Capitolo 5: Nathaniel

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La mattina seguente, quando mi svegliai vidi sulla sedia una divisa pulita. Mi alzai dal letto e la andai prendere, sotto l'indumento trovai una cartellina con il mio nome, sulla copertina vi era attaccato un post-it: ' portala al sovrano'.
Aprii la cartellina e lessi la prima pagina.
ELEMENTO NON IDENTIFICATO
Nome : Julie White
Luogo di origine : Old York
' Il test non ha ottenuto nessun risultato. L'elemento preso in esame, afferma di non ricordare nulla.
Durante il test, è avvenuta un'accelerazione del battito cardiaco, una respirazione irregolare e un aumento della temperatura corporea.
Durata del test: 5 ore e 49 minuti.
                                                                                                                  Dott.ssa Moon '
Era lecito entrare nel panico? Avevo zero possibilità di uscire viva da quell'ufficio. Ma come avrei fatto a spiegargli ciò che avevo visto? Se ancora non avevo dato valide ragioni per uccidermi, dopo questo potevo definirmi morta.
Quando da fuori sentii il suono della chiave girare nella toppa feci un lungo sospiro e mi preparai ad affrontare il diavolo.
Come il giorno precedente, percorsi il corridoio, presi l'ascensore ed entrai nel grande ufficio. Questa volta la poltrona dietro la scrivania era già occupata. Feci l'inchino e  pronunciai il saluto ordinatomi da lui.
< 'giorno Maestà >
< Vedo che impari in fretta > ghignò e io mi sedetti sulla sedia senza commentare la sua provocazione.
Porsi la cartellina, lui la aprì, lesse velocemente i fogli. La sua espressione cambiò, si stava arrabbiato, forse si stava sentendo anche leggermente frustato; lo sapeva di aver di fronte non l'esempio perfetto di " faccio tutto quello che vuoi, dimmi di uccidermi e lo farò".
Quando ebbe finito, buttò tutto in malo modo sulla scrivania.
< Ieri hai fatto il test del sogno, vero? > chiese e si alzò.
< Si >
Camminò e si diresse dietro di me, non ebbi il coraggio di girarmi per guardarlo negli occhi.
< Sicura di non aver visto niente? >
Annuii.
Sentii una pressione sulle spalle, vidi le sue mani appoggiate su di esse
< Chissà il perché ma  non ti credo ... ti consiglio di dirmi la verità. > le sue mani stavano cominciando a stringere sempre di più, mi stava minacciando.
< Ti dirò cosa ho visto se mi dirai il tuo nome. >
Ecco, avete presente quando dite la prima cosa che vi salta in mente e poi vi rendere conto  della stratosferica cazzata appena fatta? Avrei voluto sbattere ripetutamente la mia faccia sulla scrivania fino a perdere i sensi.
Pensai che la sua reazione sarebbe stata quella di spostare le sue mani dalle spalle alla gola per strangolarmi e invece sentii il suo contatto svanire, si stava allontanando; non mi accorsi del calore che mi stava trasmettendo fino al momento in cui si scansò, sentivo la pelle dove pochi attimi prima si era poggiato, bruciare.
< Non osare cercare di fare compromessi con me, non ci metto niente ad annientarti. > Da dietro le mie spalle, me lo ritrovai a pochi centimetri dalla mia faccia e spaventata dissi la verità.
< Ho visto te  >
Si bloccò di colpo, si formarono delle piccole rughe tra le sue sopracciglia e vidi la sua mascella contrarsi.
<  Era... era una visione distorta di te. Non... non aveva gli occhi scuri come i tuoi , erano chiari. >
Ora si che aveva un'espressione preoccupata.
< Cos'altro hai visto? >
< Non ci vedevo molto bene ... ma ricordo di aver urlato il nome Nathaniel > sussurrai temendo la sua reazione.
Mi guardò come se mi fosse spuntata una seconda testa e nel suo stato di confusione guardai ogni suo particolare,  i suoi capelli lunghi mossi e scuri, la forma delle sue labbra, carnose ma nello tempo maschili e i suoi vestiti che pur essendo minimali: una maglietta bianca con un pantalone nero gli donavano perfettamente.
< È questo il mio nome di nascita ... faremo altri test per capire il significato di questo sogno, comunque non chiamarmi mai con quel nome > disse in tono autoritario.
Sentii bussare alla porta , un soldato entrò e fece un inchino mentre respirava in modo affannoso.
< Maestà, i ribelli stanno attaccando i nostri eserciti a Old York. >
< Manda rinforzi e in caso di necessità dai ordine di bombardare la città > rispose con immediatezza Nathaniel, come quello che stava accadendo fosse ormai una routine.
Rimasi pietrificata, la mia città sotto assedio, pensai alle mie amiche , a tutte le persone a cui volevo bene e sapere che forse molti di loro sarebbero morti mi fece venire una fitta al cuore. Mi misi una mano sul petto cercando di alleviare il dolore che sentivo. Il soldato andò via e restammo di nuovo soli.
< Come puoi distruggere una città? Ma lo sai quante persone vivono lì ? > urlai.
< Ti conviene stare zitta > anche lui stava urlando.
< Mi sono stufata di stare zitta, sei te quello che merita di essere distrutto, non centinaia di innocenti >
< E cosa pensi che facciano i ribelli quando arrivano nelle città? Chi non si arruola con loro viene ucciso  e fidati la morte che proponiamo noi è meno dolorosa e più rapida rispetto alla loro, amano sfinire le loro vittime prima di sgozzarli >
< Ti sei mai chiesto perché ci sono i ribelli ? Te lo dico io, perché tutto questo fa schifo! > mi indicai intorno
< Probabilmente se fossi rimasta a casa sarei diventata anche io una ribelle >
E quella fu goccia che fece traboccare il vaso.
Non respiravo, avevo le mani di Nathaniel che mi stringevano la gola.

< Ora farò io un test >
disse e si avvicinò con il viso al mio
I piedi non toccavano più terra, avevo il mio viso alla stessa altezza del suo.
Sentii come una scarica elettrica.
Chiusi gli occhi e a sentii parlare Nathaniel
'Quando sarà la tua gloria
Rincontrerai  me, angelo bianco
che un giorno di Dicembre, nel freddo cocente
tu, sfrontato, senza guardarmi negli occhi
mi uccidesti
assicurandoti  la mia vendetta
quando arriverà quel giorno
mi riconoscerai troppo tardi
e già da tempo ti avrò strappato
ciò che resta del tuo cuore infame.'

< Che significato ha questa poesia? > chiesi non riuscendo a capirne il senso .
< Quale poesia? > chiese
< Quella che mi hai appena detto. Quando sarà la tua gloria ... > non capivo se mi stava prendendo in giro o se ero io quella matta.
< Io non ho detto niente >  strinse la presa sulle mie spalle; sentii sulla pelle come una scarica elettrica e istintivamente toccai con la mano il petto di Nathaniel.
Come se gli avessi tirato una pallottola egli fece un grido agghiacciante e cadde in ginocchio.
Rimasi sconvolta e guardai la mia mano ... niente.
Mi abbassai e lo vidi tremare.
< Cosa è successo? > chiesi cercando di capire cosa aveva.
< Va ... via > quasi urlò.
Nella stanza entrarono due soldati che vedendo Nathaniel per terra dolorante puntarono dei fucili su di me.
Guardai Nathaniel che disteso al suolo non si muoveva più, le guardie continuavano a  puntare ancora le armi contro di me ma i loro sguardi erano rivolti sul corpo a terra.
< Oh ... no > esclamò uno di loro.
Vidi una macchia rossa espandersi sulla schiena di Nathaniel, e stupidamente mi avvicinai .Delle grandi ali bianche sporche di sangue uscirono dalla maglietta lacerandola, e colpita da una forza invisibile fui lanciata contro un muro. Girai la testa e Nathaniel si stava avvicinando a me lentamente e a testa bassa. Quando fu abbastanza vicino da riuscire a guardare i suoi occhi, mi accorsi che erano gli stessi che avevo visto nel sogno, chiari, azzurri.
Protese una mano verso di me e capendo che stava per uccidermi, pregai per la mia famiglia.
Chiusi gli occhi e trattenni il fiato fino a non sentire più il suono del mio cuore battere.

Spazio autore:
Sono troppo fomentata per questo capitolo, non solo perché finalmente potrò chiamare LUI con il suo nome ma perché molto presto verrà fuori tutta la storia che c'è sotto. Ditemi se vi piace nome Nathaniel, se vi piace come sta reagendo Julie a tutto ciò che le sta succedendo e in generale se state apprezzando la mia storia
Baci Ely

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