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Era meta settimana, fabrizio aveva accompagnato libero a scuola e successivamente di pomeriggio sarebbe passato a prenderlo con ermal.

Erano in studio con ermal che provava qualche pezzo e visto che fabrizio non aveva niente da fare decise di fermarsi ad ascoltarlo un po, controllo l'ora e chiamo il riccio per andare a prendere libero da scuola.
Salirono in macchina e 5 minuti dopo erano davanti alla scuola.
Cerano molti bambini che giocavano tra loro, altri che andavano via con i genitori, qualcuno che li aspettava ma di libero nemmeno una traccia, fabrizio penso fosse ancora in aula, aspetto, aspetto ma niente.
Fermo la maestra e gli chiese dove fosse, <ma come? E venuto a prenderlo un signore, ha detto che era suo nonno...> cosa? No impossibile, lui non ce lo aveva il nonno, <e voi lo avete lasciato andare con uno sconosciuto? MA SIETE SCEMI!?>, ermal con un filo di voce gli chiese di descrivere l'uomo, fabrizio sembrava sul punto di assalire la maestra, ma poi senti la presa della mano sul suo braccio del riccio farsi sempre più stretta, <si e suo nonno, ci scusi per il disturbo, fabri andiamo> fabrizio si punto sul posto e fermo il riccio, <ermal, in che senso e suo nonno?>  ermal trattenne le lacrime solo perché cera la maestra e alcuni bambini li vicini. <si, e lui, ora andiamo> gli tremavano le mani, e fabrizio se ne accorse così ascolto il riccio e salirono in macchina, <NON CI POSSO CREDERE ! IO LO AMMAZZO!!> era talmente arrabbiato che non si accorse delle lacrime di ermal.
No, non poteva rivivere quell'incontro di nuovo. Non ce la faceva.
Fabrizio si giro per chiedergli dove andare ma non appena vide il riccio guardare il vuoto le parole gli morirono in bocca. Delicatamente gli poso una mano sulla guancia e gli asciugo le lacrime, <ermal...>, <scusa..  e colpa mia>, <no! Non dirlo neanche per scherzo!>, <fabri dobbiamo trovare libero, subito!>, <si! Dove dobbiamo andare?>, <n-non saprei, passiamo a casa che devo prendere una cosa...> non capiva, fabrizio, ma lo assecondo e andò a casa.

Arrivati ermal sali fino in camera loro, apri l'armadio e tiro fuori una foto e un numero, porse la foto a fabri e poi chiamo il numero mettendolo in vivavoce, bene o male fabrizio capi che l'uomo nella foto era il padre e il numero doveva essere il suo.
Finalmente rispose ma rispose in albanese, <parla italiano!> il riccio gli disse questa frase con la voce che tremava, voleva che capisse anche fabrizio, però il padre continuo a parlare in albanese, <non ne sono capace>, <a si? E come hai fatto a parlare con la maestra?>, <qualche frase qua e la sono bastate>, <SMETTILA DI PRENDERMI PER IL CULO! CE ANCHE FABRIZIO E VOGLIO CHE CAPISCA PURE LUI!!> in tutta questa conversazione fabrizio capi solo il suo nome pronunciato dal riccio, era arrabbiato ma lui non capiva il perché. Non poteva.
Li si e pentito di non conoscere lalbanese.
<uff...ok ok... allora ermal cosa vuoi?>
<io cosa voglio? TU cosa vuoi da noi? Perché hai preso Libero?> finalmente fabrizio capi la conversazione, ma non aveva la forza di rispondere a quell'uomo lascio parlare ermal.
<chi? Il ragazzetto intendi?>, <si lui!>, <o...e qui con me>, <si questo lo sappiamo! Dove sei?>, <lo rivuoi? Va bene, facciamo uno scambio! Tu per il ragazzino!> erano tornati a parlare in albanese e fabrizio non capi, però vide il riccio cambiare espressione, da infuriato a terrorizzato in un attimo.
<c-cosa?>, <hai capito bene ermal, lo rivuoi indietro bene! Vieni qui a riprenderlo!> <NO! Non farlo, lascialo e basta...>, <no ermal, se lo rivuoi vieni qui, te l'ho già detto!> a questo punto fabrizio era più confuso che mai, apri bocca per parlare ma la chiamata si chiuse.
Vide il telefono volare e poi ermal in ginocchio a piangere disperato, <ermal...ma cosa...?>....

addio per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora