Nine

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“Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti,
ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno,
è avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.
L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi,
compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.
L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno,
ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.”
-Albert Einstein

Dopo la seconda prova, Viktor non gli si era allontanato nemmeno per un attimo. Quando usciva dal dormitorio era già li che lo aspettava appoggiato al muro e conclusa una lezione, lo trovava ad aspettare per accompagnarlo nella classe successiva. Pichit ormai dava di matto ogni volta che lo vedeva fuori dall'aula e Yuuri voleva solo sotterrarsi.
“È così dolce! È la tua guardia del corpo. Ma ti segue anche in camera? O magari nel lett-“ 
“Pichit! Piantala!” Sbottò il moro arrossendo, mancavano meno di cinque minuti alla fine della lezione di pozioni e non avrebbe fatto perdere punti alla propria casa per la bocca larga dell'amico. 
“Quindi dopo cosa fate?” Continuò imperterrito il Thailandese sorridendo “Vi rinchiudete da qualche parte?” 
Il giapponese ormai era rosso come la copertina del suo quaderno e ci appoggiò sopra la testa come se volesse mimetizzarsi. “Andiamo solo a fare un giro, probabilmente vicino al campo da Quiddich.” 
“Oh accidenti, ho da fare! Devo davvero trovare qualcuno che vi faccia foto di nascosto.” Sbuffò rassegnato. 
L'altro lo guardò sbalordito sollevando la testa e aggiustando gli occhiali sulla punta del naso “Stai scherzando, vero?” 
Pichit annuì ma Yuuri lo guardò sospettoso, il sorrisetto sul suo viso non gli piaceva per niente. 
“Pichit-kun quando fai così mi spaventi davvero” Confessò divertito.
“Oh ma dai!” Rispose allegro l'altro pizzicandogli la guancia “Tu mi adori e- oh guarda! Possiamo andare!” Scattò in piedi raccogliendo le sue cose e schizzò fuori dalla porta, non senza prima urlare un ‘Ciao Viktor'.
 
Yuuri uscì ancora perplesso e fuori, appoggiato al muro, c'era Viktor che ridacchiava ancora per gli scatti sovrumani di Pichit. 
“Hey” sorrise imbarazzato il più piccolo avvicinandosi. “Tutto bene?”
“Oh si” sorride il più grande staccandosi dal muro e fiorandogli una guancia con la punta delle dita. “Tutto bene, andiamo?”
 
La loro meta era un grande albero vicino al campo da Quidditch che li nascondeva da occhi indiscreti, Viktor aveva scoperto quel posto per caso e ci aveva trascinato Yuuri più volte nei mesi precedenti. 
Si sedettero con la schiena appoggiata al tronco e il più piccolo sorrise affondando le dita tra i ciuffi d'erba. Il solito silenzio piacevole li avvolse e presero a rilassarsi ad occhi chiusi. O almeno Viktor, Yuuri aveva gli occhi puntati sul volto dell'altro e non riusciva a distogliere lo sguardo. All'improvviso mormorò qualcosa a bassa voce senza neanche rendersene conto. 
“Cosa?” Viktor aveva aperto gli occhi e lo stava guardando confuso.
Yuuri arrossì abbassando lo sguardo
“Posso acconciarti i capelli?” 
Viktor lo guardò evidentemente sorpreso e sul suo viso si aprì un grosso sorriso “Da, konechno!” 
Il giapponese alzò la testa sorridendo timidamente e si mordicchiò il labbro inferiore quando Viktor scivolò davanti a lui. “Quando mia sorella Mari aveva i capelli lunghi mi chiedeva sempre di farle le acconciature più varie, mi è sempre piaciuto giocare con i suoi capelli.” confessò iniziando a pettinare delicatamente le ciocche argento con le dita, aveva un tocco così delicato che Viktor lo sentiva appena “Mi è dispiaciuto tantissimo quando li ha tagliati.” 
“Io sono sempre stato una frana ad acconciarli” Ridacchiò il russo rilassandosi sotto le mani dell'altro “Non fraintendermi, adoro i miei capelli e amo vederli acconciati, ma ho imparato solo le cose più basilari come la coda o la treccia.” 
Restarono in silenzio per un po’, le mani di Yuuri intrecciavano abilmente le ciocche argento e il più grande canticchiava un motivetto sotto voce con il sorriso stampato sulle labbra. 
“Mi dispiace non averti ancora visto giocare sai?” Il più grande arricciò le labbra contrariato e gli lanciò un occhiata, Yuuri era totalmente concentrato su quello che stava facendo. 
“Uhm.. beh Leo, il capitano, vuole piazzare un allenamento la prossima settimana” rispose tranquillo senza pensare alle conseguenze “Non ci sono partite per via del Torneo, ma non vuole trovarci fuori allenamento quando riinizieranno.” 
“Ma è fantastico!” Viktor scattò leggermente, allegro “sarò sicuramente li a vederti.” 
Yuuri si accorse di quello che aveva appena fatto: aveva involontariamente invitato Viktor a vederlo giocare e l'altro aveva accettato. Lo avrebbe avuto lì per tutta la durata dell'allenamento. 
Si diede dell'idiota da solo e arrossì violentemente “I-io non.. non sono molto bravo..” Iniziò a balbettare preparandosi a chiudere l'acconciatura. 
“Oh mio caro Yuuri, siamo tornati a quando balbettavi?” Ridacchiò il più grande porgendogli il fine elastico nero. Il giapponese lo prese e chiuse la treccia, poi si fermò a guardare soddisfatto la sua opera “Spero.. spero ti piaccia.”
Viktor mosse leggermente la bacchetta e due specchi gli apparvero in mano “Forza, aiutami” sorrise passandogliene uno. Yuuri lo prese e lo posizionò, in attesa. Viktor li guardò dallo specchio e schiuse le labbra in contemplazione. “Yuuri sono.. bellissimi.”

Yuuri aveva fatto una piccola treccia sul lato destro della testa che sulla nuca si andava a unire con una più grande e decisamente molto complicata che andava a finirgli sulla spalla sinistra. Il russo si girò verso di lui e sorride avvicinando il viso al suo “Non smetti mai di sorprendermi, Yuuri.” 
Il giapponese sorrise timidamente e appoggiò lo specchio a terra accanto all'altro, poi si aggiustò gli occhiali sulla punta del naso nervosamente “Sono contento che ti piaccia.” 
Yuuri non fece a tempo a rialzare lo sguardo che sentì le morbide labbra di Viktor sulle sue e solo in quel momento di accorse di quanto gli erano mancate. Il moro gli accarezzò dolcemente il viso con la punta delle dita e non tardò a ricambiare quel dolce contatto. 
Fu un bacio semplice, non come il primo che si erano scambiati, ma comunque si ritrovarono senza fiato dopo pochi secondi entrambi convinti che fosse colpa del potere che l’altro aveva su di lui. 
Viktor fece scontrare dolcemente i loro nasi e Yuuri sorrise guardandolo negli occhi, non si sarebbe mai stancato di osservarlo. 
“Non hai idea da quanto stessi aspettando per farlo ancora, mio dolce Yuuri” Sussurrò prendendo la sua mano e lasciando un dolce bacio sul dorso. 
L'altro sorrise in risposta e arrossì fino alla punta delle orecchie “Ecco.. forse un idea potrei avercela.” Le sue labbra si piegarono in una smorfia imbarazzata e abbassò lo sguardo. Entrambi avevano aspettato fin troppo.

Spazio autrice
Ed eccoci qua, al penultimo capitolo, mancano solamente l'ultimo e l'epilogo.
Yuuri si improvvisa parrucchiere e a Viktor piace davvero tanto il risultato. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Arey

P.s.
Se vi va passate da 'the boy on the train', è la mia nuova Victuri. Una piccola one shot.
Spero vi piaccia.

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