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Stava camminando per le strade di roma per tornare a casa, poi una mano lo afferro con prepotenza tirandolo in un angolo ceco, non aveva capito cosa fosse successo ma quando alzo lo sguardo vide i suoi occhi, non era possibile, era passato un mese.
Poi, solo spintoni, pugni e calci.
Tutto nero.
Si risveglio in quell'angolo, lui non cera più, gli aveva lasciato un livido gigante sul torso. Che male. Con fatica si alzo e torno a casa.

Si sveglio di soprassalto ma subito due braccia tatuate lo abbracciarono, lui si strinse a lui.
Era al sicuro, era con fabrizio, non gli sarebbe successo più niente. Poi, si ricordo, giada, il livido, fabrizio che lo trascinava a casa...<scusa> continuava a ripeterlo, ermal, fra le lacrime.
<non importa piccolo, stai bene? Sei svenuto...>, <si, sto bene>, <cazzo ermal... non farmi più spaventare così, ti prego...> qualche lacrima scivolo a fabri ma ermal non se ne accorse, il riccio lo strinse di più a se e continuava a ripetere come un mantra parole di scuse.
Si staccarono e si scrutarono.
<adesso mi dici cosa e successo?> quella di fabri era quasi una supplica, a ermal fece male vedere fabri così debole, lui che a ogni incubo lo proteggeva, lui che era sempre stato forte per tutti, ora, non sembrava nemmeno essere li.
<certo>.

Gli racconto tutto, dal passato al presente...

addio per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora