Capitolo 30

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Dal capitolo precedente:

In affanno le slego subito le mani e le massaggio i polsi. Sono arrossati per lo sfregamento con le calze, ma non sembra grave.

"Ti fanno male? Non volevo essere così aggressiva, penso di essermi calata un po' troppo nella parte", confesso preoccupata.

"No, non mi hai fatto male Lexa... anzi credo che sia stato il miglior sesso che abbia mai fatto in vita mia", replica posando un timido bacio sulle mie labbra.

Non so cosa rispondere ad una simile ammissione. Non credo che per me sia stato solo sesso, è vero l'ho sottomessa, lo scopata, legata e sculacciata, ma il sentimento che ho provato non era semplice eccitazione, c'era qualcosa in più oltre al possesso, c'era sentimento, trasporto, coinvolgimento, amore.

Chiudo gli occhi e, a corto di parole, mi sdraio sul divano senza preoccuparmi di rivestirmi. Dopo un istante sento un corpo caldo sul mio, quando apro gli occhi trovo Clarke accoccolata su di me, ha preso un panno per coprirci e istintivamente sorrido per la sua dolcezza.

Forse è stato uno sbaglio cedere ai nostri impulsi, ma io non mi pentirò mai di averlo fatto. Probabilmente domani saremo di nuovo noi: il capo e la segretaria, ma adesso non importa, voglio godermi l'attimo, voglio poter stringere – anche solo per una notte – la donna che amo. Il cervello si spegne ed io con lui, cullata solo dal suo abbraccio e dal suo profumo.

*****

"Lexa... Lexa... ti senti bene?", sento la voce di Clarke in lontananza.

Perché mi chiedi se sto bene? È ovvio... sto benissimo, sei appena stata mia ed io ho dato sfogo a tutta la passione repressa nei tuoi confronti. Non ho mai provato nulla di simile nemmeno con CJ. Dio, quanto vorrei che non fosse solo un episodio – dovuto probabilmente all'alcol – ma che quella appena vissuta fosse la nostra realtà. Non parlo di un rapporto basato su dominio e sottomissione –  anche se devo ammettere che sia eccitante da ambo le parti –  ma parlo dello stare insieme tu, io, noi. Io ti voglio Clarke, adesso e per sempre. Prima nel gioco quando ho detto 'non mi sono mai innamorata' avrei dovuto bere, perché io credo di amarti Clarke, anzi... ne sono sicura. Anche se a conti fatti non so se ne sono capace, ho smesso di amare molti anni fa. La morte di miei genitori mi ha spezzato e nonostante tutto l'aiuto di mia sorella, Anya, Maggie e Indra, non so se io mi sia ancora ripresa... ma di recente il mio cuore e tornato a battere nel mio petto e credo vada a te il merito di questa impresa. Credo che ci sia speranza per me, per noi.

"Lexa...", il suo tono preoccupato, mi fa aprire gli occhi di scatto.

Sussulto, colta da un panico improvviso, quando vedo che sono seduta alla mia scrivania con la faccia riversa sul mio tavolo accoccolata sul cuscino fatto dalle mie braccia. Mi alzo in piede di scatto, sentendo la schiena scricchiolare dal dolore, probabilmente per la terribile posizione tenuta finora. Sbatto gli occhi più volte spaesata. Noto la luce nell'ufficio e fuori dalle vetrate. È tornata? O non è mai andata via?

Alzo lo sguardo e mi imbatto in quello di Clarke, che continua a guardarmi con preoccupazione. È vestita di tutto punto, nel suo abito da ufficio, ordinata e perfetta come se non fosse successo niente, come se non l'avessi sottomessa, punita e scopata fino a poco fa, come se non avessi urlato il suo nome mentre mi donava piacere.

Oddio, no, era solo un sogno? No, non è possibile! Era reale, era tutto reale, le emozioni, l'eccitazione, il dominio, il piacere, il coinvolgimento. Cazzo, ormai non faccio altro che sognarla tutte le notti, andare da Indra non mi è servito a molto se non ad incasinarmi di più.

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