Capitolo 18

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Sono passati solo un paio di giorni da quella chiacchierata a tu per tu con Clarke ed inspiegabilmente non riesco a pensare ad altro. Lei è tornata nella modalità segretaria professionale e riservata e proprio per questo, credo che mi abbia rivolto si e no un paio di frasi in tutto, escludendo il buongiorno e il buonasera.

Onestamente, il fatto che abbia frequentato Harvard – la mia stessa Università – e che, per qualche strano scherzo del destino, la sua strada abbia incrociato la mia solo pochi mesi fa mi destabilizza, mi mette a disagio in un modo che non riesco a comprendere.

Poi perché ha lasciato l'Università? Per amore? Possibile che la sofferenza sia stata tale da farle prendere una decisione così radicale? L'ho sempre detto che l'amore è debolezza e questa è un'ulteriore prova a sostegno della mia tesi. Solo uno stronzo deficiente avrebbe potuto farla soffrire... magari l'ha usata per i suoi porci comodi e quando si è stufato l'ha scaricata alla prima occasione... tipico dei maschi. Se l'avessi tra le mani quel figlio di puttana lo strozzerei.

"Oh Gesù, credo di essere completamente folle, ogni istante che passa di più. Sto dando di matto. Non è possibile che io – la regina di una notte e via – cominci a fare la moralista e la paladina della giustizia per difendere l'onore di una fanciulla indifesa... no, è assurdo anche il solo pensarlo...", comincio a parlare ad alta voce al mio riflesso allo specchio, segno sempre più marcato che io sia andata completamente.

Devo resistere solo fino alla fine del week end, non voglio andare giù di testa proprio durante la fiera del libro, lunedì ho già fissato l'appuntamento con Indra e per una volta non vedo l'ora di farmi psicanalizzare.

Il grosso problema è che siamo solo a mercoledì sera e, se voglio sopravvivere, ho bisogno di evadere da questi assurdi pensieri, ho bisogno si svagarmi, di scollegare il cervello, di lasciarmi andare completamente, di dipendere da qualcuno che non sia la mia segretaria. Non finisco neanche di passare in rassegna l'elenco dei miei bisogni che subito mi viene in mente lei, la femme fatale, la sola ed unica che sia riuscita – per una notte intera – a farmi dimenticare le mia assurda ossessione per la mia segretaria, scatenandone una ben più intensa a sua favore. Ho bisogno di CJ.

Ci metto poco a prepararmi, non credo di essere mai stata così veloce in vita mia. Dopo una doccia rapida, mi trucco leggermente e passo in rassegna i miei vestiti. Scelgo un outfit sexy, forse un po' troppo provocante, ma è quello che voglio... essere sexy e provocante. In meno di un'ora sono già seduta nella mia Mercedes diretta verso il Dominion.

Arrivata al club, mi imbatto nello stesso energumeno gentile ed educato dell'altra sera.

"Buonasera...", mormoro appena.

"Buonasera a lei... prego entri pure, stasera la serata è libera...", mi saluta di rimando con un leggero inchino.

"Niente maschera", aggiunge poi, facendomi l'occhiolino.

Gli sorrido prima di oltrepassarlo ed entrare nel locale. Appena metto piede all'interno vengo subito avvolta da un senso di euforia e libertà. Credo che la mia prima impressione non sia tanto lontana dalla verità: mettono della droga nell'aria, o nei drink... ma anche se fosse... non mi interessa, questa spensieratezza è quello di cui ho bisogno.

Mi guardo intorno notando subito molta più gente dell'altra volta. Purtroppo di lei – di CJ – nemmeno l'ombra. Continuo a cercare mentre mi avvicino al bar per un drink e per mia fortuna mi imbatto nella proprietaria.

"Buonasera Octavia...", la saluto attirando la sua attenzione.

"Lexa... buonasera a te, ma che bella sorpresa rivederti... e così presto poi", ribatte tra l'entusiasta e il sorpreso.

The SecretaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora