[Mi chiamo Anna, e ho 16 anni.
Quella che vi racconto qui, è la storia di una persona che si è dovuta riprendere la sua vita: questa è la mia storia.]
Ti ho visto per caso a scuola.
E da quella volta non sono più riuscita a dimenticarti.
Dal capitol...
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Ieri sono uscita con Marta. All'inizio non sapevo cosa fare ed ero molto agitata perché la verità è che, nonostante in questi giorni abbia provato a farmi passare la cotta per lei, non ci sono riuscita affatto. Ogni volta che la vedo a scuola, mi sento la persona più felice del mondo. Detto ciò, abbiamo deciso di uscire di sera e di cenare insieme per poi andare direttamente al cinema. Durante la cena abbiamo parlato dei nostri interessi comuni, e di alcuni nostri pensieri riguardo alcune tematiche. Dopodiché siamo andate a piedi al cinema, che non dista molto dal ristorante dove abbiamo mangiato. Ho lasciato scegliere il film a lei, perché volevo che si divertisse e che fosse felice. Così abbiamo guardato un film horror, che sono il mio tipo preferito di film, quindi alla fine sono rimasta felice della sua scelta anche io. All'inizio non era granché spaventoso, ma più il film andava avanti e più faceva paura. In realtà, a me anche le scene che potrebbero fare più paura non mi fanno fare altro che ridere. Marta invece era spaventata, e si vedeva: ad un certo punto durante una scena in cui un uomo toglieva la pelle ad un bambino vivo, l'ho sentita stringermi fortissimo la mano. Mi sono girata verso di lei e mi stava guardando: non riuscendo a sostenere il suo sguardo, mi sono girata nuovamente verso lo schermo per continuare a vedere il film. Passano circa venti minuti e Marta mi sta ancora stringendo la mano, e se fosse per me gliela terrei sempre, quella bellissima mano tanto piccolina. Mi sussurra qualcosa ma il volume è troppo forte e le chiedo di ripetere. "Vado in bagno", mi dice. "Va bene", rispondo. Mi guarda e lì per lì non capisco cosa stia aspettando, poi aggiunge: "Vieni con me?" Faccio cenno di sì con la testa, e insieme andiamo in bagno. I bagni sono tutti occupati tranne uno, ma la sua porta non si chiude. "Entri con me e mi tieni la porta?" Deglutisco, sono abbastanza emozionata, ma le dico di sì. Entriamo in bagno, ma non sembra dover fare qualcosa di urgente: prende il cellulare e lo fissa, poi mi guarda, e torna all'oggetto. Non capisco cosa stia facendo e cosa voglia arrivare a fare, sono confusa. "Ti devo parlare", mi dice dopo qualche minuto, e subito mi agito, non capisco perché, ho paura che magari possa aver saputo della mia cotta per lei. "D-di cosa...?", le chiedo, la voce che trema. "Anzi, non parlare. È solo che...non so come dirtelo, come fartelo capire...", si corregge. "Ma cosa?", insisto nel chiedere. Sono contro la porta, e lei si avvicina guardandomi. "Cosa?", continuo a insistere, voglio una risposta. Ma la risposta non arriva. In compenso, arriva qualcosa di molto meglio. Quando mi è abbastanza vicina, io la guardo, e lei guarda me. Si avvicina ancora verso di me con la faccia, sono più confusa di prima, spalanco gli occhi. E poi mi bacia, e subito si allontana, le sento il fiatone. "Ecco...è questo.Questo che volevo dirti.Tu mi piaci, tantissimo, ma avevo paura di dirtelo. E ho paura tuttora, paura che tu possa essere etero, che tu mi veda solo come un'amica... avevo paura perché..." Le tappo la bocca. La fisso negli occhi, ne ho finalmente il coraggio. E torno a baciarla, la tengo per i fianchi, mi sento come mai prima. E non c'è nulla nel mondo oltre me e lei, e nulla al mondo che ci possa separare.