13 Gennaio, parte terza.

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Ciao ragazze! Come potete vedere sto cercando di postare un capitolo al giorno per non deludervi! Lasciate una stellina se vi piace la storia e fatemi sapere se vi sta piacendo! Xoxo😘💜
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Non posso più tenermi tutto dentro, sto per scoppiare dai sensi di colpa nei confronti di Antonio, mi sento una persona orribile. Non ho fatto altro che trattarlo male ed evitarlo, e per giunta gli ho anche mentito.
Devo assolutamente parlargli e l'unico modo per farlo è andare a casa sua.
Antonio oltre a lavorare per Ghali è anche uno scrittore, quindi spesso si trova a casa a lavorare al computer per scrivere. Spero di trovarlo lì.
Mi incammino verso casa sua prendendo un bus, non siamo molto distanti, infatti dopo un paio di fermate scendo e mi reco da lui.
Ho un ansia addosso incredibile, nella mia mente cerco di preparare un discorso coerente e deciso da fargli quando lo vedrò, ma sono così confusa che non so nemmeno da dove iniziare, mi perdo continuamente in mille paranoia.
Beh, basta ormai sono fuori casa sua, o la va o la spacca, prendiamola con filosofia.
Busso al citofono e attendo qualche secondo...

"Chi è?"

"Anto, sono io"

"Che ci fai qui?"

"Fammi entrare".
Sento il portone aprirsi e mi fiondo dentro. Ecco che l'ansia inizia ad assalirmi gradino dopo gradino.
Antonio abita solamente al 1 piano quindi salgo e trovo la porta di casa sua già aperta. Chiedo permesso ed entro, ma nessuno risponde.

"Anto dove sei?" Chiedo mentre chiudo la porta alle mie spalle e cammino verso il corridoio.

Una voce lontana risponde alla mia domanda:
"Sono in camera,entra".

Attraverso il corridoio ed entro nella sua stanza. È fantastico il modo in cui l'ha arredata, ci sono tanti poster e tanti quadri, poesie appese e scritte sul muro. C'è anche una mia dedica che gli feci qualche mese fa, scritta col pennarello indelebile... Vederla mi mette tanta tristezza addosso.
Qualcosa sta cambiando in me da quando Ghali è tornato e non posso nasconderglielo, non posso andare contro i miei sentimenti, prenderei in giro me stessa ma soprattutto farei del male a lui e non lo merita, non dopo tutto quello che ha fatto per me.
Come immaginavo lui è al computer a scrivere, ma appena mi vede entrare posa via tutto e mi fa segno di sedermi accanto a lui sul letto.

"Come stai?" Gli chiedo, mentre mi siedo.

"Bene, e tu?"

"Potrebbe andare meglio..." Gli rispondo, afferrando una ciocca di capelli e arrotolandola come segno di nervosismo.

"Nana, vorrei chiederti scusa per la mia reazione esagerata dell'altra sera, forse avrei dovuto parlarti con più calma...."
Non gli faccio continuare la frase.

"No, scusami tu. Sono stata vaga e ti ho fatto incazzare, hai tutte le ragioni di questo mondo. Senti, io non so come dirtelo, ma non posso tenertelo nascosto..."

Antonio mi guarda sorpreso:
"Che succede Nana?"

"Io quella sera ti ho mandato via per un motivo..."

"Immaginavo ci fosse un motivo."

"Durante la serata, ho ricevuto una chiamata da Ghali. Mi ha chiesto di vederci per parlare".

Antonio deglutisce e socchiude gli occhi come se già si aspettasse una risposta del genere.

"Immaginavo, sapevo che adesso sarebbe tornato e avrebbe rovinato tutto".

"No Anto, non è come pensi. Ci siamo visti solamente per parlare. Non è colpa sua, sono stata io la stupida a nascondertelo, dovevo dirtelo sin dall'inizio".

"Già, e perché non l'hai fatto allora?" Mi dice, con tono incazzato.

"Avevo paura di farti arrabbiare, non volevo rovinare tutto, ma mi sono resa conto che ho fatto peggio".

Lui non mi risponde ma mi osserva deluso. Sapevo che ci sarebbe rimasto male, ma non è il tipo che lo ammette. Antonio è stato sempre il tipo che si tiene tutto dentro.

"Scusa Anto davvero..." Gli ripeto, mortificata.

"Nana, dimmi la verità, c'è qualcosa tra voi due?" Mi domanda con la voce spezzata.

"No! Abbiamo solamente parlato, mi ha detto che gli mancavo. Sai bene che ci tengo a lui, non sono riuscita a mandarlo via, anche se so bene che a te da fastidio.."

"Lo so, ero io il coglione che ti consolava mentre lui era via a fare i cazzi suoi. Ero io il coglione che asciugava le tue lacrime e che cercava di farti sorridere, ma a quanto pare non è servito a nulla".
Il suo tono è sempre più incazzato.
Mi sento così in colpa che non riesco a trattenere le lacrime.

"Io apprezzo tutto quello che hai fatto per me, e ti ringrazio davvero, ma non posso dirti una bugia, voglio ancora bene a Ghali e non voglio mandarlo via".

"Ok Nana, allora sai bene cosa devi fare. La porta è lì".

"Anto perché non capisci? Non voglio nemmeno perdere te." Gli dico, piangendo.

"Mi dispiace Nana, ma non posso accettarlo. Ghali prova dei sentimenti per te, lo sa tutta la comitiva ormai. Sarei un idiota se accettassi che tu ritorni ad essergli amica".

Tutta la comitiva lo sa? Ghali prova dei sentimenti? A quanto pare io sono l'unica tenuta all'oscuro di tutto questo.

"Io non sono al corrente di questa situazione."

"Nana, ma dai, non dormire non sei più una bambina. Lo sai bene anche tu".

"Quindi vuoi chiudere tutto?" Gli dico, asciugando le lacrime.

"Se la tua scelta è lui, allora si. Prenditi tempo non voglio metterti fretta".

Bene, adesso mi trovo anche messa alle strette, o Ghali o Antonio.
Che situazione di merda.

"Non puoi minacciarmi così". Gli dico.

"Non è una minaccia, ma devi scegliere Nana, non puoi continuare a far finta di niente per sempre. Scusa ma adesso devo continuare a lavorare. Torna da me se sei sicura di volermi, altrimenti puoi anche non tornare più".

Non rispondo, ma mi alzo e lo saluto andandomene. Cosa dovrei dirgli? Mi sento messa alle strette.

Continuo a piangere sempre più delusa e amareggiata da questa situazione e chiamo subito Marta per avere conforto.
Ovviamente subito mi risponde, e mi dice di aspettarla.

"Ti vengo a prendere Nana, rimani li".

Accendo due sigarette una dietro l'altra mentre la aspetto per il nervosismo, e quando arriva entro in macchina e scoppio di nuovo a piangere.

"Nana non ti ho mai vista così" mi dice, abbracciandomi.

"Antonio mi ha detto che devo prendere una decisione, ma come faccio a decidere fra due persone a cui tengo? È impossibile" le rispondo, mentre cerco di calmarmi dal pianto.

"Io credo che la risposta ce l'hai nel tuo cuore, devi solo aspettare per capire."

"Io non so dove sbattere la testa".

"Facciamo così, stasera niente ragazzi, ti porto in un posto, solo io e te."

Marta mette in moto e si incammina, facciamo una mezz'oretta di viaggio e poi arriviamo a destinazione. Arriviamo fuori un pub  lontano da Milano centro, molto piccolo ma carino.

"Dai scendi, stasera ci ingozziamo insieme".
Mi dice, parcheggiando la macchina.

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Bene ragazze,lo so questo capitolo è breve , stasera cercherò di pubblicare il resto sperando di farcela! Oggi ho una giornata piena di impegni ma non volevo lasciarvi oggi senza nemmeno un pezzettino! 💜

Ti voglio bene.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora