Three

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«C’era quella cosa che cresceva dentro, 
che li spingeva l’una verso l’altro, 
quella cosa a cui ancora
non avevano avuto il coraggio
di trovare un nome,
ma sapevano benissimo cos’era.»

Una volta parlato con Yuuri, Viktor, decisamente più sereno imboccò il corridoio che portava verso l’uscita da Hogwarts: era parecchio stanco e l’idea di mettersi a letto gli balenava in testa già da un po'. Sciolse i capelli passando una mano tra le ciocche argento e prese a giocherellarci mentre imbucava il lungo passaggio. Una voce familiare proveniente da un aula con la porta mezza aperta lo distrasse dai suoi 
pensieri, si avvicinò nascondendosi dietro la parte chiusa.
 
“AVEVI DETTO CHE NON L’AVRESTI FATTO, BEKA! E SE TI SUCCEDESSE QUALCOSA?” La squillante voce di Yuri gli saltò all’orecchio e subito abbozzò un sorriso schiacciandosi di più sulla porta. Si sarebbe mai perso l'occasione di vedere uno Yuri preoccupato? Mai.
“Non mi succederà nulla, Yura. Non devi preoccuparti.” Viktor riconobbe immediatamente la voce calma e bassa di Otabek e si affacciò leggermente per vedere cosa stava succedendo. “Non mi succederà niente, te lo prometto.”
Il biondo sbuffò mettendo il broncio “E io che ti avevo preso anche un regalo di compleanno. Non te lo meriti. Non dovresti ricevere niente stronzo.” Otabek alzò un angolo della bocca in un accenno di sorriso “Non dovevi Yura. Ti avevo detto che non volevo niente.” Yuri gli rifilò un occhiataccia seguita da un evidente frecciatina “Evidentemente non sei l’unico a fare cosa non deve!”
Il moro non trattenne una risata, quel ragazzino era davvero esasperante. Esasperante e bellissimo.
“Comunque è tutta fortuna” sbottò il serpeverde porgendogli un pacchetto “Se il tuo compleanno fosse stato domani non avresti nemmeno potuto partecipare! Sei ti succede qualcosa giuro che ti uccido brutto Kazako impertinente!” 
Otabek prese il pacchetto abbozzando un sorriso e iniziò a scartarlo, il suo sguardo si fece sorpreso e divertito quando due guanti a mezze dita da motociclista leopardati gli saltarono agli occhi. “Yura sono..” 
“Volevo regalarti qualcosa che ti piacesse e.. Che allo stesso tempo ti ricordasse me.”
 
Se Viktor non l’avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto: Yuri Plisetsky era appena arrossito e aveva nascosto il viso sotto le ciocche bionde cercando di coprire l’imbarazzo. 
“Sono bellissimi, Yura. Mi piacciono tanto.” Otabek lo guardò sincero spostandogli dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Grazie.” 
Le labbra di Yuri si alzarono in uno di quei sorrisi particolari che il moro aveva la fortuna di vedersi rivolgere spesso “Buon compleanno Bekah. Ti stai facendo sempre più vecchio.” 
“Sei tu il ragazzino, Plisetsky.” Il kazako gli diede un buffetto sulla guancia non trattenendo un sorriso, I loro volti si erano fatti molto vicino ma nessuno dei due sembrava accorgersene.
“Ho quattordici anni idiota! Non sono un moccioso.” Sibilò il biondo fulminandolo con lo sguardo e avvicinando il viso al suo per fronteggiarlo. “Solo perché hai perso la traccia ti senti grande?” 
Otabek rimase spaesato da quella vicinanza, sentiva il respiro dell’altro fondersi con il suo e la voglia di baciarlo cresceva sempre di più. 
“Beka?” sussurrò Yuri titubante “Perché mi stai guardando così?” 
Quasi non fece a tempo a finire la frase che si ritrovò le labbra del moro sulle sue. 
Viktor quasi cadde dallo stupore e si dovette portare una mano alla bocca per evitare di urlare.
 
Tutto successe in una frazione di secondo: Otabek si ritrovò nella stanza da solo e confuso mentre Viktor inseguì automaticamente la piccola figura bionda che sfrecciava tra i corridoi “YURI!” Lo afferrò per un braccio attirandolo a se “Yuri fermati.” 
Il più piccolo lo guardò con occhi spaesati e strattonò il braccio “Lasciami in pace Viktor.” 
Niente idiota o cretino, la faccenda doveva essere più grave di quello che sembrava. 
“Vuoi raccontarmi cosa è successo, Yurotchka?” Il più grande lo guardò dolcemente.
“Ti ho visto fuori dalla porta, Nikiforov. Sai benissimo cosa è successo!” il biondo ringhiò spingendolo con foga. “Non fare il finto tonto.”
“Voglio che me ne parli tu, Yuri. Sai di essere come un fratello minore per me e..”
“Solo perché mio nonno era amico di tuo padre e ti ha preso in casa quando quella merda umana ti ha lasciato solo non vuol dire che sei mio fratello” sputò acido il più piccolo distogliendo lo sguardo, si pentì di quelle parole subito dopo averle pronunciate “Viktor..” 
Viktor gli accarezzò la guancia, il suo volto sempre illuminato da un sorriso “Perché ti ha turbato tanto il fatto che Otabek ti abbia baciato?” 
“È il mio migliore amico! Tra.. tra amici non si fanno queste cose” la sua voce si affievolì “Noi.. siamo amici.” 
“Dovresti parlarci Yuri, ma non è che ti pia-“ Il più grande venne subito interrotto. “MA CHE DIAMINE HAI NEL CERVELLO? TI HO DETTO CHE SIAMO AMICI! PENSA PER TE E TORNA DA QUEL COTOLETTO A CUI SBAVI DIETRO!” 
Viktor lo guardò divertito “Mi spieghi cos’hai contro Yuuri?”
“È irritante.” Sbuffò il biondo “È sempre in quel fottuto mondo dei sogni e ha una faccia da schiaffi. La domanda è come diavolo faccia a piacerti.” Il suo broncio divenne un ghigno “Giusto, tra cretini vi capite.” 
“Nikolai ha ragione, sei diventato troppo sboccato Yurotchka.” Il ragazzo dai capelli argento sorrise pizzicandogli la guancia.
“Come se lui fosse fine!” Yuri lo guardò di sottecchi. “Cerca di non farti ammazzare in quella merda di torneo.”
“Lo sapevo che infondo tieni a me, Yurotchka.” Il sorriso di Viktor si ampliò facendo irritare sempre di più l’altro “Fottiti, Nikiforov.”

Spazio autrice
Beh, il rapporto tra Yuri e Otabek si fa confuso, ma quello con Victor si chiarisce leggermente. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Arey

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