggió con la serratura, ma poi finalmente sentì lo scatto e la porta si aprì.

Il grigio inizió poi a tossire: il fumo e le fiamme riempivano la stanza.

Taehyung intravide una sagoma, così inizio ad avanzare tra le fiamme: ad un certo punto, urló. Una di esse gli aveva colpito una gamba.

Il ragazzo si trascinó, finchè lo shock non prese possesso di lui.

Davanti al grigio, Jungkook era seduto accanto al muro.Aveva gli occhi semichiusi e respirava a fatica.

Il fuoco era molto vicino a Taehyung, ma il ragazzo continuó a trascinarsi in direzione del corvino.

"JUNGKOOK!" Urló il grigio.

Un attacco di tosse gli impedí di dire altro.

Il maggiore continuó a trascinarsi, finchè non fu davanti al minore. Si inginocchió davanti a lui e lo abbracció.

Con le ultime forse rimaste, il corvino prese parola:

"L-lasciami an-andare Taehyung. I m-mostri no-non esistono." Balbettó.

Il corpo del maggiore era ormai scosso da singhiozzi violenti.

"T-ti h-ho f-fatto del male. A t-te, a J-Jimin e a Y-Yoongi, ma soprat-tutto a te."
Continuó il minore.

"M-ma adesso mi sono ac-corto d-del male che ho caus-sato. Non v-voglio più fare de-del male. D-devo andarmene."

"Non ci pensare nemmeno." Disse Taehyung continuando a singhiozzare.

L'altro sorrise. Un sorriso amaro, che trapelava dolore.

"Non sei un mostro Jungkook." Disse.
Il maggiore avvicinó il viso del corvino al proprio.

I ragazzi non riuscivano quasi più a respirare.
A Taehyung girava la testa, sentiva che il fumo gli stava togliendo l'ossigeno, ma nonostante tutto riuscì a parlare:

"Tu sei il ragazzo che amo."

Detto ció non diede il tempo all'altro di dire niente.
Uní le proprie labbra a quelle del minore, che ricambiò il bacio senza esitare.

Usarono le loro ultime forze per fare ció che in tutto quel tempo avevano desiderato.

Il loro fu un bacio frenetico, bisognoso.
L'ossigeno non bastava, ma questo non li fermò.

Quel bacio serví più di mille parole.

Jungkook avvicinó il maggiore a sè: aveva paura che non fosse reale, aveva paura che fosse semplicemente un sogno prima della fine.

Ma il calore del corpo del grigio bastò per fargli capire che era tutto reale.

A nessuno dei due importava di essere circondati da fiamme che minacciavano di colpirli da un momento all'altro, a nessuno dei due importava che il fumo si stesse prendendo tutto l'ossigeno.

Una frenesia di pensieri occupava le loro menti.

Avevano bisogno l'uno dell'altro. Era cosí da sempre, e ora che anche gli ultimi ostacoli erano stati superati potevano dimostrarlo.

Taehyung accarezzava le guance calde del minore, che teneva le mani contro la sua schiena per avvicinarsi disperatamente a lui.

Ad un certo punto il maggiore si staccó ed appoggió la testa al petto del corvino, aggrappandosi alle sue spalle, quasi avesse paura di lasciarlo andare.

Entrambi avevano il fiatone. I polmoni di entrambi cercavano disperatamente aria nuova, senza però trovarla.

Taehyung non aveva più forze, ma nonostante ció sorrise.

Il sorriso venne ricambiato dal corvino.
Questa volta il sorriso era sincero.

Taehyung strinse di più il minore, poi inizió a tremare. Chiuse gli occhi, continuando a sorridere.

"No, no! Taehyung svegliati! TAEHYUNG!"

Ma per quanto il minore urlasse, il grigio non si svegliava. Aveva perso i sensi.

Il corvino lo strinse a sè. Lacrime calde rigavano le sue guance.

Se Taehyung fosse morto, sarebbe stata colpa sua.

Attaccó l'orecchio al cuore dell'altro: era debole, ma batteva.

Questo gli diede speranza.

Sentiva peró che anche le sue forze stavano scomparendo.

Allora afferró il telefono dalla tasca: era ancora fortunatamente intatto.

Scorse la rubrica e cliccó sul nome del fratello.

"Jungkook? Che succede?"

"Fuoco."

Fu tutto quello che Jungkook riuscì a dire, prima di perdere i sensi abbracciato al grigio.

Allora ehm...
Ok. Spero di aver reso abbastanza realistico questo capitolo, ci ho messo tre giorni interi per renderlo così com'è.
Spero che sia stato utile, questo capitolo è per me uno dei più importanti.
Detto ció, scusate per gli errori e grazie di continuare a seguire la storia❣️

Melissa

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