CAPITOLO 9

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Mentre prendo un’ altro paio di jeans dal cassetto sento dei rumori fuori dalla porta così la
apro sovrapensiero, ma solo quando vedo la faccia sorpresa di Andrea mi ricordo di essere
in mutande. Richiudo subito la porta eurlando dico<<ti avevo detto di aspettarmi di sotto!!>>
<<avevi detto 5 minuti massimo, ma sono passati più di cinque minuti>> urla dalla porta
della mia camera. Peggio di un bambino cavolo. Non posso ancora credere che qualcun’
altro oltre mia mamma,Clara e quella stronza della mia dietologa mi abbia visto così. Non
posso credere che un uomo mi abbia visto così; ma non so se quest’ ultimo pensiero l'ho
detto solo nella mia testa perché da fuori lui urla << comunque non sei così male come
dicevi...>> << và al diavolo!>> vorrei ucciderlo ma ora non ne ho il coraggio.
Iiniziano a venirmi in mente le parole di Bryan e della dietologa.Scoppio a piangere; dopo
vari singhiozzi la porta si apre leggermente e la testa di Andrea spunta domandando
dolcemente <<posso entrare ?>> scuoto la testa in gesto negativo ma si vede che lui non ci
fa caso perché entra e mi abbraccia. Delicatamente mi sussurra << non stavo scherzando,
non sei niente male>>. Quelle parole, anche se mi fanno piacere so che escono dalla sua
bocca solo per farmi smettere di piangere e infine dico<< non me la sento più di venire da te
ora>> . Mentre mi rivesto cerca di convincermi ma quando come una bimba capricciosa mibutto sul mio letto sotto le coperte lui si innervosisce così mi carica sulle spalle e mi obbliga
a scendere dal letto.<< va bene, non vuoi fare la ricerca, ma ho un posto da farti vedere.Ci
andiamo ora.>>. Mi obbliga a mettere i primi pantaloni che trovo nell’armadio e poi mi
trascina fuori casa. L’impatto con l’aria fredda mi fa venire dei brividi che scompaiono in
fretta quando Andrea prendendomi per mano mi costringe a correre. Non mi rendo conto di
dove mi stava portando ma quando ci fermiamo e io cerco di prendere fiato capisco di
essere in un bosco. L’aria è umida e la mia pelle viene riscaldata solo dai piccoli raggi del
sole che passano attraverso le foglie di questi altissimi alberi. Il bosco mi piace tantissimo.
Mi tranquillizza. mi fa sentire in Twilight .Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi ascoltando il
fruscio delle foglie e il canticchiare degli uccelli.<<Perché siamo qui?>> chiedo guardandolo
negli occhi che sembrano molto più verdi del solito. Come risposta mi indica un’albero. Cosa
c’entra adesso un albero? Lui si avvicina andando dietro l’enorme albero. Mi avvicino. Il
bosco sarà anche rilassante ma ho paura di rimanere da sola. Noto che sull’albero ci sono
due iniziali una A e una T. Poi girando intorno all’albero mi ritrovo davanti a una scala
penzolante. Guardo in alto e vedo Andrea che mi urla di salire.acconsento e inizio la
“scalata”. Ripeto, non faccio questo perchè mi interessi qualcosa di lui ma perchè ho paura
di rimanere da sola nel bosco. Rimango sbalordita dalla bellissima casetta che sbuca sopra
questo albero. È di legno con dei quadrati intagliatati alle pareti che fanno da finestra
coperte con una bella tenda blu zaffiro. Il pavimento è ricoperto da vari tappeti con sparsi dei
cuscini colorati. Su una parete c’è pure una mensola con una fotografia rivolta verso il
basso, una lanterna e un libro.<<Attenta che ti entrano le mosche>> dice Andrea ridendo.
Non mi ero resa conto di essere stata a bocca aperta per lo stupore. <<Chiudi la botola,
grazie>> il grazie che dice mi fa un po’ ridere per il mezzo sorriso che ha fatto e per il bacino
volante mandato. Mi sdraio per terra su un cuscino. Dopo un pò di tempo passato fissando
le assi di legno del soffitto decido di girarmi su un fianco. Osservo per qualche secondo il
profilo di Andrea non sapendo se interrompere il silenzio o no. Per fortuna o sfortuna inizia a
parlare per primo <<l’ho costruita con mio padre prima che...tante cose le ho aggiunte io
dopo…>>annuisco sperando che continui. <<Mi piace venire qui quando non ho niente da
fare o quando non riesco a tenere a bada i miei sentimenti. Non so, come quando sono
troppo arrabbiato o triste anche se il più delle volte sono incazzato>> dice ridendo sull'ultima
frase. Io accenno un sorriso e mi giro per osservare meglio lo spazio che ci circonda.
Diventa ,ogni volta che la esamino, più accogliente.Si butta su un cuscino gigante che è
posizionato al centro della casetta. Mi giro a guardare la mensola e sono sempre più curiosa
di vedere quella foto rivolta verso il basso. Mi avvicino piano piano per non farmi notare.
Prendo la cornice e la osservo.

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