[Mi chiamo Anna, e ho 16 anni.
Quella che vi racconto qui, è la storia di una persona che si è dovuta riprendere la sua vita: questa è la mia storia.]
Ti ho visto per caso a scuola.
E da quella volta non sono più riuscita a dimenticarti.
Dal capitol...
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Apro lentamente gli occhi e vedo ancora una volta quelle forti luci di qualche giorno prima. Questa volta però non vedo e non sento nessuno parlare, cosa che mi gratifica non poco. La porta della mia stanza è chiusa e spero lo resti per molto altro tempo: voglio restare da sola. Deglutisco e mi rendo conto di avere la bocca secca, sento un grande bisogno di bere. Giro con grande sforzo la testa in ricerca di una bottiglietta ma, alla mia sinistra, trovo invece una ragazza coricata al mio fianco intenta a riposarsi. Mi passo le mani sugli occhi per cercare di vedere meglio l'immagine ancora un po' sfocata, mi sforzo e capisco finalmente di chi si tratta, mi ricordo subito di lei: Marta. Non so cosa fare e penso se lasciarla dormire o svegliarla, ma decido di lasciarla stare e aspettare che si risvegli da sola. Finalmente vedo una bottiglietta appoggiata sul comodino che si trova però di fianco a Marta. Con grandissimo sforzo cerco di alzare il busto per poter arrivare alla bottiglietta, ma non riesco ad avvicinarmi abbastanza ed esausta mi butto con un tonfo sul letto. Mi ero dimenticata che Marta stava dormendo, e quando me ne ricordo è troppo tardi. Inizia a muoversi nel sonno e si sveglia, fa un grande sbadiglio e poi si siede a gambe incrociate: mi guarda sorpresa, ha uno sguardo felice e subito si avvicina di più a me in modo da potermi abbracciare. Mi sussurra singhiozzando: "Mi sei mancata tantissimo. Mi hai fatto preoccupare, sei una scema. Non farlo mai più, ho avuto una grandissima paura di perderti per sempre." Cerco di stringerla forte tra le mie braccia che si rivelano però ancora incredibilmente deboli, e scoppio a piangere lasciandomi alle emozioni. "Perché piangi?" "Perché sono una buona a nulla." "Non è vero, smettila.Smettila subito." "No.Avrei dovuto morire. Sarebbe stato meglio per tutti." "E invece si, la smetti e anche velocemente.Smettila subito di dire scemenze, io non potrei più vivere ora senza di te." "Ho detto solo la verità" "Smettila subito ti ho detto!" "Altrimenti?" "Altrimenti non ti bacio." Mi zittisco immediatamente. Lo voglio un suo bacio, eccome se lo voglio. "Brava la mia piccola", mi dice. Io sono sdraiata a pancia all'aria e lei si siede cavalcioni sopra di me chinandosi verso il mio viso, i nostri corpi sono in contatto tra loro. Mi poggia una mano sulla faccia e mi bacia mentre mi accarezza, mi passa le mani tra i capelli per poi scendere lentamente verso i fianchi sfiorandomi con le sue mani il seno, e io semplicemente la lascio fare, per me può continuare quanto vuole, mi sento benissimo. Mi era mancata così tanto.