Capitolo 6- Venerdì Sera

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Con mia grande gioia (*ironia) la settimana passò davvero lentamente, ma finalmente solo poche ore mi separavano dall'appuntamento con Ghali.
Giada si offrì di venire a casa mia per aiutarmi a scegliere i vestiti e il trucco.
Erano le sei e ciò significava che avrei avuto solo un'ora e mezza di tempo per prepararmi.
<<Ciao>> Dissi dandole un bacio sulla guancia.
Potevo percepire la sua contentezza e anche la sua gelosia. Non mi aveva detto nulla, però in fondo mi voleva bene e sapevo che fosse felice per me.
<<Allora sei pronta?>>
<<Mica tanto>>
<<Dai scema vieni a scegliere i vestiti>> Disse andando in camera e aprendo l'armadio come nulla fosse.
Si comportava come se fosse casa sua e io l'adoravo per questo.
D'altronde glielo permisi io stessa appena ci conoscemmo.
<<Questo?>> Chiese reggendo in mano un abito blu scuro con lo strascico.
<<Troppo fiabesco>> Ribattei aprendo l'altra anta dell'armadio.
Giada stava scorrendo rapidamente tutti i miei vestiti e mi tornarono in mente le parole di Ghali alla galleria.
<<Mi ha detto di vestirmi bene...forse intendeva elegante>> Spezzai il silenzio.
La mia amica smise di fare ciò che stava facendo e il suo volto assunse un'espressione pensierosa.
<<Il ragazzo ha le idee chiare>> Affermò mettendosi poi a ridere.
<<In effetti....Solo che Stefy mi ha raccomandato di fare attenzione perchè il suo obiettivo è solo quello di portarsi le ragazze a letto>> Confessai rendendo più cupo e triste il tono della voce.
<<Non credergli. Io lo seguo da molto più tempo di lei e secondo me si sbaglia.
È un bravo ragazzo>> Mi consolò.
Tirai un sospiro di sollievo.
<<Ne sei sicura?>>
<<Lav ti ho detto di sì. Poi nel caso voglia fare qualcosa sai com'è, io accetterei. È uno strafigo della madonna>> Sbottò scoppiando in una fragorosa risata.
Alzai gli occhi al cielo sorridendo.
Riusciva sempre a tirarmi su il morale.
<<Che ne pensi di questo?>> Domandai una volta uscita dal bagno con indosso il vestito che avevo scelto.
<<È perfetto, Ghali sarà tuo>> Sostenne sgranando gli occhi per poi rivolgermi un sorriso.
Era un abito tutto nero con le spalline e alla vita si allargava un po' arrivando fino a sopra le ginocchia.
In alcuni punti aveva il pizzo, il che lo rendeva elegante ma sexy.
Feci l'occhiolino a Giada e andai nella cabina armadio per scegliere le scarpe.
Tacchi ovviamente.
Ne presi due paia visto che ero indecisa.
Uno era un semplice tacco nero a punta, alto sui 10 cm e l'altro era più alto color argento con i brillantini.
Giada mi consigliò quest'ultimo.
Era una ragazza che vestiva piuttosto appariscente.
Per quanto riguardasse il trucco, con l'aiuto della mia migliore amica applicai l'eyeliner per ottenere l'effetto "occhi da gatta".
Pensavo rendesse sensuale.
Un tocco di mascara, fondotinta e rossetto magenta.
Piastrai i capelli castano scuro, misi gli orecchini a cerchio più grandi che avevo e andai allo specchio seguita dalla mia best.
<<Secondo me manca qualcosa>> Affermò guardandomi il petto.
<<Cosa?>>
<<Una collana>>
<<Oh giusto! Aspetta vado a vedere cos'ho>> Dissi precipitandomi verso il portagioie.
Tornai dopo qualche minuto reggendo in mano una decina di collane.
Alla fine optammo per una catenella semplice con il ciondolo a fiore realizzato in oro bianco.
<<Sono le sette e mezza>> Mi fece notare lei guardando il display del suo iPhone 6s plus color oro rosa.
<<Meglio se andiamo>>
<<Ti accompagno?>> Chiese con un sorrisetto complice.
<<Okay>>
Presi la mia borsetta infilandoci dentro tutto l'occorrente e uscimmo.
Il Yacout distava mezz'ora da casa mia così Giada mi accompagnò in macchina con lei.
Io avevo 21 anni ma la patente ancora non si vedeva nemmeno all'orizzonte.
Usavo i mezzi e sinceramente il traffico di Milano mi spaventava un po'.
Il vero motivo per il quale non avevo ancora la patente e una macchina però, era che purtroppo i soldi non bastavano.
Non avrei potuto fare altrimenti.
A metà strada infilai un disco dei Backstreet Boys.
Mi rilassava e ne avevo bisogno visto che l'ansia era a mille.
Nel giro di pochi minuti lo avrei rivisto.
Il parcheggio del Yacout era strapieno come sempre.
Salutai la mia amica con un bacio e iniziai ad avviarmi verso l'ingresso del locale.
Eravamo rimaste d'accordo che se avessi avuto bisogno di un passaggio per tornare a casa l'avrei chiamata.
Mi diressi verso il bancone per chiedere se un certo Amdouni avesse prenotato un tavolo per due.
La cameriera mi fece cenno di seguirla dicendomi che ancora non era arrivato.
Il tavolo era in un angolo appartato forse lo aveva richiesto lui per non essere fotografato ogni due per tre dai fan.
<<Vuole ordinare già da bere?>> Mi chiese gentilmente la cameriera.
<<No grazie aspetto>>
<<Come vuole allora ripasso fra 10 minuti>> Disse allontanandosi verso la cucina.
Mi diedi rapide occhiate tutt'intorno per cercare di scorgere Ghali e poi presi in mano il telefono per guardare qualche storia su instagram.
Ad un certo punto mi venne in mente di cercare il suo profilo.
Digitai "Ghali" e il primo account che mi comparve fu il suo.
Rimasi basita.
1,8 milioni di followers.
Era così bello e dolce soprattutto con i suoi fan.
Decisi di guardare anche i video.
Mi coprii la bocca con la mano.
Aveva caricato un video circa 3 ore prima nel quale diceva: "Stasera non scrivetemi perchè sono impegnato. Vi amo lo stesso"
Era così incantevole.
Mezzo minuto dopo mi accorsi che stava entrando nel locale.
C'era un po' di gente che lo salutava e qualcuno che lo incitava a fermarsi per scattare una foto.
Lui cordialmente salutò tutti ma disse che le foto le avrebbe fatte più tardi.
Iniziai a sentirmi a disagio.
Ero ad un appuntamento con un cantante famoso.
Chissà la gelosia delle fan.
Eppure non eravamo nulla, ma non potevamo dimostrarlo.
Camminava verso di me.
Indossava le adidas bianche e blu, i jeans con lo strappo al ginocchio e una camicetta rosa.
I dread li aveva sciolti.
Quella fu la prima volta che lo vidi così.
Mi sorrise.
Quella fu la prima volta che capii davvero di essermi innamorata.
<<Ciao>> Mi disse appena arrivò al tavolo.
Lo salutai e mi alzai per dargli un bacio sulla guancia.
Posò il suo sguardo sul mio vestito.
<<Stai benissimo>> Disse mordendosi il labbro.
<<Anche tu>> Risposi sorridente sedendomi di nuovo.
Io ordinai degli spaghetti con una salsa asiatica e lui pollo al curry.
Parlammo del più e del meno per conoscerci un po' e mi raccontò la sua storia.
Rimasi davvero colpita, sembrava davvero un bravo ragazzo.
Insomma se avesse voluto solo sesso penso che non mi avrebbe invitata a cena, no?
Alle 11 finimmo anche il dolce e si alzò per andare a pagare.
Lo seguii.
Durante il tragitto scattò le varie foto con i fan come aveva promesso.
Tirò fuori i soldi e li diede alla cassiera, non insistetti più di tanto per pagarmi il conto da sola perchè mi impose di non farlo.
Maniere dolci eh.
Si.
<<Grazie>> Dissi imbarazzata girandomi una ciocca di capelli tra le dita.
<<Per te questo e altro>>
Uscimmo dal locale e un brivido di freddo mi percosse le spalle.
<<Hai freddo Lav?>> Chiese preoccupandosi.
<<No tranquillo è solo l'impatto tra il caldo che c'è dentro e l'aria fresca di fuori>> Mentii.
In effetti ero stata stupida a non prendermi una giacchetta.
<<Vieni>> Mi incitò mettendomi un braccio intorno alle spalle come per scaldarmi.
Nuovamente una scia di brividi mi invase.
Stavolta non era colpa dell'aria gelida.
<<Mi sa che hai proprio freddo>>
<<Magari non è per quello>> Dissi maliziosamente.
<<Faccio un brutto effetto allora>> Sussurrò al mio orecchio.
<<Bellissimo>> Lo corressi.
Ci fermammo un attimo e mi guardò negli occhi.
<<Vieni da me?>>
Avevo una voglia incredibile di lasciarmi andare.
Di averlo tutto per me.
Poi però le voci per sentito dire si facevano spazio tra miei pensieri.
Ci pensai su.
Alla fine non mi interessava del pensiero degli altri.
C'eravamo attratti fin da subito.
Ero stracotta.
Non riuscivo a stare più di un minuto senza pensare a lui.
Avrei voluto vederlo ogni giorno.
<<Devo venire da te adesso?>> Chiesi dovendo ancora realizzare il tutto.
<<Si. Ne ho bisogno. Dobbiamo chiarire la questione che abbiamo lasciato in sospeso lunedì>> Si fece serio.
Annuii.
Salimmo sulla sua auto e le farfalle nello stomaco non tardarono a farsi sentire.
Mezz'ora dopo eravamo sotto casa sua, più o meno vicino alla mia.
Mi disse di fare piano che sua mamma stava dormendo.
Salii gli scalini e arrivammo nel pianerottolo del suo appartamento.
Piano piano infilò le chiavi nella serratura e aprì la porta accendendo la luce.
Mi fece accomodare in cucina.
Mi sentivo molto più che privilegiata.
Tutto ciò era così strano.
Strano ma bello.
Sparì nel corridoio e quando tornò aveva un pezzo di carta in mano.
<<Ho casa libera, mia mamma è andata da mia cugina a fare da babysitter ai bambini, dorme là, mi ha lasciato questo biglietto>>
Sorrise.
<<Vieni ti faccio vedere la casa>> Mi invitò.
Accettai seguendolo in giro per le stanze.
Dopo un po' arrivammo nella sua camera da letto.
Era piena zeppa di regali che gli facevano i fan, sui muri aveva poster di Michael Jackson e dischi d'oro.
Sulla scrivania erano poggiate varie foto di famiglia e testi di canzoni incomplete.
<<Scusa il casino, la mia stanza rispecchia un po' la mia testa in questo periodo.
È tutto in disordine>>
<<Tranquillo che la mia non è messa tanto meglio>> Lo rassicurai.
Chiuse la porta e iniziò a guardarmi in un modo che non seppi decifrare.
<<Siediti>> Disse dolcemente.
Feci come voleva.
Appena il mio fondoschiena toccò il materasso sprofondai. Era terribilmente morbido.
Feci una faccia strana e di conseguenza rise sedendosi poi sul letto accanto a me.
<<Allora? Di cosa vuoi parlare?>> Domandai spezzando il silenzio che si era creato.
<<Del perchè ci provo con te>> Si sdraiò accendendo una sigaretta.
Ebbi un tuffo al cuore.
Ammise che ci stava provando con me.
<<Allora dimmi>> Sussurrai deglutendo.
<<Mi interessi>> Sputò senza giri di parole.
<<Ghali guardami negli occhi>>
Fece un tiro e poggiò la sigaretta nel posacenere sul comodino.
Si sistemò di fronte a me guardandomi le pupille castane.
<<Ti interesso davvero?>> Gli chiesi nuovamente cercando di non farfugliare.
<<Si. Altrimenti non ti avrei portata a cena e a casa mia>>
Riflettei un momento.
Forse era arrivato il momento di dirgli che anche io ricambiavo.
<<Sai Ghali, forse non dovrei dirtelo così ma...>>
Lo squillo del mio telefono mi interruppe creando in me un profondo senso di rabbia.
Era Giada.
<<Che c'è?>> Chiesi imbronciata sbuffando.
<<Nulla volevo sapere se fosse tutto ok>>
<<Fino a qualche secondo fa si>> Azzardai.
Le volevo sempre un mondo di bene ma in quel momento no.
Stavo per confessare i miei sentimenti a GHALI AMDOUNI.
Non era una cosetta da poco.
<<Scusami>> Gracchiò lei dispiaciuta prima che le attaccassi il telefono in faccia.

GHALI Il Ragazzo Del PokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora