26 Ottobre 2017, ore 10:30

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Nana's pov.
Sono in stazione, cazzo, non ci credo.
Già mi manca la mia Napoli, a Milano sarà tutto così diverso. La gente è sempre così indaffarata e tutti sembrano incazzati col mondo.
È una giornata cupa e nuvolosa, e fa anche un po'freddo.
Ricominciare la mia vita in un altro posto non sarà affatto facile. Ma questo è il mio sogno, fare musica, e adesso che si sta realizzando, non posso più restare qui. Devo trasferirmi a Milano per continuare il mio percorso con l'etichetta discografica, devo prendere tutto seriamente al 100%.
Il mio treno partirà alle 11:00 precise, e dato che sono in anticipo ne approfitto per fumarmi una sigaretta. Ho un posto in prima classe, quindi spero che il viaggio non sia scomodo. Odio stare in treno. Mentre Marta e Alessia parlano di come sarà eccitante vivere tutte insieme in una nuova città (Marta è la mia manager nonché mia cara amica, Alessia è come se fosse mia sorella, mi ha sempre seguita ovunque) io penso nel frattempo a quanto la mia vita stia cambiando giorno dopo giorno. Ho un po' paura. Però sono felice.
In men che non si dica si fanno le 11:00, ci rechiamo in treno e ci accomodiamo. Marta e Alessia sono sedute di fronte a me mentre io appoggio la mia chitarra sul posto vuoto accanto a me.
I passeggeri iniziano a riempire il treno, ma il mio posto è sempre vuoto. "Meglio per la mia chitarra, non si stanca" dico alle mie amiche ironicamente.
Il treno sta per partire. Le porte stanno per chiudersi. Cazzo, che ansia. Non ci credo che sto partendo sul serio.
Mentre mi faccio prendere dai pensieri ad un certo punto sento una mano che mi tocca la spalla, con delicatezza. Mi volto e mi ritrovo un ragazzo altissimo, con la pelle scura, una tuta nera, degli occhiali da sole è un cappello nero in testa.
<<Posso sedermi?>> Esclama, indicando la mia chitarra poggiata sul posto vuoto.
<<Cazzo, scusami adesso la tolgo subito.>>
<<Tranquilla, colpa mia, sono sempre in ritardo>>
Afferro la mia chitarra e la sposto da un altra parte. Guardo di fronte a me Marta e Alessia che ascoltano musica e penso che ho di nuovo dimenticato gli auricolari. <<Porco *** faccio sempre questo>> esclamo ad alta voce senza pensarci.
<<Come scusa?>> Domanda il ragazzo accanto a me.
<<Niente, ho pensato ad alta voce, scusami. >> Il ragazzo mi sorride.
Che figura di merda. Sono troppo istintiva.
Nel frattempo vedo che il ragazzo in questione prende un libro dal suo zaino, mette degli occhiali da vista e inizia a leggere. Non so perché ma rimango a fissarlo per qualche secondo. Sembrava proprio un ragazzo tranquillo. Tipo uno di quelli che ti trasmette serenità solo a guardarlo.
<<Se continui a fissarmi così mi imbarazzi>> dice improvvisamente mentre non smuove lo sguardo dal libro.
Ecco, un altra figura di merda. Se ne è accorto. E adesso? Di certo non posso dirgli che lo guardavo per chissà quale motivo.
<<Non atteggiarti, di certo non stavo guardando te>> dico, in modo arrogante.
<<Allora cosa guardavi?>>
<<Il....il finestrino... Ma poi cosa cazzo te ne frega. Saranno pure cazzi miei.>> Si, quando non so come reagire nelle situazioni divento antipatica. Non lo facevo apposta, era una sorta di autodifesa.
<<Hahaha beh scusami allora mi sono impressionato. Comunque questa è la millesima volta che dici la parola cazzo.>>
Cala il silenzio tombale. Io imbarazzatissima.
Per circa 10 minuti nessuno parla. Marta nel frattempo stava già dormendo, ma come cazzo fa a dormire ovunque mi domando.
Alessia continua ad ascoltare musica e mi sorride facendomi capire che ha sentito il nostro discorso. Mi sentivo totalmente in imbarazzo.
Dato che nessuno parla, e non ho ne libri, ne auricolari, decido di attaccare bottone col tizio.
<<Cosa stai leggendo?>>
<< I ragazzi dello zoo di Berlino>>
<<Ma è il mio libro preferito, l'avrò letto almeno 100 volte!>>
Il ragazzo smette di guardare il suo libro e posa il suo sguardo su di me sorridendo.
<<Me lo sono fatto prestare da un amico. Non avevo mai avuto l'occasione di leggerlo. Sono ancora all'inizio della storia>>
<<Ti piacerà sicuramente>> esclamo accennando un sorriso.
<<Beh, quindi tu leggi molto?>> Mi domanda.
<<Non moltissimo, leggo quando capita. Tipo adesso mi pento di non essermi portata un libro, odio stare in treno>>
<<Ahahah, ti capisco, per me ormai viaggiare in treno è routine. Lo faccio per lavoro.>>
Mentre il ragazzo dalla voce dolce e rilassante mi parla, noto che sulla sua felpa nera è stampata una piccola mano che fa il segno delle corna.
<<Questa è del brand di Ghali?>>
Gli domando.
<<Si, in realtà lavoro per lui. Faccio parte di STO.>>
Lo guardo stupita. Conosco Ghali e vorrei tanto arrivare un giorno ad avere il successo che ha avuto lui con la mia musica.
<<Wow, complimenti. Adesso capisco perché sei sempre in treno>>
<<Beh in realtà non è proprio per questo. Oltre a lavorare per Ghali sono anche uno scrittore. Ho tanti impegni. Sono sempre in giro>>.
Cazzo, non ci posso credere. Guarda un po' i casi della vita chi ti portano a
conoscere.
<<Sai anch'io faccio musica. Mi sto trasferendo a Milano. Ho lanciato un pezzo che ha avuto abbastanza successo. Adesso però ho avuto una proposta da un etichetta discografica. Forse riuscirò a concretizzare il mio lavoro>> gli racconto, emozionata.
<<Fammi sentire!>>
Gli faccio sentire il pezzo e dividiamo i suoi auricolari.
<<Hai talento ragazza. Secondo me spacchi. Ti devo presentare ai miei amici ... Sei forte. >> Esclama dopo aver ascoltato il mio pezzo.
<<Ti ringrazio, ma ancora non mi hai detto come ti chiami. Io sono Ilaria.>>
Lui sfila l'auricolare dall'orecchio e poi mi dà la mano.
<<Io sono Antonio, piacere>>.

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SPAZIO AUTRICE
Eeeee anche questo capitolo è concluso. Cosa ne pensate?
C'è ancora tanto da raccontare, questo è solo l'inizio... Nel prossimo capitolo le cose saranno più chiare. Nel frattempo, stay tuned !

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