Eric
Le tengo aperta la porta e appena la oltrepassa la richiudo alle sue spalle, l'osservo guardarsi intorno per la stanza, gesto che ha già fatto un anno fa.
- Ricordi la prima volta che siamo venuti qui ? - chiedo avvicinandomi, è voltata di spalle ad osservare il lettino - Credevo ancora di odiarti, pensavo di volerti uccidere - le cingo la vita e le scocco un lieve bacio sul collo
- Ed ora ? - si volta allacciando le esili braccia dietro il mio collo - Cosa credi ora ? Vuoi ancora uccidermi ? -
- Non ti nego che avvolte vorrei proprio ucciderti ma ammazzerei chiunque ti toccasse anche solo con un dito - affermo dandole un delicato bacio sulla tempia per poi allontanarmi e accendere il computer delle simulazioni
- Come farò ad entrare dentro il tuo scenario ? - chiede lei aggirandosi per la stanza
- Entreremo insieme, tutto qui - liquido la domanda - Tu sta tranquilla e pensa a rilassarti sulla poltrona -
Dopo 10 minuti è tutto pronto, preparo le due pistole iniettanti e mi volto a guardarla.
Stringe nervosamente il bordo della sedia e guarda con volto pallido l'ago che reggo in mano
- Paura ? - chiedo avvicinandomi, scuote la testa scostando i capelli dal collo - Sicura ? Sei molto pallida - commento iniettandole il liquido, non emette un fiato si limita a contrarre la mascella
Alza lo sguardo su di me e dagli occhi posso già vedere che il siero sta compiendo il suo lavoro
- Ti raggiungo tra poco - gli prometto prima che chiuda gli occhi.
Velocemente prendo posto sulla sedia davanti al monitor e mi inietto il siero, in poco tempo ho già raggiunto Ana.Anastasia
Mi guardo attorno inizialmente disorientata, intorno a me si estende la città abbandonata completamente immersa nel silenzio.
D'improvviso mi sento toccare la spalla destra, mi volto di scatto e senza curarmi di controllare chi sia gli immobilizzo le braccia con una mano e con l'altra gli afferro la gola.
La risata di Eric riecheggia per tutta la valle
- Il tuo istruttore ti ha ben addestrato - si complimenta
- Già, ma i metodi hanno lasciato un po a desiderare - lo stuzzico, sorride amaramente.
- È il risultato che conta - si guarda in torno con evidente agitazione
- Cosa stiamo aspettando ? - chiedo dopo infiniti attimi di silenzio
- Il treno - risponde continuando a guardare l'orizzonte, pochi secondi dopo il fischio spezza il silenzio.
Saltiamo sul primo vagone, Eric sta fermo in piedi a guardare fuori dal vagone aperto mentre io mi siedo sul pavimento.
- Che paura è questa ? - chiedo d'un tratto lui si volta a guardarmi con le sopracciglia corrugate
- Che intendi ? - si appoggia allo stipite e per un attimo il timore che possa cadere fuori mi passa per la testa
- Qual'è la prima paura ? - insisto
- Continuo a non capire - mi guarda con sufficienza come se fossi pazza
- Siamo dentro il tuo scenario Eric, qual'è la prima paura affrontare ? - mi guarda scettico
- Saprei se fossimo dentro il mio scenario - constata
- No invece - ribatto - Ma perché io so che è una simulazione ? - inizio a camminare nervosamente per il vagone.
- Stai farneticando - mi deride - E comunque solo il diretto interessato alla simulazione è inconscio di essa -
- Devi credermi ! - quasi urlo per esasperazione - Qual'è la tua prima paura ? - chiedo sperando di ricevere una risposta.
- La velocità - e in quel esatto momento il treno accelera scaraventando entrambi contro il fondo del vagone.Eric
Veniamo scaraventati contro il freddo metallo del vagone, la velocità aumenta di secondo in secondo fino ad impedirci la mobilità.
- Non è una simulazione - insisto - Lo saprei - mi lancia un occhiataccia e proprio in quel momento per via di una curva lei veniamo schiacciati uno contro l'altro nell'angolo.
Non posso più ignorare il panico che ha ormai invaso ogni centimetro del mio corpo così decido di fidarmi mi siedo a terra nell'angolo e provo a calmare il mio battito cardiaco ma, la velocità sta ormai deteriorando il vagone e tra poco il metallo sarà squarciato.
Chiudo gli occhi ed in breve tempo riesco a calmarmi, ce l'avrei anche fatto se un urlo non avesse spezzato il silenzio
- Eric ! - apro di scatto gli occhi giusto in tempo per vederla esser risucchiata da uno squarcio nel metallo.
Il panico si fa nuovamente largo dentro di me ma non me ne preoccupo mi lancio nel vuoto anch'io ma di Ana non c'è nessuna traccia.