Capitolo 12- Ghali e Sami

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Era passata circa una settimana da quell'incontro e che dire, avevo ascoltato l'album di Ghali, ammetto che era davvero bravo.
Nonostante ciò non glielo avrei mai confermato, era un tipo piuttosto ambizioso, sicuro di sé e a tratti anche vanitoso.
Malgrado ciò sapeva il fatto suo.
Ero sul mio terrazzo, buttai un occhio verso casa sua e lo vidi.
A quanto pare era in piedi già da un po', stava camminando nella sua camera da letto e non potei fare a meno di fissarlo indiscretamente.
Era senza la maglietta con solo i pantaloncini indosso, i dread sciolti e leggermente scompigliati.
Mi incantai ad ammirare i suoi addominali scolpiti anche piuttosto scuri viste le sue origini straniere.
Forse stava finendo di mettere a posto le scatole del trasloco.
Dopo un tempo indefinito mi accorsi che stava ricambiando lo sguardo maliziosamente e arrossii all'istante entrando dentro casa.
Che figura pensai.
Sembravo una maniaca psicopatica, ci mancava solo che mi mettessi a sbavare.
Rifeci il letto e andai in cucina per fare colazione ma puntualmente bussarono alla porta.
Mi ritrovai davanti Ghali senza maglia come qualche minuto prima.
Dio quanto era bello.
Arrossii violentemente.
<<Ehi>> Dissi cercando di apparire meno infantile di quanto non fossi.
<<Ciao piccola>> Mugugnò tra i denti spalancando le labbra fino a formare un sorriso.
<<Cosa ti serve?>> Chiesi cercando di non guardare i suoi addominali.
<<Nulla>> Fece spallucce.
Cazzo, era impossibile guardarlo in faccia.
<<E allora perchè sei qui?>> Domandai tentando di sembrare infastidita.
<<Ho visto che mi fissavi, così ho pensato di venire direttamente qua almeno sono più vicino e puoi guardarmi meglio>> Rispose ovvio facendo un passo in avanti per poi chiudere la porta alle sue spalle.
Rabbrividii.
Si avvicinò drasticamente, potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle.
<<Lavinia...>> Sussurrò iniziando a lasciarmi una scia di baci caldi sul collo.
<<Mhh>> Fu l'unico suono che riuscì ad uscire dalla mia bocca.
Mancava poco, ci stavamo per baciare ma prontamente arrivò Khaby che iniziò a saltellargli addosso.
Cercai di sgridarlo non molto aggressivamente e si andò a mettere nella cuccia mugolando.
Alzai gli occhi al cielo e mi rivolsi nuovamente a Ghali.
Riflettei. Stavo sbagliando tutto. Era troppo presto per riallacciare i rapporti come i vecchi tempi.
<<Vattene>> Dissi spingendolo verso l'ingresso.
Mi guardò confuso indietreggiando.
<<Non ti piace?>> Chiese ancora visibilmente eccitato.
<<Non è questo. Non ho ancora dimenticato cosa hai fatto>> Replicai duramente.
<<Hai frainteso tutto dal primo momento>>
<<Non voglio parlare di questo ora, vai via>>
<<Come vuoi>> Rispose rassegnandosi.

****

Di pomeriggio incontrai nuovamente Antonio e decidemmo di passare del tempo insieme.
Mi fece conoscere Samuel un suo caro Amico, nonché anche migliore amico di Ghali.
Era un ragazzo solare, veniva dall'Eritrea e pure lui in passato aveva combinato delle marachelle.
Ci scambiammo i numeri e poi tornammo tutti a casa propria.
Mentre facevo la doccia mi venne in mente un'idea.
Nonostante tutto amavo ancora Ghali ma questo non era certo il lasciapassare per tutto, non avevo ancora rimosso dalla mia testa ciò che aveva fatto l'anno precedente.
Avrei ottenuto più informazioni da Sami, insomma chi meglio di lui poteva conoscere Ghali?

GHALI Il Ragazzo Del PokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora