6. Perché dovrebbero esserci condizioni per starci insieme?

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Allora ora voi penserete che io sia una bugiarda. All'inizio vi ho detto che sono ad un matrimonio con Francis, mentre nel racconto di adesso vi ho detto che gli ho letteralmente chiuso il portone del palazzo in faccia. Sappiate che non sono una bugiarda e che, invece, Francis è molto testardo.

Il giorno dopo, infatti, me lo ritrovo di nuovo a casa.

Appena sveglia me lo ritrovo in cucina che ringrazia mia madre di averlo ospitato per due giorni, con tanto di mazzo di fiori giganti posto al centro del tavolo.

Non credo mi abbia notato, quindi per un attimo mi perdo a pensare a quanto sia carino, ma totalmente fuori come un balcone.

Mi rendo conto di dover parlare urgentemente con mio fratello, perché Francis è un suo amico e deve sistemare questa situazione al limite dello stalking. Trovo Michele in camera di mia nonna, lei è seduta sulla sua poltrona preferita e stanno parlando in modo fitto tra loro.

Non mi dispiace affatto disturbarli.

«Che razza di problemi ha il tuo amico?» sbotto, entrando di prepotenza nella camera. Mi rendo conto che non è il massimo dell'educazione, visto che mia nonna mi guarda male. «Scusa» borbotto, tornando indietro e bussando alla porta. In realtà, non aspetto nemmeno una risposta che entro nuovamente in camera per parlare con Michele. «Allora?!»

Mio fratello allora guarda mia nonna e le stringe la mano e lei ricambia con uno sguardo amorevole.

Menomale che non avrebbe accettato il nipote, se avesse saputo che era gay!

«Vieni con me». Michele mi supera e si dirige in camera sua, chiudendo la porta una volta entrata anch'io nella stanza. E' uguale alla mia, solo molto più ordinata e sui toni dell'azzurro.

Michele si siede sul suo letto e mi invita a fare lo stesso, ma mi sento troppo nervosa per stare seduta e questo suo atteggiamento misterioso non fa che aumentare i nervi a fior di pelle.

«Francis è un bravo ragazzo» inizia. «E non è matto. Mi ha parlato di cosa vuole fare.»

Non posso fare a meno di rimanere sorpresa. «E sei d'accordo?» domando, incredula. «Se lo sei, sei più pazzo di lui».

Mio fratello sospira. «Almeno hai sentito le condizioni?» mi chiede alzandosi.

Lo guardo sempre più confusa. «Condizioni?!» chiedo. «Chi è? Perché dovrebbero essere condizioni per starci insieme?»

Le idee più bizzarre iniziano a formarsi nella mia mente. Ipotizzo che questo Francis sia il figlio di un boss della mafia e che mio fratello si sia messo nei guai e mi ha promessa a lui come risarcimento.

A questo punto è Michele ad essere confuso, perché mi guarda come fossi un alieno. «Insieme? Non ti ha detto che è una farsa?»

«Michi non sto capendo niente! Ha detto qualcosa circa le mie doti di attrice – e comunque, smettila di far girare questa voce, non sono un'attrice! – e poi mi ha chiesto di essere la sua ragazza». Cerco di modulare la voce, ma so che suona più alta del solito.

«Sam» inizia, ma lo fulmino con lo sguardo. «Scusa. Samantha, io direi di ascoltare quello che ha da dire».

Incrocio le braccia al petto, indignata. «Ma che razza di fratello sei?!».

Lui sorride sornione, come se fosse a conoscenza di qualcosa che io ignoro. Il che è vero, dopotutto. «Uno che ti vuole davvero bene» cantilena, avvicinandosi a me e poggiandomi le mani sulle spalle. Mi sorride ancora e mi scuote leggermente quando dice: «Ti è sempre piaciuta la Francia, o sbaglio?!»

Le mie sopracciglia schizzano vero l'alto, ma subito dopo si corrucciano formano una bella ruga in mezzo alla fronte. «Questo adesso cosa c'entra?» domando, incuriosita e scocciata al tempo stesso.

Non capisco a che gioco stia giocando.

«Chiedilo a lui» mi risponde allora, facendomi voltare dolcemente verso la porta.

«Chiedilo a lui» mi risponde allora, facendomi voltare dolcemente verso la porta

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