La serata è trascorsa tra chiacchiere, racconti, cibo buonissimo ed un paio di bicchiari di vino, sufficienti a rendirci abbastanza brilli.
Sono ormai le unidici passate, decidiamo così di fare due passi all'aria aperta per smaltire l'ottima ma abbondante cena. Inutile dire che le mie proteste per dividere il conto non sono servite a niente, e mi sono così ritrovata costretta a rinunciare e a ringraziare Killian.
"Allora Swan, dove vuoi andare?" Mi chiede una volta usciti dal palazzo "A dire il vero non ho molta voglia di camminare, queste scarpe mi stanno uccidendo" dico non senza un filo di imbarazzo riferendomi al tacco 12 che Regina mi ha costretto ad indossare. Senza dire niente Killian si avvicina a me e purtroppo capisco le sue intenzioni quando è troppo tardi. In un secondo fa scivolare una mano dietro le mie ginocchia e l'altra sulla mia schiena e, come se pesassi meno di una piuma, mi solleva da terra senza la minima fatica. "Ma che stai- ahh" mi lascio sfuggire un leggero grido di stupore. In men che non si dica mi ritrovo con le braccia allacciate intorno al suo collo per la paura di cadere, nonostante la sua presa sia ben salda a pochi centimetri dal mio fondoschiena. "Mettimi giù immediatamente!" Dico indignata "Eddai Swan, non fare così! Hai detto che ti fanno male i piedi e ti sto evitando una vescica!" Risponde con naturalezza "Oh andiamo Jones, sappiamo entrambi che è solo una scusa per palparmi" dico con sfacciataggine "Diciamo che non mi dispiace, ma volevo davvero aiutarti" sussurra per poi iniziare a camminare sempre tenedomi stretta a sé.
La mia testa mi sta gridando di scogliere la presa e riprendere a camminare sulle mie gambe, per il bene di tutti, ma la stanchezza e l'alcool che ho in corpo hanno la meglio. "Dove stiamo andando?" chiedo ormai rassegnata "A sederci su una panchina." "Sai sembravi più leggera!" Scherza "Ohh beh, nessuno ti ha detto di sollevarmi come fossi un sacco di patate!" Rispondo a tono "Come vuoi Swan, ma so per certo che mi ringrazierai" dice facendomi l'occhiolino. Alzo gli occhi al cielo e decido di ignorarlo come sempre.
È così dannatamente fastidioso, vanitoso e pieno di sé! Penso esasperata. Cosa mi spinge tuttavia a non dargli un pugno e tornare a camminare sulle mie gambe? Forse sto solo cercando di negare l'evidenza. La verità è che continuo ad uscirci e ad ignorarlo semplicemente perché in fondo le sue attenzioni mi fanno sentire bene, desiderata e ho solo paura a pensare che tra pochissimo tutto questo finirà.
Allo stesso tempo però so che portarlo avanti sarebbe un male per entrambi: io non voglio impegnarmi, non ora, ho tante ambizioni e tante cose da fare, non posso semplicemente rinunciare ai miei progetti e rimanere legata ad un ragazzo. E lui, beh onestamente non ho ancora capito cosa vuole in realtà. Gli interesso davvero? Cerca un'avventura di una notte? La verità è che non ne ho la più pallida idea.
Però era da tanto che non mi sentivo così viva, da quando quello stronzo se n'è andato senza una spiegazione, un messaggio, una chiamata. È semplicemente uscito dalla mia vita con la stessa velocità con cui vi era entrato.
Il lieve vento che mi solletica i capelli e mi provoca un leggero brivido mi riporta alla realtà, ultimamente mi sto perdendo troppo spesso nei miei pensieri. "Hai freddo?" Chiede Killian premuroso "No, tranquillo sto bene" lo rassicuro. Solo in quel momento mi rendo conto che siamo arrivati in un parco e ci troviamo esattamente di fronte ad una panchina. "Tesoro non fraintedermi, tenere le mani sulle tue belle gambe è molto piacevole, ma che ne dici di sederti sulla panchina?" Chiede in tono divertito. "Oh io sisi certo e...Ti ho già detto di non chiamarmi tesoro!" E così dicendo mi libero dalla presa delle sue braccia e mi rimetto in piedi.
Ci sediamo sulla panchina e rimaniamo in silenzio fino a quando una folata di vento mi provoca un altro brivido, che ovviamente non sfugge a Killian. "Stai tremando." "Sto bene" dico di nuovo distogliendo lo sguardo da lui. Neanche 2 secondi dopo sento qualcosa di caldo poggiarsi sulla mia schiena, lasciata scoperta dal vestito. "Sei freddissima", e così dicendo si sfila la giacca e me la appoggia sulle spalle. In quel momento mi giro verso di lui e i nostri occhi si incontrano "Grazie" dico leggermente a disagio. "Sai Swan, non che non apprezzi, ma questo vestito non ti copre molto e non vorrei che l'ultimo ricordo che avrai di questi giorni passati insieme sarà che ti ho fatto ammalare proprio durante l'ultima sera" dice con un sorriso malinconico, ricambio il sorriso e continuiamo a fissarci, come se ci stessimo leggendo dentro attraverso gli occhi, e sono certa che stiamo pensando esattamente la stessa cosa. "Si è fatto tardi..." dico un po' dispiaciuta "Oh, è mezzanotte passata. Andiamo ti accompagno a casa" e così dicendo si alza in piedi "Non c'è bisogno, davvero, posso prendere la metro: ho solo due fermate". "Sciocchezze! Ho la macchina, e poi non vorrei che cadessi con quei tacchi" risponde prendendomi in giro per l'ennesima volta. "D'accordo, grazie" dico sospirando."Eccoci Swan" dice Killian aprendomi la portiera. Come ormai d'abitudine mi accompagna alla porta. "Grazie per la bella serata, per...tutto. Alla fine non sono state tanto male queste uscite. Mi sono divertita" "Sono stato bene anche io Swan. E...se ti va ogni tanto potremmo uscire ancora, non deve essere per forza un addio". Non deve esserlo per forza, ma deve esserlo per il nostro bene "D'accordo...allora...buona notte Killian" "Notte Swan. Sono contento di averti fatta sorridere, mi dispiace solo di non essere riuscito a farti cambiare idea" Dice con una punta di amarezza. "Non fraintendermi Killian io...sono stata bene. Davvero bene. Come non mi succedeva da molto. È solo che...una relazione non è quello che cerco al momento." Faccio una pausa cercando le parole giuste "Se pensi di non avermi fatto cambiare idea ti sbagli. Sei davvero dolce e simpatico e se vuoi possiamo essere amici. Mi farebbe piacere vederti ancora solo non nel modo in cui vorresti tu." Tengo lo sguardo basso, perché so che guardare quelle meravigliose gemme blu mi farebbe male. Non voglio ammetterlo, ma mi mancherà ricevere tutte quelle attenzioni da parte sua. In fondo mi ero abituata anche ai suoi commenti fuori luogo e malizosi e sapere di interessargli mi fa sentire bene. Ma non posso dargli false speranze, nè posso permettermi di averne. Così mi giro, infilo le chiavi nella serratura e appoggio una mano sulla maniglia per aprire la porta, ma proprio in quel momento sento una presa decisa sul mio braccio che mi costringe a voltarmi di scatto e, in un battito di ciglia, mi ritrovo tra le braccia di Killian. Le nostre fronti l'una contro l'altra, i nostri nasi di sfiorano, io nostri respiri si fondono e ad un tratto le nostre labbra si incontrano, dapprima lentamente, poi sempre più affamate, le nostre lingue si trovano e cominciano ad esplorarsi, a conoscersi, ad assaporarsi. Passo le mie mani tra i suoi capelli, neri e morbidi, proprio come me li ero immaginati. Lui porta le braccia dietro la mia schiena e mi attira ancora di più a sé, approfondendo il bacio. Non so dire per quanto siamo andati avanti, so solo che nel momento in cui ci stacchiamo sono senza fiato, così come lui. Restiamo in quella posizione ancora per un po', non apro gli occhi perché so esattamente che se dovessi farlo mi pentirei immediatamente di questo maledettissimo quanto meraviglioso bacio. Improvvisamente sento qualcosa di caldo e bagnato scendere lungo la mia guancia, e immediatamente la sua mano mi asciuga. "Emma?" Sussurra quasi con timore. Apro gli occhi e mi accorgo che sto piangendo, i nostri sguardi si incontrano e i miei occhi diventano prigionieri dei suoi. "Emma, che c'è tesoro?" Chiede ora più preoccupato "I-Io..Mi dispiace" dico infine, mi volto e corro dentro casa senza guardarmi indietro.
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We move like the ocean •Captain Swan•
Fanfiction"Il mio nome è Emma. Emma Swan. E non sono mai stata innamorata." Eccole, le prime righe del mio diario, le parole che hanno dato origine a tutto.