Seven

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"If I had a flower
For every time I thought
Of you, I could walk
In my garden forever."

Nonostante fosse il giorno di Natale, gli studenti erano emozionati per tutt'altro motivo. 
Durante il giorno la scuola si era ripopolata e Viktor riusciva a captare felicità ovunque guardasse, perfino addosso a se stesso. 
Si era ritirato nella sua stanza alla nave a circa metà pomeriggio e, nonostante la voglia immensa di andare a cercare Yuuri che non vedeva dalla sera prima, ci si era sigillato fino alle sette di sera. Meno di mezz’ora e tutto sarebbe iniziato, era davvero emozionato. 
Lisciò delicatamente la giacca rosso mattone e si guardò allo specchio: i pantaloni del medesimo colore gli fasciavano perfettamente le gambe mentre la camicia bianca si adagiava delicatamente sul petto. I capelli, legati in una coda di cavallo che lasciava alcune ciocche davanti al viso, erano lisci e lucenti e il ragazzo se li portò dietro la spalla sorridendo soddisfatto. 
Era pronto. 
Uscì dalla nave e si avvicinò all’entrata di Hogwarts con passo lento, tutti si girarono a guardarlo, chi ammaliato e chi irrimediabilmente incantato. 
Viktor sapeva di essere un bel ragazzo, ma semplicemente non gli interessava cosa pensavano gli altri. 
O almeno chiunque non avesse i capelli e gli occhi scuri, un adorabile accento giapponese e si chiamasse Yuuri Katsuki. 
Il russo notò subito Yuri e Otabek da lontano e si avvicinò a loro sorridendo.
Il primo indossava un completo giacca e cravatta grigio, in cui era evidentemente a disagio mentre il secondo portava un elegante suit nera ma senza cravatta, ne papillon. 
Viktor rimase piacevolmente sorpreso nel guardare i capelli del più piccolo, erano lisci come al solito ma alcune ciocche bionde erano intrecciate al lato della testa per formare una treccia in cui si incastrava una piccola piuma nera. 
Sorrise notando che andava a richiamare il completo dell'altro.
“Yurotchka! Sono contento che tu abbia deciso di venire alla fine! Sarebbe stato decisamente noioso senza di te!” Viktor sorrise cingendo il più piccolo sulle spalle con il braccio sinistro “Dopotutto non potevi mancare al mio com- ouch.” La sua faccia si piegò in una smorfia.
Yuri si era scrollato il suo braccio di dosso e lo aveva colpito leggermente all’addome “Idiota, non sono qui per te.” Borbottò poco prima di lanciargli un sacchettino “Toh, è da parte mia e del nonno.  Khoroshiy den’ rozhdeniya, idiot.”
Il viso di Viktor si aprì in un grosso sorriso “Grazie, Yurotchka” infilò il sacchetto nella tasca interna e gli fece l'occhiolino, non aveva intenzione di metterlo in imbarazzo e già lo vedeva a disagio.
“Buon compleanno, Viktor.” Otabek gli sorrise leggermente porgendogli la mano che l'altro prontamente ignorò abbracciandolo. “Oh andiamo Altin, se ti va bene probabilmente diventeremo parenti!” 
Quando si allontanò scoppiò a ridere guardando le facce degli altri due, entrambi rossi ma uno per l'imbarazzo e l'altro per la rabbia. 
“MA CHE DIAVOLO TI DICE IL CERVELLO NIKIFOROV?! SEI UN ID-“ Si zittì all'improvviso, il suo sguardo era sorpreso. Viktor lo guardò confuso e si girò anche lui a guardare, gli mancò il respiro.
 
Yuuri si stava avvicinando a loro torturandosi nervosamente le mani e Viktor pensò che non aveva mai visto niente di più bello. Non sembrava neanche lui, ma era sicuro che lo avrebbe riconosciuto tra mille. 
Un completo nero lo fasciava alla perfezione, la giacca cadeva perfettamente sopra la camicia bianca e la cravatta rossa, in tinta con il completo di Viktor, gli cadeva al centro del petto. Yuuri non portava gli occhiali e i capelli erano stati riempiti di gel e gettatiall'indietro in ciocche sbarazzine. Era bellissimo. 
“Hey” sorrise nervosamente avvicinandosi “Scusa il ritardo, Pichit voleva una mano con il suo vestito.”  
“Wow” Viktor era sicuro di sembrare un idiota ma non riusciva a dire altro “Sei.. wow.” 
Yuuri divenne rosso come la propria cravatta e dietro di loro Yuri aveva finto un conato di vomito prima di afferrare Otabek che ridacchiava per un braccio e trascinarlo via. 
“Io.. Tu.. tu stai benissimo” confessò sorridendo timidamente “Stai davvero bene” 
“Oh ti ringrazio, moya tantsovshchitsa! Saremo di sicuro la coppia più bella.” Ammiccò il russo porgendogli il braccio. “Ci avviamo?” 
Yuuri annuì sorridendo timidamente e si appoggiò a lui, insieme si avviarono. 
Sara, accompagnata da un suo compagno di Durmstrang Emil Nekola e Otabek, con accanto Yuri che si lamentava per il completo erano già davanti all’ingresso e i due si affrettarono a raggiungerli.  
All’interno delle porte chiuse si sentiva un forte brusio e Viktor notò subito quanto Yuuri fosse nervoso. 
Il russo sorrise e si avvicinò al suo orecchio “Immaginati solo noi due, come ieri sera. Andrà tutto bene.” 
Yuuri arrossì per la vicinanza ma gli sorrise “Grazie.” 
Viktor era estremamente convinto che se avesse continuato a guardarlo in quel modo gli sarebbe saltato addosso prima della fine della serata e non gli sembrava una buona idea.
 
Le porte si spalancarono e i campioni entrarono, Viktor e Yuuri a guidare la fila. 
La sala grande era stata addobbata ovunque con motivi natalizi e i quattro tavoli delle casate erano spariti, lasciando spazio ad un centinaio più piccoli e colmi di persone curiose che li osservavano sfilare.
Tutti quelli che pensavano che la figura di Yuuri sarebbe sparita accanto a quella bellissima e elegante di Viktor dovettero ricredersi, insieme i due erano uno spettacolo per gli occhi. 
“E adesso i nostri campioni apriranno le danze su un celebre brano italiano, Stammi vicino.” Annunciò il maestro del coro, Josef Karpisek prima di girarsi verso l'orchestra. 
Appena le prime note iniziarono a propagarsi per la stanza i campioni iniziarono a ballare e le persone presenti nella stanza trattennero il fiato. 
“Sei bellissimo, Yuuri” sussurrò Viktor, non riuscì a trattenersi. “Sei davvero bellissimo.” 
L'altro arrossì e mise su il suo distintivo sorrisetto timido “Grazie Viktor, non volevo farti fare brutta figura.” Confessò senza perdere la concentrazione sui passi della coreografia “Non me lo sarei mai perdonato.” 
Il russo sorrise e gli accarezzò con il pollice il dorso della mano che stringeva la sua “Non vedo come potrebbe succedere, pendono tutti dalle nostre labbra.” La sua bocca si arricciò in una smorfia incoraggiante adorabile e chinò leggermente la testa per avvicinarsi a lui, il tutto accompagnato da un occhiolino. 
Avrebbe dato via la sua amata Firebolt pur di poter capire cosa passava per la mente del ragazzo in quel preciso momento: non lo guardava negli occhi e nonostante la concentrazione per la danza sembrava leggermente distratto. 
La canzone andrò sfumando e Viktor non trattenne un ampio sorriso mentre si lasciava piegare da Yuuri nella posa finale, che era molto simile ad un casquè. Sentì la punta dei capelli toccare terra solo per un secondo, poi l’altro lo risollevò alla sua altezza facendo apparire sulle labbra un sorriso più soddisfatto che timido. Gli studenti erano ammaliati e evidentemente in visibilio, la stanza esplose in un applauso e il preside Cialdini sorrise nella loro direzione. 
Neanche il tempo di uscire dalla pista che la musica cambiò: le Sorelle Stravagarie salirono sul piccolo palco allestito e musica più giovanile si diffuse nell’aria.
 
Viktor notò la leggera smorfia sul viso di Yuuri e sorride dolcemente afferrandolo per mano “Ti va di sederci?” 
Il giapponese lo guardò sorpreso ma annuì, poco dopo si trovavano seduti ad un tavolo vuoto ma decisamente molti vicini. Il più grande non aveva intenzione di lasciarselo scappare. 
“Non sei tipo da feste, vero?” 
L'altro ridacchiò “È così evidente?” 
“Un po'.” Confessò il russo prendendogli la mano e lasciandogli un dolce bacio sul dorso poco prima di alzarsi “Vado a prendere da bere, non scappare Yuuri Katsuki. Abbiamo tante cose di cui parlare.” 

Spazio autrice
Ed eccoci qui al ballo del ceppo! Vitya e Yuuri colpiscono tutti quanti, cos'altro potevamo aspettarci?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Vostra,

Arey

P.s.
Se vi va passate da 'the boy on the train', è la mia nuova Victuri. Una piccola one shot. Spero vi piaccia

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