Capitolo 4

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Dal capitolo precedente:

Con un leggero cenno della testa si congeda avviandosi alla porta, prima di oltrepassarla però si gira e sento di nuovo la sua voce roca.

"Dimenticavo... stasera al Palace si terrà la festa per il pensionamento di Maggie, ed è proprio lei che si è raccomandata di rammentarglielo e di essere puntuale, comincerà alle nove... ", afferma enfatizzando l'ultima frase.

Mi sembra quasi di sentire il rimprovero di Maggie e senza volerlo mi sfugge un sorriso.

"Grazie per il remainder", sussurro addolcendo il tono.

"Dovrebbe sorridere di più... ha un bellissimo sorriso", mormora poco prima di chiudersi la porta alla spalle e lasciarmi sola.

Ok, mi sono ufficialmente persa. E quello cosa diavolo era? Un complimento forse? Dannazione signorina Griffin sta forse flirtando con me? Ed io che pensavo fosse tutto nella mia testa. O forse lo è e mi sono immaginata anche il suo commento. Oddio! Devo riprendermi, devo tornare la Lexa di un tempo, stasera farò la brava alla festa, lo devo a Maggie, ma da domani riprenderò le mie bravate, ho bisogno di uscire, rimorchiare, scopare e scacciare dalla mia testa quel Lucifero in gonnella biondo.

*****

Il tempo passa velocemente e questa giornata lavorativa – decisamente pessima – finisce. Sono talmente assorta nei pensieri che non mi accorgo nemmeno di essere rimasta sola in ufficio. Clarke è già andata via. Ovviamente mi ha avvisato, ma probabilmente in quel momento ero su un altro pianeta.

Non ricordo le sue parole precise, solo alcune mi sono rimaste impresse: "Ci vediamo al Palace. A dopo...".

Per mia fortuna o sfortuna – questo non l'ho ancora capito – ci sarà anche lei alla festa di Maggie, questo vuol dire che sarà un vero inferno per me stasera. Del resto che cosa mi potevo aspettare da quel Lucifero in gonnella se non una cosa del genere?!? L'idea di inventare una scusa banale e farmi di nebbia mi ha sfiorato circa dodicimila volte nell'ultima ora, ma ormai è troppo tardi... devo per forza presentarmi... e poi Maggie non si merita una simile vigliaccata.

Tuttavia non posso andare da sola in balia di questo tormento continuo, sarebbe un'agonia. Comincio ad immaginarmi le cose e le mie fantasie potrebbero prendere il sopravvento. Proprio come prima, quando ero convinta che la mia nuova segretaria ci stesse provando con me, cercando il contatto fisico e flirtando in modo – a mio viso – spudorato.

So benissimo da cosa nascono tutte queste fantasie al limite della censura... da quando Clarke ha cominciato a lavorare per me, ho seguito il consiglio di Anya alla lettera e ci manca poco che diventi una suora di clausura. Tutta questa frustrazione repressa non mi fa per niente bene, mi sono stancata di fare la brava ragazza. È ora di tornare alle mie vecchie abitudini: lavorare come una matta di giorno e bere, rimorchiare, scopare di notte.

Che c'è di male se ricomincio stasera? Direi nulla. Ho bisogno di aiuto per la festa e so già chi chiamare. Afferro il cellulare e seleziono il numero della mia salvatrice.

"Ed ecco a voi la rediviva... Woods, quanto tempo?! Pensavo avessi raggiunto la pace dei sensi...", esordisce con quel suo sarcasmo pungente.

"Green piantala di dire fesserie... eppure dovresti conoscermi, in quel campo credo proprio che la pace dei sensi non la raggiungerò mai...".

"Che Dio sia lodato... ed eccola qui la mia ragazza!", continua a sbeffeggiarmi.

"Costia... Dio non c'entra niente. Piuttosto tu ed Echo riuscireste ad essere al Palace per le nove?", le domando arrivando al punto.

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