my person

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"ehm, ciao Yon. è così che ti chiami vero?"
sulla porta c'erano due signori sulla quarantina, con delle enormi buste.
il signore, molto alto, aveva i miei stessi occhi.
la signora, poco più bassa, aveva le mie stesse labbra.
erano i miei genitori.
"è così che ti chiami" ripetei io, ridendo, come per prenderli in giro. ma in quel momento avevo solo bisogno di piangere.
"ma sì. torniamo dopo anni, da nostra figlia. lasciata a casa da sola, senza niente. che ha dovuto arrangiarsi ed essere presa in giro per tutto questo tempo. torniamo e speriamo che ci perdoni. tanto è una teenager stupida, ci obbedirà, vero? è questo che pensate di me. è questo che avete sempre pensato. e invece no, mamma. oh scusami, nome troppo impegnativo per te. siete solo degli estranei per me." dissi tutto d'un fiato, piangendo. dietro di loro, sul vialetto, apparve jimin, con la mano dietro la nuca.
"non vi perdonerò mai per ciò che avete fatto. e per ciò che state continuando a fare. mi avete rovinato la vita, okay? mettetevelo in testa. voi avete chiuso con me."
"ma noi-"
"noi, noi, noi. NOI UN CAZZO, VA BENE?! NON SIAMO UNA FAMIGLIA PER COLPA VOSTRA." avevo la voce spezzata.
"ANDATEVENE. ADESSO."
li cacciai e jimin dietro di loro era rimasto a bocca aperta.
"posso-"
"zitto."
ero seduta su uno scalino, con la testa fra le gambe. il trucco era tutto colato e i miei capelli facevano letteralmente schifo. ma adesso pensavo solo a quei due. con quale coraggio sono tornati da me?
"tipetta"
"che cazzo vuoi, anche tu, ora?!"
"smettila di nasconderti. sei bellissima anche così."
"stai delirando. e poi lasciami perdere. non sto bene"
entrai di corsa dentro.
avevo bisogno di fare una cosa che ormai non facevo da 4 anni.
andai in bagno.
presi la lametta, in lacrime.
segnai dei tagli profondi sulle braccia, provocando una grande fuoriuscita di sangue.
piansi ancora di più.
stavo per svenire. me lo sentivo.
sono una che sviene molto facilmente con il sovraccarico di emozioni. belle o brutte che siano. il lavandino era tutto rosso.
mi buttai sul letto e non capii più nulla.

LELLA'S POV
era da un po' di tempo che non sentivo Yon. mi mancava. ero stata troppo con Yoongi, tra baci, carezze, abbracci, e altro...
decisi di chiamarla, ma non rispose.
chiamai alessia, poteva essere con lei.
"Lella! come stai?"
"bene Ale, grazie. senti hai notizie di Yon?"
"ehm, non la sento da stamattina. da quando le ho detto che Jimin è ricaduto in droga, alcool e puttane."
oh no.
"okay grazie"
chiusi la chiamata e guardai Yoongi steso sul letto. era così immacolato. gli lasciai un ultimo bacio sulle labbra e scappai a casa di Yon.
quando arrivai, la porta ovviamente era chiusa.
"YON, SONO LELLA. APRIMI"
niente.
"YON, DAI, SMETTILA DI FARE LA BAMBINA E APRI QUESTA CAZZO DI PORTA"
ancora nulla.
"YON, DIO SANTO, GIURO CHE SFONDO TUTTO."
mi ricordai delle sue parole di qualche giorno prima
"io lascio sempre una chiave sotto il vaso, se vuoi entrare, fai con comodo. tanto siamo amiche, no?"
cercai subito le chiavi. dopo poco le trovai.
quando entrai, iniziai ad urlare il suo nome.
cercai dappertutto.
quando arrivai nella sua stanza per poco non mi misi a piangere.
era stesa sul letto. con il sangue sul braccio.
poteva avere 9-10 tagli. le lenzuola sporche e lei svenuta.
"Y-yon" riuscii solo a dire.
mi avvicinai a lei e sentii il suo cuore battere.
"perché lo hai fatto?" scoppiai a piangere.
chiamai Alessia e Jimin. non sapevo cosa fare.

JIMIN'S POV
"Lella, dimmi tutto"
"Yon, sangue, io non so cosa fare, non sta bene. jimin aiutami." sembrava davvero allarmata e stava piangendo.
arrivai velocemente a casa di Yon.
la porta era aperta e vidi Lella tremare, abbracciata da Alessia in lacrime.
"vai di s-sopra"
salii le scale, e quando girai lo sguardo vidi una scena raccapricciante.
non poteva essere successo.
non poteva essere diventata autolesionista.
non poteva aver cercato di uccidersi.
"no..." piansi anche io. ed era la prima volta. Yon era davvero importante per me. e vederla in quello stato mi uccise dentro.
mi avvicinai al suo corpo, che respirava a fatica.
"tipetta..." una mia lacrima cadde sui suoi tagli
lei aprii gli occhi, lentamente.
"cosa ci f-fai tu q-qui? p-perchè s-stai piangendo per m-me?"
la aiutai a sistemarsi e a sedersi sul letto.
le guardai il braccio. erano profondi.
"sono solo tagli, l-lascia stare."
"lascia stare un cazzo Yon. non capisci quanto tu sia speciale per me. non sei un'amica. sei molto di più. sei quella che riesce a rendermi felice. che con i suoi baci, riesce a migliorarmi la giornata. tu sei la mia persona" dissi io, con le lacrime che uscivano a profusione.
lei aveva gli occhi spalancati, e il trucco colato.
dio. era bellissima anche così.
si prese il braccio e si girò. la abbracciai.
accarezzai i tagli, li avvicinai alla bocca e li baciai, il più piano possibile.
lei piangeva.
ma avrei fatto il possibile per renderla felice.

YON'S POV
in quel momento, mentre guardai jimin baciare quelle brutte cicatrici, capii davvero che lui ci teneva a me. ero la sua tipetta. e lui il mio tipetto.
non smisi di piangere un minuto.
"s-sei davvero un t-tipetto carino" fu tutto ciò che riuscii a dire, con voce flebile.
peró aggiustai tutto, perché lo baciai io.
per la prima volta feci io un passo avanti.
avevo bisogno dei suoi baci, in quel momento, e forse per sempre.
anche lui stava piangendo.
"smettila di piangere" sussurrai mentre le nostre fronti erano l'una contro l'altra.
"mi hai fatto prendere un bello spavento."
prese una pausa e poi disse
"non voglio perderti. non voglio perdere una come te."
gli asciugai il viso con la mia felpa e gli presi le sue piccole e tenere manine.
"non mi perderai, tipetto."
sorrise.
era così piccolo e innocente quando lo faceva.
non mi trattenni. presi le coperte, avvolsi prima lui, poi me e lo abbracciai.
"sei tutto ciò di cui ho bisogno."
"grazie per avermi salvata"
"grazie a te. grazie perchè sei fantastica e meravigliosa. grazie perchè essendo semplicemente te stessa, riesci a farmi star bene. ti amo Yon"
a quelle parole non riuscii a non sorridere.
forse lo amavo anche io.

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