Pregiudizi e preconcetti

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Erano passati alcuni giorni dalla discussione con Elena. Giorni in cui le parole dell'amica le avevano dato molto da riflettere. Decisamente le avevano aperto gli occhi, le sembrava di aver portato una benda fino a quel momento: come aveva fatto a non accorgersi di che persona era suo fratello a scuola? Esaminando i suoi ricordi si rese conto di alcuni particolari che prima, forse inconsciamente, aveva ignorato: ogni volta che vedeva i suoi stupidi amici maltrattare il ragazzino di turno, lui era sempre presente. Magari si godeva lo spettacolo o ridacchiava. Di certo però, se era vero che non l'aveva mai visto partecipare in prima persona, non l'aveva mai visto neppure intervenire per difendere il malcapitato di turno. 

Ammettere ciò la aveva però costretta a considerare anche l'altra ipotesi di Elena, quella che aveva subito giudicato ridicola: anche in Scorp...ehm Malfoy, Zabini e Nott poteva esserci qualcosa di più degli spacconi arroganti? Oggettivamente aveva dovuto concludere che la possibilità c'era, ma questa convinzione non era scesa così in profondità da indurla a crederci davvero, almeno non ancora. 

Un'altra cosa che in quei giorni aveva notato era quanto spesso la sua migliore amica sparisse nel nulla, per poi tornare e dare giustificazioni molto, anzi troppo vaghe. Era ovvio che le stesse nascondendo qualcosa, e visto come ne aveva preso le difese aveva dedotto che con ogni probabilità uno dei quattro era coinvolto in queste sparizioni. E, inutile dirlo, questa possibilità le metteva i brividi. Così, dapprima, aveva deciso di fare la persona matura: di non saltare subito alle conclusioni ma di attendere che Elena si confidasse con lei. Quando però era diventato evidente che non l'avrebbe fatto Lily aveva deciso di affrontare di petto la situazione. 

Ecco perché in quel momento la stava cercando per tutto il castello. Stava imboccando un corridoio quando vide, in fondo al suddetto corridoio, suo fratello intento probabilmente a raggiungere il suo dormitorio. Albus era un diciassettenne slanciato, con spalle dritte e larghe, i capelli neri e indomabili, esattamente come quelli dell padre, gli occhi color verde smeraldo. Era, modestia a parte, un bel pezzo di ragazzo. Caratterialmente era molto più simile a lei che all'esuberante James, con la differenza che, le ragazze, più le allontanava, più gli correvano dietro. Certo è che se la sua amica fosse stata "invischiata" con uno dei suoi amici, certo lui l'avrebbe saputo.

"Al!" lo chiamò.
"Lily, che ci fai qui?" rispose lui.
"Sto cercando Elena...l'hai vista per caso?"
"Beh no, io no." replicò lui con un sorrisetto.
"Senti Al, se sai qualcosa per favore dimmela."
"No Lils, io non devo dirti proprio nulla. Non è la tua migliore amica? Se vuoi sapere qualcosa chiedigliela."
"Ho provato ad aspettare ma lei non parla...ti prego dimmi che con le sue sparizioni non c'entra nessuno dei tuoi..." disse supplicante.
Albus con una faccia incredula rispose: "Sparizioni? In che senso? E poi che diamine significa i TUOI? Detta così sembra che io sia il boss di una banda di mafiosi".
"Beh senti per come vi comportate lo sembrate davvero...e comunque Al sparizioni significa semplicemente che sparisce. Per ore. E torna con giustificazioni del tipo: prendevo un po' d'aria, oppure, facevo un giro. Al...è una settimana che piove. 

Che cavolo di aria vuoi che stia prendendo!?"

"Senti non lo so che fine fa e se anche lo sapessi non te lo direi: non mi riguarda."
"Che vuoi dire che non me lo diresti!? Sono tua sorella! Ma che ti prende? Tratti male me, tratti male gli altri....Mamma e papà inorridirebbero se sapessero come ti atteggi a padrone della scuola con quegli idioti dei tuoi amici."
"Senti io non mi atteggio a re della scuola!"
"Ma non fermi i tuoi amici quando lo fanno. È orribile credimi. E poi non capisco con quale diritto pensate di poter fare sempre quello che vi pare, fregandovene degli altri."
"Semplicemente non mi impiccio. Da noi funziona così: ognuno lascia liberi gli altri di fare ciò che vogliono. Quindi se si divertono così pace. Non posso mica obbligarli ad essere come voglio io no?"
"Beh ma se non condividi quello che fanno perché gli sei amico!?"
"Lils ma tu che ne vuoi sapere. Non li conosci come li conosco io: se sono loro amico qualcosa di positivo l'avranno pure no? Solo che non è qualcosa che mostrano a chiunque. Di certo non la mostrano a te che per partito preso li odi. E poi non sai che cosa significa essere un Serpeverde: anche se sei uno stinco di santo vieni sempre additato come il figlio di un mangiamorte e un delinquente. Tutta la scuola ci odia nella maggior parte dei casi senza neppure un motivo valido. Scorps, Adam e gli altri semplicemente si sono stufati di essere trattati così senza una ragione. Visto che tanto  tutta la scuola continua a giudicarci per stereotipi, abbiamo smesso di combattere il sistema e ci siamo adattati"
"Al ti assicuro che nessuno questo di te". Replicò lei.
"Per me è diverso Lils. Io sono figlio di Harry Potter, i pregiudizi che tutti hanno dei Serpeverde non mi coinvolgono. Invece per tutti gli altri è questa la realtà."
"Mi dispiace Al, io, non immaginavo..."
"Lo so, nessuno immagina un bel niente qui dentro. Ma ora che lo sai ti prego, evita queste scenate".
"Non mi hai fatto finire: ho detto che non immaginavo che la situazione che vivete fosse questa. Non per questo siete giustificati nel comportarvi come fate. Se come dici sono solo pregiudizi, allora impegnatevi tutti assieme per dimostrare a tutta la scuola che non siete così come siete dipinti"
"Per te è facile parlare...senti mi dispiace ma devi fartene una ragione, i miei amici non cambieranno e neppure io. Perché non continuiamo a vivere le nostre vite come abbiamo fatto serenamente finora?"
"Non posso. Non mi ero accorta di ciò che mi circondava ma ora ho aperto gli occhi e non posso più far finta di niente". Replicò lei col viso in fiamme.
"Fai come vuoi Lils, ma dovresti crescere e imparare che non puoi far andare sempre il mondo come vuoi."
Lily stava per ribattere quando lo squillante suono della campanella si diffuse per i corridoi.
"Senti io ora ho lezione, ci vediamo ok?" Le disse Albus allontanandosi in fretta dalla sorella e dalle sue parole.


Lily invece rimase lì, immobile, cercando di assimilare tutte quelle cose che il fratello le aveva detto. Si era sempre vantata di non avere pregiudizi, di essere aperta verso tutto e tutti. Ora le sembravano parole vuote. Era sempre stata come tutti gli altri in fin dei conti? Il suono di molti passi che si avvicinavano la fece riscuotere. Come il fratello anche lei aveva delle lezioni quel pomeriggio. Così ancora un po' frastornata anche lei si incamminò verso la sua prossima lezione.

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