Capitolo 26

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Ho le mani fasciate perché piene di tagli. Sono tre giorni che piango, non mangio, non parlo con nessuno e il letto é diventato una specie di rifugio. Mi manca. Non dovevo rovinare tutto, sono un coglione! Esco dal mio groviglio di coperte tirando su con il naso, oggi devo andare a scuola, e mi incammino verso il bagno. Il mio aspetto fa schifo, ma ormai che importa? Mi lavo la faccia tentando di sistemare la situazione ed infine anche i denti. Torno in camera mia per vestirmi, sempre le stesse cose, i miei jeans neri skinny e la maglietta nera dei nirvana. Metto i calzini e le mie vans nere. Oggi si torna in scena. So già che Elsa mi ucciderà, forse é meglio, me ne farò una ragione. Butto nello zaino l'essenziale per la giornata e scendo le scale non trovando nessuno per la mia strada, meglio così. Mi avvio direttamente verso la porta d'ingresso senza dire nulla.

"Luke!" sento urlare da Calum, ma ormai sono già fuori.

Infilòlo gli auricolari e mi lascio persuadere dalla musica che invade le mie orecchie. Calcio qualche lattina per la strada mentre cammino verso scuola. Il mio sguardo é basso e privo di emozioni, non ha più senso provare sentimenti. Alzo per un istante lo sguardo e sorrido amaramente vedendo le coppiette scambiarsi teneri baci e tenersi per mano. E pensare che potremmo esserci io e Nico....Valentine al loro posto. Sono felice che si faccia di nuovo chiamare così, Nicole la infastidiva. Varco la soglia del cortile della scuola a sguardo basso -mi vergogno di me stesso- senza salutare nessuno vado sul retro dell'Istituto e mi appoggio al muro. Mi lascio scivolare giù fino a toccare l'asfalto. Caccio la testa all'indietro e fisso il cielo. Una volta un amico irlandese mi disse Se ti senti solo guarda in alto e ricordati che siamo sotto lo stesso cielo, ora che non c'è fisso sempre in alto pensando a lei. Una lacrima varca lenta la mia guancia e sento qualcuno asciugarmerla, mi volto di scatto verso questa persona con la falsa speranza che sia lei. Elsa mi sorride dolcemente carezzandomi la guancia. Noto più in là Harry che la tiene d'occhio, la loro storia é fra le più belle che abbia mai sentito, Harry qualche anno fa venne qui per l'estate ed ha incontrato Elsa e per lei si é trasferito qui da Holmes Chapel, un gesto davvero dolce che ha conquistato il cuore della ragazza bionda. Si alza e mi tende la mano incitandomi ad andare con loro. Accetto cordialmente la mano alzandomi e camminando con lei verso Harry, lascia la mia  mano e la intreccia a quella del riccio dandogli un bacio sulla guancia.

"Vedrai che andrà tutto per il meglio" mi rassicura Harry poggiando una mano sulla mia spalla.

Sono più alto io che lui, ma non di molto, hanno entrambi vent'anni e ognuno ha la sua motivazione. Harry aveva la madre che non stava bene e fra scuola e lavoro non riusciva a studiare, e l'anno scorso si é lasciato un po' andare. Elsa, si sa, é stata in coma e ha saltato due anni purtroppo. Or soni entrambi al quinto come Ashton che però é ritardatario. Ci avviamo verso l'entrata principale e ci sono un sacco di persone che mi fissano così abbasso lo sguardo.

"Chi l'avrebbe mai detto che Hemmings sarebbe stato così male per una ragazza" sento bisbigliare a qualche coglione.

Scuoto la testa e tento si non pensarci.

"Tu!!" sento urlare da una voce molto familiare. Mi giro verso questa persona "Ma che cazzo non potevi aspettarci??" mi urla contro Ashton.

Faccio spallucce e abbasso lo sguardo.

"Cazzo, Luke, sei ridotto male! Da quanto non mangi?" mi chiede Michael.

Alzo lo sguardo notando che mi stanno squadrando da capo a piedi. Li verso frugare nello zaino per poi uscirne una barretta al cioccolato fondente con nocciole, il mio preferito. Me la porge e la prendo insicuro guardandola nelle mie mani.

"Non dire una cazzo di parola e mangia!" mi ordinano "Subito!!!"

Mi lascio sfuggire un brevissimo risolino e estraggo dalla confezione la mia barretta mangiandola pezzetto per pezzetto, gustandone ogni singola parte. Ricordo quando ne feci fuori venti con i ragazzi quando avevamo circa tredici anni, erano di quelle grandi e ne mangiammo cinque ciascuno e come risultato avemmo tutti un mal di pancia tremendo.

"Grazie" biascico pensando che non mi abbiano sentito.

"Oh mio Dio!! Ha parlato, miracolo!!!!" esulta Calum.

"Grazie ragazzi, vi voglio bene!" mi lascio sfuggire.

Ed é così, gli voglio un bene dell'anima! Perché loro ci sono stati, ci sono e ci saranno. Lo so.

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