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- Ti vedo particolarmente allegro oggi. - Commentò Yuji sorridendo nel veder entrare l'altro nel panificio. - È andata bene? -

- Benissimo. -

Rispose l'amico annuendo vigorosamente con il capo.

- Lo sapevo che ti sarebbe stato d'aiuto. - Sorrise raggiante Ritsuko, mentre consegnava il resto e lo scontrino a un cliente. - Quando avrai il prossimo incontro? -

- Venerdì prossimo, sempre alla stessa ora. -

- Oh, a proposito, Katsumi... - Intervenne a quel punto Yuji rivolgendo alla fidanzata una rapida occhiata di sottecchi, come a chiederle di dargli una mano. - Ti dobbiamo chiedere un favore... O meglio, Ritsuko deve chiedertelo, ma dato che sono stato io a proporti forse sarebbe più corretto dire che... -

- Yuji. - Lo interruppe il moro alzando lo sguardo al cielo con un sospiro. - Non fare tutti questi giri di parole o non la finiremo più, dimmelo e basta. -

- Ecco... - Iniziò a quel punto la bionda, in viso un'espressione preoccupata che il ragazzo non le aveva mai visto prima di allora. - Sai che i miei genitori in questo periodo sono in Hokkaido per fare visita a dei loro amici, giusto? -

- Sì, certo. Torneranno tra una settimana, no? -

- Dovrebbero tornare tra una settimana... - Lo corresse la ragazza, il tono di voce amareggiato. - Vedi, il fatto è che proprio poche ore fa mia madre mi ha chiamata e mi ha detto che questa mattina mio padre ha avuto un mancamento mentre stavano facendo una passeggiata. Sostiene che non si tratti di nulla di grave, solo un breve svenimento dovuto a un calo di pressione, ma intanto è stato ricoverato in ospedale e così pensavo di partire domani stesso per raggiungerli. -

- Capisco, speriamo bene... - Replicò il ventiduenne, pur non capendo ancora quale fosse il favore che i due dovevano chiedergli. - Ma quindi cosa volete che faccia? -

- Yuji ha già deciso che mi accompagnerà. - Proseguì allora la ragazza. - Ma a questo punto c'è un problema. Ti assicuro che se avessi avuto qualcun'altro a cui chiedere lo avrei già fatto, ma purtroppo qui in città non ho altri familiari e tu sei l'unico amico del quale mi fidi abbastanza da poter chiedere una cosa del genere. Quindi mentre noi siamo via, potresti... -

- No. -

Si intromise a quel punto una quarta voce. Il tono secco e deciso.

I tre sussultarono nell'udirla, soprattutto perchè in un primo momento Yuji e Ritsuko avevano pensato che fosse stato proprio Katsumi a parlare, e così il ventiduenne si voltò di scatto alle proprie spalle.

Come temeva si trattava di Shiba.

- Ma se non ho ancora neanche finito di parlare. -

Protestò la ragazza storcendo leggermente il naso.

- Tanto si era capito dove volevi andare a parare. - Replicò il diciannovenne assottigliando lo sguardo. - Non gli farai gestire il panificio mentre siete via! -

- E allora chi lo farà? - Replicò Ritsuko incrociando le braccia al petto. - Avanti, sono curiosa. -

- Che domande. - Sbuffò, affatto intimorito dalla maggiore. - Guarda che posso sempre farlo... -

- Tu? - Lo precedette la bionda. - Ma non essere ridicolo. Ti ricordo che hai solo diciannove anni, non sei neanche maggiorenne. (in giappone si diventa maggiorenni a vent'anni)  Figurati se posso lasciarti gestire questo posto da solo per chissà quanto tempo. -

All'udire quel "chissà quanto tempo" anche Katsumi fu sul punto di mettersi a protestare, ma allora scorse il volto livido dalla rabbia del diciannovenne e ammutolì all'istante.
Shiba, dopo aver aperto e richiuso la bocca più volte, resosi conto di non avere modo di ribattere, alla fine rivolse alla sorella un'occhiataccia davvero degna di questo nome e senza aggiungere altro si diresse a passi svelti verso la porta situata di fianco al bancone, quella dalla quale si poteva accedere alle scale per raggiungere l'appartamento, scomparendo dietro di questa nel giro di pochi istanti.
Rapido così com'era apparso.

Il vaso di Pandora //yaoi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora