Capitolo 4- Visita Guidata

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Quella sera verso le sette e mezza sentii suonare il campanello.
Ero seduta sul divano a sgranocchiare patatine alla paprika guardando "Gossip Girl".
Mi pulii velocemente le mani con un tovagliolo e mi diressi verso la porta.
Non aspettavo nessuno a quell'ora, così rapidamente sfogliai nella mia testa tutti i nomi delle persone possibili e con mia sorpresa, la risposta fu alquanto semplice.
Era mamma.
Le diedi un bacio sulla guancia e la feci accomodare in cucina nel caso avesse voluto qualcosa da bere o mangiare.
<<Domani mattina dovrai fare tu da guida alla galleria a chi interessa la visita istruttiva.
Non ne ho idea di chi potrebbe venire, devo controllare se abbiamo visite scolastiche in programma>> Disse dopo alcuni minuti di silenzio.
Deglutii.
Eravamo sedute di fronte a un bicchiere d'acqua con il sottofondo della tv che si trovava in salotto.
Di solito mi ero sempre occupata di pulire o di stare in ufficio a prendere gli appuntamenti delle visite, ma non avevo mai fatto da guida.
Onestamente non sapevo niente di arte.
A malapena ricordavo 2 o 3 nomi di pittori famosi.
<<E perchè dovrei farlo io?>> Domandai leggermente irritata.
<<Perchè il direttore mi ha informato che Brera vorrebbe fare degli scambi, quindi alcuni quadri li porteremo lì e non posso fare io da guida>>
<<Ci andrai tu da sola?>> Chiesi fissando il fondo del bicchiere.
<<No, mi aiuteranno Paolo e Monica>>
Erano altri due dipendenti che non conoscevo minimamente.
<<Ma non c'è un sostituto che non sia io?>> Sbottai.
<<Lavinia, gli altri sono impegnati.
L'unica guida a parte me è Lola, ma è a casa ammalata>> Rispose tentando di assumere un tono pacato.
<<Quindi entro domani devo studiare le opere di tutto l'ottocento e novecento?>> Chiesi sgranando gli occhi.
<<Solo alcune cose, ti ho preparato i fogli>>
Si alzò dalla sedia e andò in salotto, dove aveva lasciato la borsa.
Quando tornò reggeva in mano dei fogli che poi poggiò sul tavolo.
<<Ci sono i nomi dei pittori e le brevi descrizioni delle opere più famose che abbiamo in galleria.
Ah ecco poi ci sono le foto dei dipinti cosi almeno capisci bene>>
Lessi le prime righe di un foglio a caso.
Joan Mirò e René Magritte furono due importanti esponenti della pittura surrealista novecentesca.
I quadri più famosi sono "Il Carnevale Di Arlecchino" del 1925 di Mirò e "Il Figlio Dell'Uomo" del 1964 di Magritte.
Mi stava già salendo confusione con quei nomi e le date.
Non so se ce l'avrei fatta a ricordarmi tutto.
<<Meglio che vada così ti lascio concentrare>> Disse interrompendo bruscamente i miei pensieri.
Ci alzammo e l'accompagnai verso la porta.
Prima di andare mi disse un veloce "grazie" e prese a scendere i gradini, chiusi il portone e controvoglia mi diressi in camera per studiare quei fogli pieni zeppi d'arte.
Erano ormai le nove e in quell'ora avevo studiato solo la prima pagina del primo foglio.
Picasso e Braque.
Che noia.
Mi alzai dal letto e andai in cucina a prendere il mezzo pacchetto di patatine che lasciai sul tavolo alle 7 e mezza.
Filai in camera, appoggiai il sacchetto sulle coperte e iniziai a mangiare leggendo quella robaccia.
Non che la odiassi ma non avevo mai avuto occasione di provare interesse verso le avanguardie artistiche, nemmeno tra i banchi di scuola.
Le palpebre si fecero pesanti e alle 11 meno qualcosa crollai.
La mattina seguente mi svegliai di soprassalto alle 7:45 e mentre correvo per la casa data la fretta, mi maledissi mentalmente per non aver impostato la sveglia.
Dovevo arrivare in galleria alle 8 e mezza ma mi ci voleva un quarto d'ora di metro perchè si trovava verso il centro di Milano.
Avevo una scarsa mezz'ora per mangiare, rendermi presentabile e uscire verso la stazione.
Bevvi una tazza di caffè macchiato alla svelta e corsi a vestirmi.
Scelsi dei classici jeans senza strappi e una camicetta bianca.
Non mi piacevo granché, non ero abituata alle vesti così professionali.
Ero indecisa per quanto riguardasse le scarpe, tacchi o scarpe da ginnastica?
Neanche a pensarci troppo scelsi i miei adorati tacchi neri.
Ci camminavo perfettamente, riuscivo perfino a correre.
Corsi in bagno e mi lavai.
Presi il mascara nero e lo passai sulle ciglia per affoltirle un po'.
Alle labbra misi solo un lucidalabbra rosa.
Non avevo il tempo di applicare l'eyeliner e la matita e così imprecai nuovamente.
Pettinai i capelli che lasciai sciolti e misi gli orecchini a cerchio piccolini dopodiché diedi un'occhiata allo specchio per analizzare la mia immagine nel complesso e mi convinsi che non fosse poi così tanto male.
Presi il cellulare e la borsa e mi avviai fuori.
Alle otto e 17 arrivai alla fermata e notai subito che stava arrivando la metro.
Ringraziai il cielo che come me avesse fatto 2 minuti di ritardo e salii trovando subito un posto libero.
Camminavo di fretta, ero in ritardo di 5 minuti sperai che il direttore non mi avesse detto nulla.
Entrai nella galleria e come di consueto respirai a pieni polmoni l'aria di antichità che regnava al suo interno.
Mi diressi verso l'ufficio cercando il direttore.
<<Buongiorno signorina Riva>> Sentii alle mie spalle.
Mi girai e notai proprio lui con un sorriso raggiante.
<<Buongiorno direttore>>
<<Come credo le abbia detto sua madre oggi farà da guida. Mi segua>> Continuò sprizzando energia da tutti i pori.
Fui felice di non aver ricevuto nessuna ramanzina per il leggero ritardo.
Andammo nel corridoio riservato alle visite guidate che potevano svolgersi sia in gruppi che individualmente.
<<Ecco, da quest'opera di Monet fino a quella lì di Modigliani è la visita guidata>> Spiegò.
<<Non devi fare altro che presentarti e iniziare a descrivere i quadri alle persone.
Poi se non ti ricordi qualcosa vicino ai dipinti c'è la targhetta con tutti i dettagli>> Mi rassicurò rivolgendomi un simpatico occhiolino.
<<Perfetto>> Replicai con la preoccupazione che iniziava a prendere il sopravvento.
<<Si rilassi, oggi non siamo pieni di visite.
Per qualunque cosa non esiti a chiamarmi sono nel mio ufficio>> Concluse porgendomi dei depliant per poi allontanarsi.
In un foglio c'erano scritti i nomi e gli orari di chi aveva prenotato la visita e nell'altro c'era la mappa.
Come se non conoscessi l'edificio a memoria pensai.
Iniziai a fare un giro della sala osservando un po' tutti i quadri e iniziai ad allenarmi con le presentazioni.
La prima cliente sarebbe arrivata alle 9 perciò avrei avuto ancora 20 minuti liberi.
Venti minuti nei quali sprofondai nell'ansia.
Avevo paura di non ricordare niente.
Mi sedetti su una sedia, erano le nove in punto e io aspettavo la cosiddetta signora Galli.
Un minuto dopo sentii dei passi dal fondo del corridoio.
<<Buongiorno, è qui per la visita guidata?>>
Chiese una donna di mezza età di corporatura abbastanza robusta con la capigliatura rossa e i Killer Loop.
<<Si, venga pure>> Le dissi rivolgendole un sorriso, cercando di apparire il più naturale possibile.
<<Buongiorno io sono Lavinia e oggi le farò da guida>> Dissi con la voce tremolante.
<<Buongiorno>> Ripetè ella sistemandosi la borsa bordeaux.
Mezz'ora dopo, alle 9:30 finì la visita e la signora dai capelli rosso fuoco si avviò verso l'uscita.
Alla fine era andata bene, non feci nessun particolare intoppo e mi ricordai abbastanza bene i dettagli.
Diedi uno sguardo all'agenda e lessi che il prossimo appuntamento era alle dieci e trenta.
Avevo un'ora libera così decisi di andare al bar di fronte alla galleria per prendere un altro caffè e un cornetto alla nutella.
Fortunatamente il direttore acconsentì e mi diressi verso il caffè Joey's.
Avevo bisogno di un'altra tazza di caffeina per restare lucida e non dimenticare tutte quelle informazioni.
Inghiottii l'ultimo boccone del croissant al cioccolato e mi squillò il telefono.
Era Giada.
<<Ehi Lav, come stai?>>
<<Tutto ok. Tu?>>
<<Anche, allora niente di nuovo?>>
<<Sono al bar, ho appena finito di mangiare una brioche. Oggi devo fare da guida qui in galleria>> Risposi deglutendo l'ultimo sorso del caffè.
<<Wow! Oggi mi racconti tutto! Ti va di venire da me?>>
<<Certo, verso le 4 va bene?>>
<<Assolutamente. A dopo>>
<<A dopo, ciao>>
Dalla sua voce capii che forse mi stesse nascondendo qualcosa ma non ci diedi troppo peso.
Tornai in galleria con 20 minuti abbondanti di anticipo e non sapendo come ingannare l'attesa presi scopa e paletta e riordinai la sala anche se splendeva già.
Alle 10 e mezza arrivò la Signora Rossi accompagnata da due bambini.
Durante la mostra dovetti farle segno più volte di zittire i due e ignorai tutte le loro domande stupide.
Con mio piacere alle 10:50 finii e li accompagnai verso l'uscita.
Diedi un'occhiata alla tabella degli appuntamenti in agenda e mi ricordai che in dieci minuti sarebbe arrivata un'altra persona, l'ultima della giornata o così mi parve.
11:15 - 11:45 Signor Amdouni G.
Tentai di pronunciare quel cognome nella maniera corretta per evitare figuracce e mi chiesi di che nazionalità fosse questo Signor Amdouni.
Alle 11:25 ancora non era arrivato nessuno così passai dall'ufficio del direttore per chiedere spiegazioni.
<<Direttore, vorrei sapere se il Signor Amdouni ha disdetto>>
<<No, la visita è ancora in programma, non ha richiamato nessuno per annullare l'appuntamento>>
<<Ah, strano perchè non è ancora arrivato>> Osservai corrugando la fronte.
<<Torni di là non si sa mai, magari arriva>>
<<Va bene>>
Chiusi la porta dell'ufficio e mi diressi verso la sala della mostra.
In lontananza riuscii a vedere una figura molto alta.
Aveva un cappotto grigio che arrivava fino alle ginocchia, scelta bizzarra visto che eravamo a fine luglio, forse aveva iniziato a piovere.
Era di spalle che guardava "La Notte Stellata" di Van Gogh e sembrò non accorgersi del rumore dei miei passi.
Quando fui a una decina di metri mi accorsi dei dread. Aveva una coda alta che li raccoglieva tutti. Mi arrestai.
Capii che presto avrei fatto la visita guidata a lui.
Il mio cuore prese a battere a mille.

GHALI Il Ragazzo Del PokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora