Capitolo 13

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Dal capitolo precedente:

Non so se mi sia addormentata e quanto tempo sia passato, ma quando apro gli occhi sono stesa sul letto coperta da un lenzuolo rosso. Buffo, prima non avevo nemmeno notato il colore delle lenzuola, ne tanto meno l'arredamento della stanza!

Mi guardo intorno e mi scontro con quell'azzurro intenso. CJ, o meglio la mia padrona, è seduta ai piedi del letto – appoggiata con la schiena ad una colonna del baldacchino – intenta a fissarmi con solo quell'intimo sensuale e seducente – che tra parentesi le vorrei strappare a morsi – indosso. Non riesco ad interpretare la sua espressione, sembra quasi dolce, forse confusa, ma non le si addice. Che mi abbia guardato dormire? Sì, come no?! Non credo proprio sia da lei una cosa del genere.

"Hai fatto bei sogni Lexa? Spero che tu ti sia riposata piccola, perché la notte non è ancora finita ed io voglio godermela fino in fondo...voglio godere TE fino in fondo!".

Ok, adesso sì che la riconosco. E vai di secondo, terzo e forse quarto round. Non voglio che questa notte finisca, voglio far godere la mia padrona, voglio toccarla, baciarla, scoparla, voglio che urli il mio nome, voglio lei.

*****

CJ tira il lenzuolo verso di sé scoprendo lentamente il mio corpo, ancora senza veli. Il suo sguardo mi incendia, come se fosse un fiammifero che sfrega su una superficie ruvida in cerca di quella fiamma che lo fa accendere e bruciare lentamente.

"Hai un corpo stupendo piccola Lexa...", mormora non staccandomi gli occhi di dosso, facendomi una radiografia accurata partendo dalla testa fino ad arrivare ai piedi.

Vedo l'azzurro scomparire di colpo per cedere il posto al nero della lussuria. Tremo per l'eccitazione che solo il suo sguardo mi provoca. Sento la pelle incresparsi e mi sta solo guardando.

Oh Dio, perché mi sento così inerme davanti a lei? Cosa le dà tutto questo potere su di me? E perché cazzo mi piace così tanto essere la sua schiava? Sì, perché è questo quello che sono: la sua schiava!

Gattona verso di me come un predatore, mettendosi poi a cavalcioni sul mio corpo. Si erge sui miei fianchi in tutta la sua maestosità. Mi sento sopraffatta dalla sua bellezza. Il caldo comincia a irradiare il mio corpo, l'eccitazione comincia a bagnarmi e quando la sua fica – ancora ricoperta dal quel pezzettino di stoffa – tocca la mia una scarica elettrica mi fa gemere. La mia brama di lei è incontenibile, senza rendermene conto, le mie mani cercano il suo corpo, ma vengono bloccate – ancora una volta – sopra la mia testa dalle sue.

Voglio toccarti CJ! Padrona, ti prego... ti devo toccare, se no rischio di impazzire – trascurando il piccolo dettaglio, quasi irrilevante, che io sia già impazzita – ma se non ti tocco subito non rispondo più di me, devo assolutamente sentire la tua pelle sotto le mie dita... la sensazione che mi provoca sfiorare il tuo corpo...

"Uhm... c'è qualcuno qui che è già pronta ed impaziente... cosa c'è piccola Lexa, vuoi toccarmi?", chiede con una retorica disarmante.

"Oh sì", mugugno già in affanno.

"Sì cosa?", mi riprende con quel tono severo che mi fa bagnare ancora di più.

Cazzo, mi fa impazzire quando alza la voce e prende il controllo. Mi fa sentire la sua schiava, la sua sottomessa, potrei fare di tutto se me lo chiedesse. Forse dovrei vergognarmi di questa mia resa incondizionata, di questo mio lato remissivo uscito dal nulla, ma non ci riesco perché questo suo dominio mi eccita da morire.

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