CAPITOLO 6

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《Lena, dobbiamo andare assolutamente a quella festa!》 che palle. Clara continua a insistere per andare alla festa di Halloween e io so che come al solito cederò. 《Dai, ripetimi ancora una volta perchè dobbiamo andarci..》 dico scherzando al telefono .《Lo sai il perchè. Ti prego andiamo. Voglio vederlo!!!.》 Mi dice piagnucolando《E va bene, come non detto,ma mi devi promettere che con Diego ci parlerai e non rimarrai con la solita faccia da ebete salutandolo con la bocca aperta e sorridente, ok? 》  Diego...è sempre la stessa scusa per andare da qualsiasi parte. Diego è la cotta di Clara. È fissata con lui da circa 3 anni. Tutti i giorni si convince che riuscirà a parlargli ma poi non ci riesce mai. Lui è il solito ragazzo bello ma stronzo; l’opposto di Clara...lei è dolce e carina con tutti, si merita di meglio. Certe volte si salutano, ma per il semplice fatto che Manuel, suo fratello, è il migliore amico di Diego. 《ok, lo giuro!  Poi però gli dico anche che ho una cotta per lui, che siamo felicemente sposati, che abbiamo 3 figli: Giorgio, Emily e Stella; che viviamo assieme in una casa alle Hawaii e che abbiamo anche un pastore tedesco di nome Riki. 》
Scoppio in una risata fragrante e poi mi sento chiamare 《Scusa Clara devo andare, ci sentiamo dopo. Ciao》 《 okey , ciaoooo》.
Metto il telefono nella tasca dei pantaloni ed entro in quell’ufficio che mi da sempre più angoscia. 《Buon pomeriggio Lena. Come stai?》 La saluto con un sorriso finto. Fa tanto la carina ma in verità è un’arpia. 《Tutto bene grazie.》sorride, abbassa gli occhiali berso la punta del naso con l'indice e guarda il foglio sulla sua scrivania 《Allora vediamo se abbiamo fatto qualche progresso》 mi dice. Mi alzo dalla sedia e lei mi intima di spogloarmi sia i pantaloni sia la maglietta. Quella faccia schifata che ha stampata in viso mi fa venire talmente tanta rabbia che vorrei spaccare qualcosa . Scusa tesoro ma non tutti hanno un fisico perfetto che lei o come sua figlia. Rimango solo in reggiseno e mutande, salgo su quell’orribile oggetto chiamato bilancia e... niente .Ne un peso perso, ne un peso preso. Sempre allo stesso punto, da mesi. 《Lena ma la fai la dieta? O il movimento fisico che ti ho consigliato?》 ed ecco che partono quelle urla nella mia testa che non mi piacciono. Vorrei tanto dirle che non mi serve anche lei a farmi star male. Mi basta quella cazzo di bilancia in bagno e gli specchi che mi fissano in camera e in bagno. Mi vesto. Non rispondo nemmeno. Prendo le mie cose e la saluto. Sbatto la porta e me ne vado.Nella via di casa inizio a piangere. Non per quello che mi ha detto la dottoressa Federica ma per quello che mi sento dentro. I crampi allo stomaco, il mal di testa, il nodo alla gola, le gambe che mi cedono. Non sono mai stata quella che volevano conoscere tutti o quella popolare, a causa del mio fisico. Mi piace avere degli amici ma non ho mai potuto averne tanti per le voci che giravano su di me. Sono sempre stata la “palla di lardo”, la “salsiccia imbottita”, la’’ciambella’’. Tutti ridevano su questo tranne io. Ora però basta. Non voglio più essere quella che sono. Voglio dimagrire, voglio sentirmi a mio agio con gli altri senza preoccuparmi che il mio vestito è troppo stretto o che mi segna i fianchi.
Arrivata a casa ripenso a quel ragazzo che ho visto passando: passeggiava tranquillamente dall’altra parte della strada, ma non ho potuto capire chi era a causa delle lacrime che mi annebbiavano la vista.
Arrivata in camera mi prendo un libro e mi sdraio sul letto. Scrivo a mia mamma che sono a casa e la informo anche che non andrò più dalla dietologa. Un rumore strano mi spaventa. Qualcuno alla porta, scendo e la apro. 《Hey Lenaaaaa》pure a casa mi ritrovo questo...《ciao Bryan, sei venuto a rompermi anche qui?》 mi metto con le braccia conserte davanti a lui che mi sembra un po’ ubriaco. 《come mai una ragazza ciambella piangeva oggi?》.che bastardo.ora capisco chi era sull' altra parte della strada. Merda. Tra tutte le persone proprio lui doveva essere. Gli rispondo in malomodo dicendogli di farsi i cazzi sui per una volta nella vita e di ritornare dalla sua ragazza o dei suoi amici. Gli chiudo la porta in faccia e torno di sopra. Non riesco a dormire. Per colpa del mio corpo non riesco a essere la persona che voglio essere. Guardo l’orologio: 00.00... è ora di esprimere un desiderio. Desidero essere come ho sempre voluto.

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