9 - rimozione

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Spesse tende rosse coprivano le piccole finestre del salotto dalle pareti turchesi, avvolgendolo nell'oscurità.
Seduto sulla poltrona rosso bordò, il ragazzo osservava con sguardo annoiato e distratto la scacchiera posta sul tavolino lì davanti, esattamente di fronte al grande vaso in terracotta.
I pezzi erano disposti disordinatamente, come se ci fosse una partita in corso.
Il ragazzo non era però intento a riflettere su come battere l'inesistente avversario, anzi, neanche si interrogò su quali pezzi dovesse muovere, se i bianchi o i neri.
Semplicemente continuò ad osservare la scacchiera per alcuni istanti.
Non c'erano tutti i pezzi, ma solo venti: una regina bianca, una regina e un re neri e diciassette pedoni, otto bianchi, otto neri e uno indistinto.
Quindi allungò la mano, afferrando con un sospiro il piccolo pedone dal colore indefinito.
Se lo rigirò tra le mani per qualche istante e poi storse il naso.
- Inutile. -
Quindi lo gettò via.

~

- Le piacciono gli scacchi per caso? -

- Non particolarmente. - Rispose il ragazzo. - Però ora che ci penso in casa mia ce n'erano molte di scacchiere. Quando mio padre andava al liceo o all'università credo che ne facesse collezione o qualcosa del genere. -

- La scacchiera che compare nel suo sogno per caso è una di quelle? -

- Non lo so... - Rispose scuotendo lievemente il capo. - Non ne ho idea, sul serio. Era una scacchiera qualunque, non ricordo nessun particolare. -

Come suo solito, Shigeru Fujita annuì lievemente con il capo e poi scribacchiò qualcosa sul suo quaderno.

Katsumi sarebbe stato curioso di leggere i suoi appunti, ma probabilmente se gli avesse chiesto di mostrarglieli in quel momento, si sarebbe sentito rispondere qualcosa del tipo "adesso non è importante", "non si distragga, si deve concentrare sul suo sogno" o qualcosa del genere.
Ad ogni modo si ripromise di chiederglielo dopo il termine della loro quinta nonchè ultima seduta.

- Prima hai parlato di un pedone dal colore indefinito. - Riprese lo psicologo, distogliendolo dai suoi pensieri. - Che intendevi dire? -

- Esattamente quello che ho detto. - Rispose Katsumi. - Non ricordo se fosse nero, bianco o di qualsiasi altro colore, mi sembra che anche durante il corso del sogno stesso non ne avessi idea. Dopotutto negli scacchi ci sono solo sedici pedoni, non diciassette. -

- I re e le regine invece... - Continuò lo psicologo. - Solitamente rappresentano i genitori. Vede, questo processo attraverso il quale nei sogni concetti, fatti o persone vengono in qualche modo "camuffati", si chiama rimozione ed è uno dei molti modi in cui avviene la censura onirica, necessaria affinchè questi concetti non vengano completamente rimossi e trasferiti nell'inconscio. Infatti solitamente viene applicata nei confronti di qualcosa che in qualche modo disturba la mente dell'interessato e credo che sia proprio questo il caso.
Ma ad ogni modo, ciò che volevo dirle è che è davvero curioso il fatto che nel suo sogno ci sia una regina di troppo. Per caso hai qualche idea di chi potrebbero rappresentare? -

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, preso alla sprovvista. Fino a quel momento era sempre stato il dottor Fujita ad occuparsi dell'interpretazione, mentre lui si era limitato a raccontare ciò che ricordava.

- Signor Kudo... - Sospirò allora lo psicologo, in quel suo solito tono esasperato e accondiscendente al tempo stesso. - Anche se qui sono io l'esperto di interpretazione dei sogni, senza le associazioni che solo lei può fare in base ai suoi ricordi e alle sue esperienze, non credo che sia possibile concludere qualcosa. -

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