La scrittura è la forma che prediligo più di ogni altra. La musica è meravigliosa, non potrei viverci senza, l'arte la amo con tutto il cuore, e, sebbene non sia una grande ballerina, vedere la danza, il teatro, mi emoziona sempre. Tuttavia la scrittura incanta, prontamente incastra, questa terra su cui siamo costretti a stare. E la descrive, la descrive splendidamente, come nient'altro. Dal nulla crea tutto. Rende liberi più di ogni altra cosa, potrei essere chiusa in carcere e scrivere il miglior libro della storia, partendo dal mondo che ognuno ha dentro di sé si può raccontare del mondo che c'è fuori. Nulla unisce di più gli uomini del parlare dell'uomo stesso. Non puoi separare l'esperienza personale da ciò che scrivi, non c'entra niente chi sei. Una crea l'altra, praticamente vanno a braccetto. Questo è tutto quello che hai, la tua esperienza. Purtroppo la scrittura stessa, troppa gente la prende come una maledetta cosa romantica. Ho conosciuto tanti scrittori che non sono molto umani, credo. Sono scontrosi, nevrotici e la loro arte li sta distruggendo. Perché Essere un bravo scrittore vuole dire togliere un po' di energie dalle proprie batterie, ti toglie vitalità, la vitalità umana, ti lascia inaridito. Ti porta a parlare di tutto, tutto te stesso, ti svuota. Ecco perché gli psicologi consigliano di tenere un diario per liberarsi, la scrittura può essere una forma di liberazione ma dosata male può risucchiare anima e corpo. Nella maggior parte dei casi gli scrittori non sono brave persone. Preferisco parlare con un meccanico di un'autofficina che si sta mangiando un panino al salame per pranzo. In effetti potrei imparare più cose da lui. È più umano. Gli scrittori sono una brutta razza. Cerco di stare alla larga da loro. Fanno quei tipi di discorsi sbagliati, parlano di arte, arte e arte, sempre arte. E di cose colte, immaginarie, che perdono il contatto con la realtà iniziando a raccontarti della loro vita ecc ecc, non c'è nulla di reale o interessante in questo. Non sento legami con altri scrittori, forse è anche il motivo per cui scrivo. Mi sembrano tutti così immensamente scarsi e falsi in questo momento della storia. Leggere mi ha iniziato ad annoiare, leggo le prime righe. Arrivo al primo paragrafo poi non ne posso più. Percepisco la falsità. Credo di essere troppo critica per leggere qualcosa. Il risultato dei loro grandi discorsi filosofici si vede da ciò che producono, una merda. Libri, poesie, per secoli sono state una grandissima merda, perché non parlano di ciò che io reputo fondamentale: la Vita, con la V maiuscola.
Meglio non fare niente piuttosto che farlo male. Ma il problema è che i pessimi scrittori tendono ad avere molta autostima, mentre quelli bravi sono pieni di insicurezze. Così i pessimi scrittori tendono ad andare avanti e a continuare a scrivere stronzate e fanno più reading che possono davanti a platee sparute. Queste platee sparute sono costituite perlopiù da altri scrittori pessimi che aspettano il loro turno per salire alla ribalta e blaterare nella prossima ora, nella prossima settimana, nel prossimo mese, nella prossima occasione. La sensazione che si prova a questi reading è feroce, stantia, contro la vita. Quando i falliti si riuniscono nel tentativo di auto incensarsi, la cosa porta solo a un duraturo insuccesso ancora più profondo. La massa è il luogo di raccolta dei più deboli. La vera creazione è un atto solitario.
Tendo starci alla larga, da loro, gli altri scrittori sprecano un sacco di tempo a parlare di Tizio, Caio e Sempronio. Non mi piacciono i loro discorsi e poi, comincerei anche io. Le persone migliori da conoscere sono i non-creativi. Perché non parlano delle arti, arti, arti. Non sparlano di nessuno, o se lo fanno è del tizio che picchia la moglie e la appende a testa giù dal soffitto. Il che è interessante. Quel tipo di gossip va bene. Non mi dà spunti filosofici su cui pensare, e ripensare, e ripensare, staccandomi da quello che ho veramente di fronte. Non sono una grande pensatrice, piuttosto una fotografa. Cerco di stare lontano dal pensare, non mi si addice.Non ho nulla da dimostrare o da risolvere. Trovo che limitarsi a fotografare sia molto più interessante.
Mi sembra che le persone scrivano per mangiare, per soldi, o per chissà cosa. Le peggiori di tutte sono quelle che scrivono perché pensano di essere in qualche modo capaci, o comunicative. Io non scrivo per comunicare. Lo faccio perché devo. Poi se c'è qualcuno disposto a pagarmi per questo ben venga. Ma fondamentalmente scrivo per salvare me stessa. È quasi un atto di egoismo. Potrei essere accomunata sia alla destra che alla sinistra, sono punk e non lo sono. Ma non sono qui per far parte di qualcosa, non voglio far parte di nessuno, sono una finta anarchica. Sono qui solo per scrivere la pagina successiva. È molto difficile spiegare alla gente che scrivo, solo per scrivere, e non per dire strane cose piene d messaggi subliminali. Mi è capitato che ritornassero su alcune frasi che scrivevo dicendo 'Volevi dire questo, volevi dire quello' e io devo dire loro, che no, non volevo affatto dire quello, anche se magari avrebbe il racconto più bello. La mia idea di vita è la pagina successiva, il paragrafo successivo, la frase successiva. Se smetti di avere questa attitudine, smetti di comportarti come una molecola vivente, e sei morto.
"Qualcuno ha scritto che Sartre e Genet pensano che Charles Bukowski sia il più grande poeta vivente degli stati uniti. Al di fuori della California non è conosciuto come Allen o McKuen ed è spesso criticato perché scrive una sola poesia.. la vita è una merda.
Ma tutti sono concordi che lo scrive in maniera più eloquente di chiunque altro. "

STAI LEGGENDO
Poetricamente - Poesie, Citazioni, Riflessioni
PoesiaRaccolta di poesie e riflessioni dei trascorsi anni di prima giovinezza, dal crudo realismo di Bukowski e Kerouac, per esprimere ciò che è rimasto alla nostra generazione di giovani bruciati dai led degli schermi.