Capitolo 25

3.1K 128 20
                                    

       

La fiera del libro comincia domani ed io ho ancora la testa fra le nuvole... e ovviamente il cervello non è da meno, sembra abbia preso la residenza alle Hawaii! Cavolo questa Hula deve essere proprio la cosa più strepitosa e coinvolgente del mondo, rapisce cervelli e neuroni e non li restituisce più. Ah, forse mi converrebbe raggiungerli, credo che una vacanza mi farebbe bene.

Continuo a rimuginare su cosa sia meglio fare. Andare da Clarke essere diretta e aprire il mio cuore o andarci con i piedi di piombo cercando di instaurare un rapporto più amichevole, fare conversazione e scoprire di più sul suo passato.

E poi c'è la misteriosa CJ? Cosa dovrei fare con lei? L'ho cercata come una disperata e poi sono fuggita nel cuore della notte dopo aver fatto l'amore con lei. Ho come l'impressione che non abbia gradito molto essere abbandonata così, in quel modo.

E Jane? Sono prepensa a credere che Indra abbia ragione. Sono andata a quella festa e sicuramente mi sono comportata da schifo con lei. Potrei chiedere ad Echo e Costia, loro erano presenti quella sera, ma non voglio metterle in mezzo, farebbero troppo domande alle quali potrei non essere in grado di rispondere e aumenterebbero solo il mio livello di frustrazione. 

Tutti questi dubbi sono controproducenti, mi incasino la testa e non riesco a concentrarmi, non combino nulla così. Credo di aver letto la stessa riga circa dieci volte. Mollo i documenti malamente sulla scrivania e mi getto all'indietro sullo schienale della poltrona. Controllo l'ora e mi accorgo di quanto sia già tardi: sono le sette di sera.

La porta del mio ufficio è ancora aperta, ho chiesto io ad Anya mentre usciva – qualche ora fa – di lasciarla così, mi sentivo soffocare e avevo bisogno di aria. Onestamente, non so se fosse quello il reale motivo o piuttosto avere una visione migliore sulla mia segretaria, rimane il fatto che Clarke sia ancora lì – nonostante sia tardissimo – intenta a digitare qualcosa sulla tastiera ed i miei occhi la cercano con avidità.

E se le parlassi adesso? Magari potrei chiederle di fare una pausa e fare due chiacchiere con me. Una pausa? Cazzo, sono le sette di sera e l'orario di lavoro è finito già da un paio d'ore genio, fra un po' se ne andrà a casa...

La vibrazione del mio cellulare mi fa sobbalzare, distogliendomi dalla mia missione di stalking quotidiano. Abbasso lo sguardo sul display e vedo la scritta 'Numero Sconosciuto' illuminare il telefono. Evito di fare congetture mentali e domande stupide tipo: 'chi potrà mai essere?' e rispondo. 

Quando alzo lo sguardo Clarke è scomparsa. 'Probabilmente sarà andata in bagno o magari è andata via... caspita che velocità però', penso tra me e me.

"Pronto?", chiedo titubante.

"Piccola Lexa... sei una persona difficile da rintracciare", sento la voce roca e sensuale di CJ e mi alzo di scatto, quasi fossi in preda al panico.

Ci mancava giusto lei ad incasinarmi la giornata... e poi come diavolo ha avuto il mio numero? Ho l'impressione che lei possa tutto e questo mi spaventa notevolmente.

Un strano senso si colpa mi fa correre verso la porta dell'ufficio e chiuderla di scatto, come se questo potesse aiutarmi ad evitare un possibile castigo. Anche se l'ultima volta che mi ha punito non mi è dispiaciuto poi così tanto, anzi... Cazzo, piantala Lexa! Devi chiarire con Clarke, non con CJ!

"Il gatto ti ha mangiato la lingua, piccola Lexa...", il suo tono canzonatorio e a tratti severo mi fa tremare.

"No, certo che no", rispondo di getto.

"No cosa?", ok, sono nei guai!

"No, padrona!", esclamo tra lo spaventato e l'eccitato.

The SecretaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora