Mi svegliai con una strana sensazione al fianco. Aprii lentamente gli occhi vedendo il volto dormiente di mio fratello.
Cosa ci fa lui nel mio letto?...Cosa ci faccio nel suo?!
All'improvviso mi ritornò alla mente la serata passata con Mark e capii.
Sgusciai velocemente dalle braccia di Mark e me ne andai in bagno a farmi una doccia ripensando alla strana proposta del signor Illman.
Uff...che devo fare?Tornai in camera e trovai Mark intento a stiracchiarsi. Appena mi vide perse l'equilibrio e si voltò rosso in faccia.
Io: *ridacchiai*Non devi sentirti in imbarazzo!
Lui ridacchiò a sua volta mentre tornava il solito Mark. Scossi la testa e mi diressi verso l'armadio.
Io: Allora...oggi avete la partita di selezione, giusto? Spero che tu possa entrare in squadra.
Mark: Sì, anch'io. Ma non posso evitare di pensare a quelli che non verranno scelti.
Con la coda dell'occhio vidi gli occhi di Mark velarsi di un leggero senso di dispiacere.
Io: Sì, forse hai ragione ma dopotutto non vuol dire che lasceranno la squadra o peggio ancora l'amore per il calcio.
Mark: Hai ragione Mary. Come sempre.
Sorrisi tra me e me mentre finii di abbottonarmi gli jeans che avevo indossato e successivamente mi avvicinai a lui e gli misi le mani sulle spalle.
Io: Su, forza! Voglio che tu faccia parte della squadra che rappresenterà il Giappone, Mark Evans! So che non mi deluderai.
Lui mi guardò con uno sguardo pieno di gratitudine e si alzò prendendo entrambe le mie mani e con uno scintillio agli occhi mi disse, solenne: Tranquilla. Ti assicuro che entrererò nella squadra e la condurrò verso la vittoria e la farò diventare la squadra più forte del mondo!!
Io: Si, però adesso è meglio se pensi a passare le selezioni.
E scoppiammo a ridire.
Alcune volte Mark mi sorprende proprio...chissà dove tiene tutto quell'entusiasmo?
Io: Dai, ora vai subito a farti una sistemata. Sbaglio o devi stare al campo ta meno di un'ora?
Dissi alzando un sopracciglio. Lui controllò l'orario e sussultò appena vide che, effettivamente, non aveva molto tempo e corse subito in bagno a farsi una doccia veloce.
Sospirai profondamente scuotendo il capo rassegnata dalla continua goffagine di mio fratello maggiore.
Non cambierà mai...Non potevo chiedere di meglio. Ero seduta sul divano con in mano una tazza di tè verde giapponese a guardare una carrellata di serie tv su Netflix mentre sgranocchiavo qualche biscotto.
Ero così concentrata a guardare la tv che non mi accorsi che mamma mi stava chiamando:
Mamma: ...Tesoro! Ehi, ti sei imbambolata?
Io: Scusa mamma. È che ero così presa che...va beh, che volevi chiedermi?
Mamma: Ecco ti stavo domandando se andassi a veder la partita di tuo fratello.
Io: Oh beh...
Fui costretta a interrompermi per il brusco ingresso di Mark in salotto.
Mark: Mary! Quanto tempo mi manca?!
Controllo distrattamente l'orologio a destra della tv.
Io: Circa 10 minuti. Anche meno.
E mi rimisi a guardare avidamente la serie. Intanto Mark si era fiondato in cucina e preso due polpette di riso in mano e una terza in bocca e velocemente saluto sia me che mamma con un'impacciato "a stasera".
Rimaste sole, mamma riprese il discorso interrotto poco prima.
Io: Certo che andrò a tifare la squadra -risposi prima di sorseggiare un sorso di té- ma prima devo fare una cosa molto importante.
La mamma mi fissò con sguardo interrogatorio misto a quello sospettoso che metteva quando capisce che c'è qualcosa che non quadrava. Infatti due secondi dopo mi chiese:
Mamma: C'è qualcosa che dovrei sapere...?
Finisco di il té e alzai gli occhi su mamma. La guardai intensamente facendo cadere pian piano la "poker face" che mi ero messa.
Devo dirle come stanno le cose. Però non posso dirle tutto: il mio piano andrebbe a rotoli.
Appoggai delicatamente la tazza sul tavolo di fronte a me e la guardai seria come poche volte ero.
Io: Hai mai pensato di buttare tutto all'aria solo per percorrere un tuo desiderio che potresti realizzare solo in quell'occasione?Sarà stato la milionesima volta che giro all'ennesimo incrocio e trovandomi nuovamente in una strada del tutto sconosciuta, per quel poco che mi ricordavo. Uffa! Mi sono persa...se avessi avuto i miei pattini avrei sicuramente fatto prima.
Ruoto a destra e a sinistra la testa cercando di ricordare la strada che avevo preso qualche giorno fa durante quella passeggiata. Vidi una signora anziana camminare poco lontano e un barlume di speranza si accese in me. La raggiunsi in poche falcate e, quando le arrivai dietro, la chiamai ma senza avere risposta. Allora la picchiettai su una spalla e quando si girò dissi:
Io: Scusi. Posso chiederle un'indicazione?
Signora: Oh sì. Scusami non ti avevo sentito. Il mio udito non è più quello di una volta. Dimmi cara, come posso aiutarti?
Io: Grazie. Ecco...sa dov'è la Raimon Junior High.
Signora: La Raimon...? Oh sì, certo. È l'edificio con un grande fulmine sulla facciata, giusto? -a quella domanda annuì freneticamente- È proprio da quella parte. Giri a destra e dopo due passi trovi la scuola alla tua sinistra.
Io: Oh grazie, grazie!
Dopo aver salutato la signora mi diressi velocemente verso la scuola, seguendo l'indicazioni date dall'anziana. Fortuna che sono uscita in anticipo.
Entrai nell'ampio cortile e restai nuovamente perplessa e dubbiosa su quale strada prendere.
All'improvviso sentii delle urla esaltate e un fischio proveniente dal retro della scuola. Corsi velocemente verso quel punto indefinito e trovai il campo da calcio dove si stava svolgendo la partita. Osservai la folla che si era riunita e che stava esultando a gran voce. C'erano molti ragazzi venuti da altri istituti, probabilmente provenienti da tutto il Giappone. Individuai Mark e subito dopo vidi tutti gli altri ragazzi. In panchina c'erano Silvia, Celia e Nelly, ma sfortunatamente non vidi Seymour.
X: Tu devi essere Mary Evans, giusto?
Mi girai di scatto e vidi un uomo alto dal fisico magro e dai lineamenti rigidi. Aveva i capelli e la barba bruni e un cuffo ribelle gli copriva un'occhio. Un'uomo affascinate ma allo stesso tempo misterioso, come se custodisse un segreto....
Come te? (Coscienza)
Mi accorsi che stavo tardando a dargli una risposta e così risposi subito:
Io: Sì, signor...?
X: Sono Percyval Trevis e sarò il nuovo allenatore dell'Inazuma Japan.
Io: Ah...Uhm scusi il ritardo. Io...
Trevis: Non serve che dici altro Evans. Il fatto che tu sia qui mi fa intendere che hai deciso di accettare il nuovo incarico che il signor Hillman ti ha proposto. Vieni con me, così mi farai vedere i moduli che ti ha precedentemente dato il signor Illman.
Io titubante annuii e lo seguii in un officio all'interno della scuola. Dopo aver finito tutto, mi apprestai a uscire fuori da quella stanza dove si era costruita una situazione alquanto tesa e soffocante. Appena mi chiusi la porta alle spalle e mi girai in direzione dell'uscita sbattei contro qualcuno: era Seymour.
Seymour: Oh eccoti. Stavo proprio cercando te.
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Inazuma Eleven
RandomNo spoiler Se volete sapere di che tipo di storia si tratta dovrete leggerlo. Spero vi piaccia.