Capitolo 21

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Dal capitolo precedente:

Sento dei rumori provenire dalla parete degli arnesi di tortura, il mio sguardo non si muove delle lenzuola del letto. Il timore di contrariarla è ancora troppo forte per rischiare. Un brivido mi percorre lungo la schiena e non so se sia l'ansia o l'eccitazione che si sta impossessando di me sempre di più. Stringo le gambe cercando di lenire la mia voglia, ogni secondo più frustrante, dandomi quel pizzico di sollievo necessario per non impazzire.

Ritorna da me dopo qualche minuto. Posso sentire il suo profumo inebriarmi i sensi. Si siede a cavalcioni sul mio culo iniziando ad ondeggiarsi distrattamente procurandomi delle scariche di piacere inimmaginabili. Abbassa il suo corpo sul mio, sfregando di proposito i suoi capezzoli turgidi sulla mia pelle, fino a raggiungere il mio orecchio che morde con quelle labbra peccaminose.

Una benda mi scivola sugli occhi colorando tutto di nero e poi sento solo un forte strattone stringermi dietro la nuca.

"Metti le mani dietro la schiena...", mi intima.

Avverto una corda accarezzarmi i polsi più volte, immobilizzandomi le mani e di conseguenza anche le braccia. Non so cosa diavolo stia facendo CJ, probabilmente un nodo a prova di marinaio a giudicare dal tempo che ci mette, ma il fatto stesso di non vedere quello che mi stia facendo – e quello che mi farà – è oltremodo sexy, seducente ed elettrizzante. Improvvisamente il mio corpo è pervaso da una scarica di adrenalina, i miei umori sono fuori controllo. Mi sfugge un gemito e l'ansia mi assale.

Cazzo, Lexa, controllati! Ti ha solo bendata e legata e tu hai la fica talmente fradicia che stai bagnando le lenzuola... vuoi essere punita anche per questo?

Oddio... sì. ALT! Ma che cavolo dico? Sono proprio fusa.

*****

Nella sua premura si accerta di non stringere troppo la presa, ma senza chiedere a me in prima persona. Del resto mi sembra ovvio... lei è la padrona, io la sottomessa che deve essere punita per essere stata troppo audace e sfrontata.

La sua mano scivola sul mio corpo accarezzandomi con delicatezza la schiena fino ad arrivare sul mio culo, comincia a massaggiare la natica sinistra e senza preavviso mi sculaccia con decisione, mugolo dal dolore che si trasforma subito in piacere. Fa la stessa cosa sull'altra e gemo più forte. Delle scariche di piacere irradiano tutto il mio corpo arrivando al mio centro nervoso e sovrastando il dolore provocato dai suoi colpi.

'Oh sì, puniscimi ancora mia signora', penso tra me e me. Ho la certezza di essere folle, sempre di più, ma va beh. Solo io posso trovare eccitante farmi picchiare in questo modo...

Mi sculaccia ancora e ancora. Mi sento il sedere in fiamme e l'eccitazione a mille. La sua mano si insinua tra le mie gambe, facendosi largo tra le mie pieghe bagnate.

"Impaziente come al solito piccola Lexa... sei vergognosamente bagnata", sento il suo tono compiaciuto sbeffeggiarmi.

"Sì, mia signora, mi scuso...", dico in affanno.

"Sei così eccitata ed ancora non ti ho toccata... le brave ragazze non sono così impazienti, ma sanno aspettare. Male Lexa, cominciamo male... e adesso dimmi, cosa dovrei fare con te?", mi chiede con quel tono freddo e retorico che mi mette i brividi.

"Punirmi, mia signora", rispondo di getto.

"Vedo che impari in fretta piccola! Ora ti punirò e tu subirai senza fiatare. Sia ben chiaro, l'orgasmo ti è negato fino a che non lo decido io. Hai capito Lexa?".

"Sì, padrona!".

Scende dal mio corpo e dal letto ed io ne sento già la mancanza, il suo calore mi dava sicurezza, mi faceva sentire protetta. Sento ancora dei rumori provenire dalla parete delle meraviglie, come dei cassetti prima aperti e poi richiusi. Non faccio in tempo a rimuginare che sento di nuovo la sua presenza alle mie spalle.

The SecretaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora