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<dobbiamo andare!>, il padre non gli disse dove, ma ermal lo sapeva già.
Aveva notato una casa abbandonata molto simile alla sua in albania, sicuramente era li.
<aspetta! Andare dove? Che ti ha detto?>, se avesse detto a fabri che voleva lui...sarebbe impazzito, doveva inventarsi una scusa...<ha detto...che se non andiamo a prenderlo subito lo lascia in mezzo alla strada...>, <va bene...andiamo> fabrizio non ci credeva più di tanto, però, perché dovrebbe mentirgli ermal? Così decise di ascoltarlo.
Salirono in macchina e guidarono.

Libero era da solo in una stanza buia, legato, per terra. Entro quell'uomo che si era definito suo nonno, ma lui sapeva che il nonno era morto tanti anni  fa...<chi sei tu?> l'uomo gli grido qualcosa in una lingua che non conosceva e poi lo colpi, zitto, doveva stare zitto. Avrebbe aspettato che arrivasse qualcuno per lui.

Ermal entro in quella casa di corsa, con fabrizio subito dopo, <pa'!!>.
Non appena senti la voce di ermal, sorridendo, andò da loro, <dove libero> parli fabrizio questa volta, era grande, bianco come ermal coi suoi stessi capelli, ma gli occhi, gli occhi no, erano pieni di odio e disprezzo. <bene, quindi sei venuto ermal. Bene puoi portarti via il ragazzetto, e di la...> fabrizio guardo ermal per chiedergli conferma, <vai fabri.> si allontano guardandoli ma poi si mise a correre per raggiungerlo.

<bene, quindi ti sacrifichi per il bambino!>, <no, no perché oggi tu morirai qui.> una risata, quasi isterica si propaganda in tutta la stanza. Intanto fabrizio era tornato con libero e non aveva sentito niente del loro discorso in albanese, udì solo la risata.
Disse a libero di andare in macchina e chiudersi dentro.  Non voleva ubbidire, aveva paura, paura per loro, ma alla fine ascolto il padre.

L'uomo inizio a avanzare verso il riccio, ma fabrizio si mise davanti, iniziarono a prendersi a pugni, poi fabrizio vide un buco, uno grande, nel pavimento della camera.
Se fosse caduto li sarebbe morto di sicuro. Inizio a spingerlo con il suo corpo verso quella fossa creata nel tempo. Ermal capi quello che voleva fare, ma non poteva aiutarlo, non sapeva come aiutarlo, era troppo magro per fare qualsiasi cosa, così, lascio fare tutto a fabrizio. Erano ormai al bordo della fossa, in bilico, da li a poco sarebbero caduti entrambi, eppure non fu così. Ermal prese una rincorsa e utilizzando il peso del suocorpo si butto su suo padre, che perdendo l'equilibrio, inevitabilmente, cadde, si trascino giù con se anche ermal e fabrizio, ma prima che fabrizio potesse cadere di sotto con loro ermal lo spintono dall'altro lato, facendolo atterrare sul pavimento, al sicuro.
Si affaccio e vide ermal precipitare nel vuoto, un movimento di labbra da parte del riccio, gli aveva detto qualcosa, ma non capi. Lacrime, urla, disperazione, questo sentiva ermal provenire dal romano, mentre precipitava con un mostro, verso il rosso. Papaveri, papaveri sul fondo della fossa, a tingere il tutto di rosso.
Arrivo in fondo. Un colpo, un dolore, gli occhi del mostro di fianco a lui che si spegnevano, la vita che scivolava via. Poi buio...

addio per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora