Il capitano è fuori a pranzo

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Omaggio a Charles Bukowski

La morte non è niente, non abbiate paura della morte, è solo un attimo.


Diario

1

Per tagliarmi le unghie dei piedi stasera dovrei fare uno sforzo titanico. 

Si lo so, c'è gente che muore di cancro, gente che dorme per strada negli scatoloni e io sto qua a blaterare di unghie dei piedi da tagliare. Eppure sono più vicino alla realtà di quelle amebe che si guardano 162 partite di baseball all'anno. Ho avuto il mio inferno, ho ancora il mio inferno, non mi sento superiore. Il fatto di essere vivo, di avere settantun anni e di blaterare delle unghie dei piedi per me è già un miracolo.

2

Oggi niente cavalli. Vedete i cavalli mi servono, altrimenti perdo il senso dell'umorismo. Se c'è una cosa che la morte non può soffrire è che si rida di lei. Una buona risata può fregare qualsiasi handicap.

Mi sento stranamente normale. Capisco perché Hemingway aveva bisogno delle corride, gli fornivano una cornice, gli ricordavano dov'era e cos'era. Talvolta ce ne dimentichiamo, a furia di pagare bollette del gas, far cambiare l'olio e via dicendo. La maggior parte della gente non è preparata alla morte, alla propria, o a quella di chicchessia. Ne sono scioccati, terrorizzati. È come una grossa sorpresa. Che diavolo, non dovrebbero esserlo. Io mi porto la morte nel taschino. A volte la tiro fuori e le parlo: Ciao bella come va? Quand'è che mi vieni a prendere? Sono pronto. Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita. Muti idioti, troppo presi a scopare, soldi, film, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.

3

Sebbene sia una strana storia invecchiare. Il fatto che devi continuare a dirti: sono vecchio. Scendendo dalla scala mobile ti vedi allo specchio, senza guardare direttamente, un'occhiata di sbieco, un sorriso prudente. L'aria non è malaccio, sembri un po' una candela impolverata. Più uno scrittore invecchia e meglio dovrebbe scrivere, ha visto di più, ne ha passate di più, ha perso di più, è più vicino alla morte. Questo è il vantaggio maggiore. E c'è sempre una pagina nuova, bianca, ventuno per ventinove e sette. La scommessa rimane.

Ogni nuova riga è un nuovo inizio e non ha niente a che fare con quelle che la precedono. Si ricomincia daccapo ogni volta, naturalmente non è tutto oro.

4

Il mondo vivrebbe molto più facilmente senza libri che senza fogne. E ci sono posti sulla terra dove ce ne sono pochi degli uni e delle altre. Io preferirei vivere senza fogne, ma io sono malato. Non c'è niente che possa impedire a un uomo di scrivere, tranne sé stesso. Se uno desidera scrivere, lo farà. I rifiuti e il ridicolo serviranno solo a rafforzarlo, e più lo ostacolano, più forte diventa. Come una massa d'acqua che preme contro una diga. Scrivendo non si perde mai, ti fa ridere le dita dei piedi mentre dormi, ti fa muovere come una tigre, ti accende l'occhio e ti mette a faccia a faccia con la morte. Morirai guerriero, sarai onorato.

Poetricamente - Poesie, Citazioni, RiflessioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora