- Da quattro mesi? -
Domandò Fuyuko, sgranando gli occhi castani dalla sorpresa.
- Sì, forse anche qualcosa di più. -
- Io non ci riuscirei mai a rimanere via da casa mia per così tanto tempo. - Commentò la ragazza annuendo tra sè e sè. - Mi verrebbe sicuramente l'ansia. Di certo già dopo il primo mese inizierei a preoccuparmi per tutte le mie cose, per il pavimento che sarà diventato un tappeto di polvere, per le formiche che avranno invaso le dispense... Però immagino che nel tuo caso sia tutta un'altra cosa. -
- In realtà non sarebbe un problema per me. - Ribattè Katsumi, leggermente a disagio per tutte le domande che la ragazza gli aveva rivolto dal momento in cui era iniziata la pausa pranzo. - Più che altro sono stati i miei primi psicologi a consigliarmi di allontanarmi per un po', così a Yuji e venuta l'idea di ospitarmi nel suo appartamento e alla fine un po' perchè ci ho fatto l'abitudine e un po' perchè lui pensa che io non sia ancora pronto, non me ne sono più andato. -
La bionda annuì leggermente, il volto corrucciato dalla concentrazione.
Katsumi pensava che l'interrogatorio fosse finalmente finito, però, quando la ventitreenne infilò con un movimento fulmineo entrambe le mani nelle tasche del grembiule, tirandone fuori con la destra un foglietto non più grande di uno scontrino e con la sinistra degli occhiali dalla spessa montatura rossa, che si infilò all'istante.- Ha altri cinque minuti da dedicarmi? - Disse mentre si avvicinava il foglio al viso. Ma prima che l'altro potesse risponderle: - Ma certo che hai tempo, la pausa finisce tra venti minuti. Allora, partiamo con la prima domanda: in che modo... -
- Un attimo! - La interruppe Katsumi osservandola incredulo. - Ma cosa stai facendo? -
- Delle domande, no? - Replicò Fuyuko, spingendosi gli occhiali sulla punta del naso così da poter osservare l'altro direttamente negli occhi. Quindi prese a parlare a macchinetta, così rapidamente che al ragazzo non poterono che venire in mente le pubblicità dei medicinali, quando alla fine veniva fatto in fretta e furia l'elenco dei possibili effetti collaterali. - Senti... Mia sorella soffre un po' di ansia sociale, ma al tempo stesso è curiosa almeno quanto me, così mi ha chiesto di farti al posto suo queste domande. Intanto si scusa con te per come si è comportata questa mattina, ma comunque spera di riuscire grazie a queste domande a fidarsi di te quel tanto che le basta per dirti "a domani" quando tra due ore finirà il nostro turno. - A quel punto sventolò il biglietto davanti al viso del ventiduenne. - Allora, posso? -
- Oh... D'accordo... -
Rispose alla fine Katsumi, pur continuando a rivolgere all'altra uno sguardo perplesso, chiedendosi se davvero quelle domande potessero in qualche modo aiutare Natsuko.
- Sono solo tre, non ti preoccupare. - Lo rassicurò Fuyuko. - In questo foglio non ci entravano tutte, così ha dovuto fare una selezione e scegliere quelle più urgenti. -
Come loro superiore temporaneo, nel sapere che mentre erano in cucina avevano passato del tempo a preparare quella sottospecie di intervista, Katsumi avrebbe dovuto sgridarle, o perlomeno dire loro di non perdere mai più tempo in quel modo.
Tuttavia si accorse che in realtà non avevano fatto alcun ritardo, nè avevano avuto problemi di alcun tipo, al contrario avevano sfornato tutto il necessario giusto in tempo per l'orario di apertura del panificio e avevano continuato con un buon ritmo per tutta la mattinata. Così alla fine decise di chiudere un occhio sulla questione e sospirando si preparò a rispondere alle domande, sperando solo che non fossero invadenti come quelle che Fuyuko gli aveva fatto prima di tirare in ballo quelle della sorella.- Prima domanda. - Iniziò allora Fuyuko, sistemandosi per bene gli occhiali e facendo un colpo di tosse per schiarirsi la voce. - ...Segno zodiacale? -
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Il vaso di Pandora //yaoi//
Mistério / SuspenseKatsumi Kudo ha assistito all'assassinio dei propri genitori, colpevole lo zio. In seguito ha ricevuto il supporto di diversi psicologi, ma nessuno di loro è riuscito a risolvere il suo problema. Quale sia? L'aver dimenticato, a causa del trauma, og...