Capitolo 2: l'arrivo delle guardie

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CAPITOLO 2: L'arrivo delle guardie
L'ultimo giorno dell'anno il paese organizzava una festa, era uno dei pochi giorni in cui si respirava aria di serenità, i bambini giocavano, nella piazza si ballava e si cantava, ogni famiglia portava qualcosa da mangiare e insieme si cenava aspettando la mezzanotte.
Ma quell'anno la festa non ci fu, nelle strade non girava nessuno, tutti erano rinchiusi nelle proprie case e tutti andarono a dormire prima della mezzanotte.
       05/01/2051
I giorni di vacanza erano finiti e bisognava tornare alla routine quotidiana, almeno fino a quando non sarebbero arrivati i Dangers In Black.
E così come ogni mattina mi svegliai alle sei, preparandomi per la scuola.
Non feci colazione e uscii di casa, camminai fino alla scuola, dove fuori incontrai Beth, la mia migliore amica, come tutti gli altri lei aveva un viso stanco e spaventato. Beth era una delle poche persone a cui volevo veramente bene, era una bella persona dentro e fuori, aveva i capelli scuri e ricci, degli occhi grandissimi che le conferivano l'aspetto di una bambina.
< È arrivata anche a te la lettera, vero? > mi chiese abbracciandomi.
Annuii e insieme entrammo a scuola, tutti camminavano a testa bassa, nessuno parlava. La scuola era piccolissima e tutti conoscevano tutti, i genitori che mandavano a scuola i figli erano pochi, visto  che un figlio rappresentava due braccia in più per il lavoro; ai miei non importava se qualche volta mancava il pane sulla tavola, era più importante avere delle figlie che sapevano leggere e scrivere.
Le lezioni iniziarono e andai in classe posizionandomi nel mio solito banco accanto alla finestra e guardai fuori.
Ogni classe aveva una sola professoressa che doveva insegnare tutte le materie che non erano vietate dall'Oscurità, in pratica era vietato insegnare storia, geografia e la letteratura.
La nostra professoressa , la signora Thomann però aveva disubbidito a questa regola, ogni tanto ci raccontava quello che era successo prima dell'arrivo dell'Oscurità, e poi un giorno aveva portato una cartina geografia e ci aveva detto tutti i nomi dei continenti .
Ma quel giorno persino la signora Thomann si mise seduta dietro la cattedra con il capo chino.
Dopo un po' che osservavo il panorama, all'orizzonte vidi uscire dalla nebbia corpi neri che volavano in cielo.
< Sono arrivai > sussurrai.
Tutti corsero alla finestra e vedemmo una decina di aerei neri che si avvicinavano. Non ne avevo mai visti dal vivo, erano enormi e mi fecero tremare le ossa dalla paura.
Vidi Beth singhiozzare e corsi da lei stringendola tra le mie braccia.
Da quegli aerei uscirono centinai di soldati, cominciarono a correre in tutte le parte e alcuni di loro entrarono anche nella mia scuola.
Tutti ci rimettemmo al nostro posto, sentii nel corridoio urla, porte che si aprivano e passi avvicinarsi sempre più alla mia classe.
La porta venne aperta e due uomini con un berretto in testa che copriva i loro volti entrarono, chiudendo la porta dietro di loro.
Non riuscivo a capire se quelli, erano uomini o Dangers In Black , li riconobbi solo quando si tolsero il berretto.
Uno di loro aveva occhi azzurri come il ghiaccio, incutevano terrore, talmente freddi che mi vennero i brividi, l'altro aveva occhi totalmente neri che bastò un solo secondo per intimorirmi .
Non trasmettevano emozioni , sembravano avere le facce scolpite nella roccia, quello con gli occhi azzurri era biondo mentre l'altro aveva i capelli molto scuri; tutti e due avevano le labbra serrate mentre facevano vagare il loro sguardo nella stanza.
Quello biondo mi fissava, come se stesse cercando qualcosa all'interno di me mentre l'altro era impassibile, quasi annoiato da tutto ciò che stava succedendo, come se invadere un paese fosse un qualche cosa che facesse tutti i giorni.
< Ora verrete portati in piazza dove sarete registrati e timbrati con il simbolo dell' Oscurità ... se proverete a fuggire verrete uccisi immediatamente  > disse quello con gli occhi neri con voce bassa.
Ci fecero alzare e ci condussero fuori da scuola, io presi la mano di Beth e la tenni stretta a me fin quando non arrivammo in piazza. In piazza c'erano tutti e tra la folla scorsi mia sorella che mi venne incontro; la presi in braccio e lei appoggiò la sua testolina sulla mia spalla. Beth e Susie contavano su di me, ero sempre stata io a curare le loro sbucciature quando cadevano, ero sempre io a consolarle quando c'era qualcosa che non andava.

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