Capitolo 10

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Suonó la mia sveglia e come tutte le mattine mi svegliai controvoglia, ero molto stanca, l'unica cosa che mi dava la forza per alzarmi dal letto era Tyler, fra un'oretta avevo la mia seduta, chissà come sarebbe andata dopo ieri sera....
Mi precipitai in bagno mi feci una bella doccia fredda per rinfrescarmi e andai in quel che era il mio armadio, mi misi un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta color senape e le mie solite scarpe bianche sporche.

Bussai alla porta di Tyler e dopo nemmeno 3 secondi mi venne ad aprire....
- Buongiorno Emily! Mi disse...
- Buongiorno Tyler! Aggiunsi...
Mi precipitai su quel divanetto e lui si sedette accanto a me, mi spostò i capelli dal viso e mi baciò... allora non ero stata un passatempo, forse lui provava davvero qualcosa per me...

Come faceva a volermi un uomo del genere ?!
Eravamo gli opposti, lui più grande di me, un uomo bel piazzato, io cosi piccola e fragile, non ero alta più di 1.65, magrolina per via della droga, i miei capelli un po' sciupati, spenti, quel dorato non c'era più, ora aveva il sopravvento un rame spento.
Lui era ricco, e viveva in una bella casa, io non avevo nemmeno un letto dove dormire, tranne quello della comunità.

*************

Passarono diversi giorni e iniziai ad uscire con Tyler, lui mi faceva stare bene, avevo anche messo su qualche chilo, ero migliorata sia esteticamente che interiormente, però avevo sempre un pensiero fisso in testa, volevo scoprire chi fosse quella sagoma che ormai aveva il sopravvento nei miei incubi, volevo scoprire chi fosse quel ragazzo incappucciato, volevo vedere il suo viso, ma di lui nessuna traccia, finché....

Una sera come era mia solito fare non mangiai, e arrivate le 23 il mio stomaco chiedeva del cibo, e anche se non potessi farlo mi diressi verso la cucina, passate le 21 non potevi più mangiare, le regole erano ben precise e dovevi essere corretta per poter vivere lì dentro senza nessuno che ti opportuni, così senza farmi scoprire passai il corridoio, scesi le scale e vidi un'ombra nella parete della tv, iniziai ad agitarmi, lì era tutto buio, non pensavo  volesse farmi del male, ma sai com'è, in una comunità al buio, alle 23 ti trovi davanti un'ombra chi non avrebbe avuto paura...
Feci finta di non vederla e così continuai il mio tragitto verso la cucina, ma c'era qualcuno e io lo sapevo, mi sentivo osservata,come se qualcuno mi stesse con il fiato sul collo, come se qualcuno monitorasse ogni mio gesto, ogni mio battito, ogni mio respiro affannato, presi un cucchiaio dalla cucina e mi diressi verso il freezer, dove potevi scrutare una grande porta, la aprì lentamente senza far rumore per evitare che i guardiani notturni potessero sentire, ( anche loro a quell'ora dormivano, mi chiedevo spesso che facevano a fare quel lavoro ), entrai dentro, presi una vaschetta di gelato e iniziai a magiare, quando all'improvviso la porta si chiuse dietro le mie spalle.

Io, te e il mare. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora