9. Non è gelosia

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Nei giorni a seguire tutto sembrava sfociare nella normalità. Mi sono ripresa subito fortunatamente dall'influenza che era soltanto un virus passeggero. Placido è cambiato.
Non so se definirlo un bene o un male. Mi sono pentita per alcune cose che gli ho detto, però ovviamente non connetto molto i neuroni quando vado fuori di testa. Ho cercato anche di farmi coraggio e di andare a chiedergli scusa, ma il mio orgoglio ha sempre preso il sopravvento e quindi non ci rivolgiamo la parola da più di 48 ore. Vivere in casa con una persona con cui non vuoi avere a che fare è una sfida ardua della vita. È evidente che qualcuno lassù vuole mettermi alla prova, altrimenti tutto questo casino io non so spiegarmelo.
Ritornando a Placido, dicevo che ho notato in lui un certo cambiamento, oserei dire, radicale. Non mi guarda più con gli stessi occhi dei primi giorni, non mi sorride, non mi parla e non si avvicina nemmeno per sbaglio. Non che io abbia bisogno di tutte queste cose eh, mettiamo in chiaro, ma vorrei almeno capire il motivo di tutto ciò. O glielo chiedo io, o qui non si va avanti.
-Pla, possiamo parlare?-
Gli dico mentre lui era impegnato con la sua chitarra. La poggia per terra e viene verso di me sedendosi al tavolo. Io faccio lo stesso.
-Senti, ascolta, mi dici che cos'hai adesso? Sei cambiato da qualche giorno, voglio capire-
-Non ho nulla-
Risponde sicuro di se.
-Non ci credo...-
Lo guardo fisso senza ricevere risposta. Poi continuo.
-Senti... Mi dispiace per le cose che ti ho detto, è solo che sono confusa... Ma se vuoi possiamo ricominciare-
Non so dove trovo il coraggio per tirare fuori certe parole ma alla fine l'ho fatto.
-Ecco vedi io...-
Inizia a parlare lui per poi essere interrotto dal suono del suo telefono. Si volta verso di esso e nel suo volto leggo una strana espressione.
-Chi è?-
Gli domando io curiosa.
-Umh... Nessuno, torno subito-
Afferra velocemente il suo cellulare e si dirige in bagno chiudendosi. La mia curiosità mi porta subito ad ascoltare la discussione da fuori la porta.
-Hey... ora sono occupato... Sì ci vediamo stasera, vabene piccola, ciao-

Ritorno al mio posto.
-Eccomi-
Esclama tornando a sedersi. Dentro di me si crea un miscuglio di rabbia mista a delusione e tristezza, non so perché.
-Dicevi?-
Continua lui.
-Niente, non dicevo niente-
Concludo alzandomi e quasi "scappando" in camera mia. Mi chiudo la porta alle spalle e mi siedo sul letto facendo scorrere qualche lacrima che subito asciugo.
Questa non può essere gelosia.
Non può.

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