Sabato mattina dopo aver fatto colazione con tè inglese e biscotti al burro uscii di casa per portare Khaby a fare i suoi bisognini al parchetto.
L'appartamento di fianco al mio era in affitto ma ancora non era andato nessuno a viverci.
A volte mi sentivo un po' sola, anche se di sopra abitava un'anziana signora, molto cordiale e minuziosa, che da giovane faceva la bibliotecaria.
Ogni tanto qualcuno veniva a visitare l'alloggio e io ovviamente sbirciavo dalla finestra per vedere chi fosse, quella mattina sentii un gran baccano su e giù per le scale e nel pianerottolo.
Chiusi la porta con il mio cane al guinzaglio e vidi che la porta dell'altro appartamento era aperta.
C'erano scatoloni un po' ovunque, non resistetti e guardai dentro la casa, udii delle voci di ragazzi ma non vidi nessuno.
Improvvisamente dopo aver sentito un rumore, mi girai e riconobbi Antonio che stava salendo le scale.
Era tutto sudato con il fiatone, stava reggendo una scatola piuttosto pesante.
Subito non si accorse di me, ma poi vide Khaby che si distingueva a causa del suo pelo bianco.
<<Ehi, ciao Lavinia! Che ci fai qui?>> Mi chiese poggiando la scatola a terra sorridendo.
<<Abito proprio qui>> Spiegai indicando la porta dietro di me.
Sgranò gli occhi ancora più contento.
<<Fantastico>> Esclamò con un sorriso a 32 denti.
Si chinò per salutare Khaby e gli fece le coccole dopodiché tornò alla mia altezza e assunse un'espressione un po' imbarazzata.
<<Ehm...mi chiedevo se ti andasse di venire qua stasera. Sai un mio caro amico ha comprato questo appartamento e ci sarà una festa>> Disse timidamente facendo qualche pausa di tanto in tanto.
Ripensai tra me e me sul da farsi e alla fine acconsentii, tanto non ero quasi mai impegnata, un po' di baldoria ogni tanto mi avrebbe aiutata a placare le tensioni.
<<Perfetto a stasera>> Concluse abbracciandomi.
Ricambiai il gesto e salutai proseguendo giù per le scale.
Quel giorno al parco c'erano un casino di ragazzi che giocavano a basket o andavano sullo skate.
Risi quando uno di loro cadde rovinosamente a terra e mi guardò male.
Era quasi l'una e mezza così decisi di chiamare mia mamma per andare a pranzare da lei, sicuramente le avrebbe fatto piacere.
<<Pronto?>>
<<Ehi mamma!>>
<<Ciao tesoro, come stai?>>
<<Bene, mi chiedevo, se sei a casa...>>
<<Oh si certo, sto cucinando, volevi venire?>>
<<Se non disturbo si>>
<<Ma Lavinia, sei mia figlia, certo che non disturbi!>>
Sorrisi.
<<Aggiungo un po' di pasta in più>>
<<Ok Arrivo>>
<<A tra poco>>
Riagganciai e mi diressi verso casa sua prendendo la metro.
Mezz'ora più tardi ero da lei, seduta a tavola.
Parlammo del più e del meno poi le dissi che la sera stessa sarei andata alla festa nell'appartamento del nuovo vicino di casa.****
Stavo girando per la camera da letto da circa venti minuti alla ricerca di un vestito da mettermi.
Volevo apparire elegante ma non troppo e alla fine scelsi una gonna di pizzo che arrivava al ginocchio e una semplice ma provocante maglia rossa con le maniche svolazzanti.
Mi truccai per bene e misi i miei adorati tacchi neri con gli strass.
Da circa mezz'ora avevano messo la musica a palla, ovviamente quelle canzoncine trap che non sopporto proprio.
Controllai l'ora, le sette, non potevo dire di certo di essere in ritardo, abitavo affianco.
D'improvviso mentre sistemavo le cose da mettere nella borsa partì una canzone che mi fece rabbrividire all'istante.
Sperai che non fosse la sua voce ma lo era.
Da tanto tempo non la sentivo, giurai di aver quasi perso un battito.
Iniziai ad agitarmi e andai a sedermi sul divano per tranquillizzarmi un po' ma puntualmente suonarono al campanello.
Con quella canzone di Ghali che non conoscevo di sottofondo andai ad aprire.
<<Ehi Lav! Non vieni? Abbiamo già iniziato da un pezzo>> Disse Anto baciandomi entrambe le guance in modo formale.
<<Ehm..si arrivo>> Replicai dirigendomi in cucina per prendere la borsa che avevo lasciato sul tavolo.
Chiusi la porta di casa mia e lo seguii nell'altro appartamento.
Devo ammettere che ero molto curiosa di sapere chi fosse il mio nuovo vicino di casa.
Presi coraggio e insieme entrammo.
C'erano un sacco di persone, ovviamente tutte a me sconosciute.
Intravidi ancora qualche scatola del trasloco posta all'ingresso del corridoio.
Alcuni si accorsero di me e mi salutarono con un gesto della mano, invece altri si dilettavano a ballare scatenandosi.
L'odore di fumo invase le mie narici e non potei fare a meno di tossire.
<<Tutto bene Lav?>> Mi chiese Antonio mettendomi un braccio intorno alle spalle.
<<Si tranquillo, è solo il fumo>> Dissi sorridendo debolmente.
<<Andiamo in cucina così bevi qualcosa>>
Propose allegramente portandomi con sé.
Durante il tragitto mi fece conoscere altre ragazze, Diane e Ruth, molto simpatiche a primo impatto.
<<Serviti pure, io vado in salotto>> Gracchiò allontanandosi dal tavolo dov'erano appoggiate le bibite.
Sollevai un bicchiere di carta dal mucchio e ci misi dentro del the al limone.
Dopo qualche secondo mentre ero intenta a sorseggiare la bevanda sentii gridare dal salotto e la musica si interruppe.
<<Discorso, discorso, discorso!>> Urlavano tutti.
Iniziai a incamminarmi poi udii una voce al microfono che era collegato all'impianto stereo.
Più che una voce era una risata.
La sua risata.
Mi si strinse lo stomaco.
Non poteva essere lui.
Non poteva essere Ghali Amdouni.
Arrivai in salotto e vidi Antonio che mi fece cenno di ascoltare il discorso, poi notai un ragazzo circondato da tutti con il microfono in mano.
Immediatamente iniziò a mancarmi l'aria.
Ebbene si, con tutta la gioia del mondo ero nella stessa stanza di quello stronzo che avrei dovuto dimenticare.
Così la vita non mi aiutava proprio!
Lo guardai, non era cambiato quasi di una virgola, era solo un po' più alto e aveva i dread più lunghi.
Solite scarpe adidas e soliti vestiti di classe.
<<Come sapete ho comprato questo appartamento da pochissimo tempo...>> Non lo sentii proseguire perchè mi avviai nuovamente verso la cucina.
<<Lavinia?>> Mi sentii chiamare e guardai verso l'ingresso della sala, era Antonio.
<<Si?>> Risposi leggermente turbata.
<<Ti senti bene?>> Chiese premuroso nei miei confronti.
<<Si, vorrei prendere una boccata d'aria fresca>> Continuai guardandolo implorante.
<<Certo vieni>> Mi invitò.
Ripassammo nella sala dove Ghali stava facendo il suo discorso e non lo degnai nemmeno di uno sguardo, dovevo riprendermi.
Io e Anto ci sedemmo su un dondolo a righe bianche e verdi, da lì vedevo bene casa mia.
In lontananza s'intravedeva il parchetto illuminato dalla luce fioca dei lampioni.
Mi immersi nei miei pensieri annuendo a quello che diceva Antonio senza aprire bocca, anche se in realtà non lo stavo ascoltando e la sua voce mi risultava solamente di sottofondo.
Ci misi qualche istante a realizzare che Antonio era sparito e Ghali era seduto di fronte a me su un divanetto con una sigaretta tra le dita.
Mi irrigidii all'istante alla vista di quella bellezza.
Era stato uno stronzo ma continuava a farmi impazzire.
Notai che non stava guardando nella mia direzione ma era di profilo che ammirava il paesaggio senza proferire parola.
Faceva un tiro poi espirava creando una nuvoletta che alla fine si dissolveva mescolandosi all'aria non troppo fredda di Baggio.
Restammo così per qualche minuto, in silenzio cullati dalla dolce brezza e con il lustro della luna.
La mia coscienza mi diceva di andare lì e baciarlo ma fortunatamente non cedetti.
<<Perchè sei qui?>> Chiesi di getto spezzando il silenzio.
<<È casa mia>> Rispose con disinvoltura.
Sentire la sua bellissima voce dopo un anno faceva un effetto strano.
<<Sai che non intendevo questo>> Precisai tentando di non balbettare.
<<Hai sentito il mio nuovo album?>> Cambiò prontamente discorso.
<<No>> Conclusi alzandomi velocemente.
Lui fece lo stesso e mi prese per il polso, ci ritrovammo faccia a faccia.
Potevo sentire le farfalle nello stomaco, mi guardava insistentemente con quegli occhi castani da far perdere la testa.
<<Non va bene, dobbiamo rimediare>> Sussurrò sorridendo maliziosamente per poi leccarsi le labbra.
<<Magari più avanti>> Replicai entrando dentro casa.
L'istinto mi diceva di riappacificare le cose con lui, ma in fin dei conti aveva baciato un'altra ragazza, non poteva riavere la mia fiducia cosi presto.
Se davvero fosse stato innamorato di me avrebbe fatto quello che era più giusto, mi avrebbe aspettata.
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GHALI Il Ragazzo Del Poker
Fanfiction•[Completata]• FANFICTION Lavinia è una ragazza di Milano che ama il gioco d'azzardo e i tacchi alti. Un giorno farà da guida a Ghali nella galleria d'arte in cui lavorano lei e sua mamma. Per colpa di un malinteso però potrebbe non volerlo rivedere...