Ti ho detto che oggi sarei tornato a Roma, che oggi sarei tornato da te.
'Va bene' mi hai risposto.
Fredda.
Senza dire nulla.
Senza continuare il discorso.
Senza farmi domande.
Nulla.
Non hai chiesto nulla.
Non hai detto nulla.
Di solito mi avresti scritto durante il viaggio, per tenermi compagnia.
Ma questa volta non l'hai fatto.
Allora l'ho fatto io.
Ti ho cercato io.
L'ho fatto io perché qualcosa non va.
Lo sento.
A distanza di kilometri ma lo sento.'Che hai?'
'Niente'
'Non mi dici qualcosa'
'Perché non ho nulla da dirti'
'Sei distante'
'Non è vero'E hai una reazione esagerata, sembri quasi schizzata a quella mia sensazione.
E capisco che menti.
Me ne dai conferma.
Capisco che forse ora non ne vuoi parlare.
Forse lo faremo a casa, forse.
Ma quale forse e forse!
Io mi sto tartassando il cervello, mi logoro l'anima per sapere che cazzo potrebbe esserti preso.
Non è il momento di litigare ora, non per telefono.
Non oggi che sto tornando.
Non oggi che voglio stare tutto il giorno con te perché mi sei mancata.
Non oggi.'Mo che arrivo, parliamo'
Ti avviso.
E forse avrò sbagliato perché potrai rifilarmi qualunque scusa dopo averci pensato.
Ed io potrei abboccarci uguale.
'De che?'
'Poi parlamo'
'Certo che sei strano oggi oh...'Mi lasci perplesso.
Mi lasci incazzato.
Mi lasci preoccupato su questo treno diretto a Roma che impiegherà solo qualche minuto ad arrivare.
Io so' quello strano?
Mo che arrivo vediamo chi è lo strano.
Mo che arrivo ne parliamo.
Perché non si può fare così.
Perché tu fai la strana ed io non capisco.
Tu mi menti ed io ci penso.
Perché tu sei a casa senza tranquillità ed io sono qui, su questo treno che torno da te.
Che torno a casa e mi mangio la testa per tutto il viaggio.
Che non mi do pace forse più di te.
Che mi porta ad odiare questo treno e il tempo che ancora manca per raggiungerti.
Menomale che passa in fretta!Scendo dal treno con il borsone.
Cammino a passo svelto, urto la gente involontariamente.
Sono di fretta.
Sono di corsa.
Voglio tornare a casa, voglio tornare da te.
Eppure mi hai preceduto.
Mi guardo avanti, dritto, e ti vedo.
Con la tua borsa al braccio, i pantaloncini e la canotta, il telefono in mano, i capelli legati e il volto stanco, distrutto.
Sei già qui.
Questa volta corro davvero.
Ti prendo in braccio stringendoti forte a me e ti bacio.
Tanto ormai sti cazzi della gente!
Mi stringi a te, forte, con la testa sul petto, le braccia dietro la mia schiena e ti fai sempre più piccola.
Ti dico che è bene andare a casa.
Mi dici che va bene.
E iniziamo a camminare così, senza staccarci.
Dici che vuoi guidare tu.
Ti rispondo che ci sono io e lo faccio.
Non rispondi, non è da te.
Di solito ti infastidisci se te lo impedisco.
Questa volta no.
Non parli, non rispondi, non metti la musica, non dici nulla.
Dove sei?
La tua testa non è qui.
Sei assente.
Non è da te non parlare.
Non sei tu.Ti chiedo dove sono i bambini, che speravo di stare anche con loro.
'Dai nonni. Domani staranno con noi'
Dici fredda, strana.
'Me dici che succede?'
Ti trascino su di me che sono sul divano di casa tua.
Mi guardi.
Non capisci
'Stai strana'
'Non ho nulla Andre, te l'ho detto'
'Non ti credo'
'Come?'
'Non ci stai, sei da un'altra parte e non sei tu. Che hai'
'Non ho nulla, smetti di chiedermelo. Se vuoi credermi, bene, altrimenti non importa'Ti alzi con le palle girate dovute alla mia insistenza.
Vai nella camera da letto.
Ti seguo.
Me ne sbatto se vuoi stare sola.
Se non mi vuoi qui, ora.
So che è una falsa, so che fai finta.
So che mi vuoi qui altrimenti non mi saresti venuta a prendere in stazione.
Non avresti lasciato i bambini dai nonni.
Ti afferro un polso avvicinandoti a me tenendoti per la vita, stretta.
Vedo i tuoi occhi lucidi, con le lacrime pronte ad uscire.
Qui davvero, qualcosa non va.
'Ei'
Ti stringo a me
Ti lascio un bacio sul collo.
E tu non rispondi, ancora.
'Amore'
Metto il mio volto nell'incavo del tuo collo.
'Mh?'
Ti respiro mentre tu mi stringi a te, con quel senso di paura, come se potessi andare via da un momento all'altro.
'So che qucosa non va. Dimmelo, ti prego'
E credo che ci sia lei di mezzo.
Lei, le sue storie, il fatto che io fossi in macchina con lei, che fossimo allo stesso tavolo, che mi stesse appiccicata.
'Davvero Andre, nulla'
E mi baci.
Con timore, come succedeva quando tornavo da Fabriano che stavo con lei.
Ti chiedo se è lei il problema.
Mi dici di no, che di lei non ti interessa, che ti fidi di me.
Decido di crederti e cambio argomento.
Ti chiedo perché i bimbi sono dai nonni, nel mentre le mie mani finiscono dietro la mia schiena, sotto la tua canotta.
Dici che volevi stare da sola con me, oggi.
Dici che ti sono mancato, tanto.
E marchi quell'aggettivo più del dovuto.Mi baci e mi togli la maglietta.
Hai fretta.
Come se non avessimo tempo, come le altre volte.
Ma non ti rendi conto che questa volta é diverso, che questa volta il tempo lo abbiamo.
Mi vuoi, questa volta in maniera diversa.
Questa volta tremi.
Mentre ti bacio.
Mentre ci spogliamo.
Mentre mi guardi.
Tremi e non per il freddo.
Tremi e non per l'effetto che ho su di te.
Tremi per la paura.
Paura di qualcosa che io non so, qualcosa di così importante che occupa la tua mente.'Vero'
Mi guardi, gli occhi non sono vivaci, non sono come al solito.
'Stai tremando'
Mi dici di lasciar perdere, mi dici che è normale perché non sei stata bene.
Mi dici un'altra balla.
Stringo le tue mani nelle mie, sopra la tua testa e ti osservo.
Capisci che non ho abboccato.
Smetti di tremare, all'improvviso, così come avevi iniziato.
Riporti le tue labbra sulle mie.
Mi dici che mi vuoi, che vuoi sentirmi sulla tua pelle mentre ti curo con il massimo riguardo, con la massima cura benché sotto gli effetti di quelli spasmi e delle onde di sensazioni che attraversavano i nostri corpi uniti.'Amo solo te'
E te lo dico questa volta, anche se so che ti incazzerai.
Te lo dico perché è quel che sento.
Te lo dico perché era troppo tempo che non te lo dico.
Troppo tempo che non te lo sentivi dire.
Mi guardi mentre tento di uscire da te per mettermi al tuo fianco.
Mi fermi, mi dici di restare così perché vuoi sentirmi ancora, così.
E lo vedo nei tuoi occhi che qualcosa si è aggiustato, che quelle sensazioni sono sparite.
Ma non completamente.
Qualcosa ancora c'è, è rimasto.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
'Non pensi mai che un giorno potrai volere dei figli?'
Mi guardi stranito per questa mia domanda improvvisa, sontanea.
'Non ne abbiamo già due?'
Sorrido per quella tua risposta, comprendendo quanto tu possa amare i miei figli nonostante non siano tuoi.
'Intendo che siano sangue del tuo sangue Andre'
'Non rinuncerò a te per mettermi con un'altra solo per dei figli'
Rispondi spazzando via ciò che era una parte del problema.
'Si, ma io no...'
Non me la lasci finire quella frase, me la blocchi mentre ti stendi accanto a me e tirandomi al tuo fianco, con la tua mano che si ferma sul mio fianco e sul mio ventre.
'Non è un problema, sapevamo che c'era questa possibilità, ma a me bastate tu e i tuoi figli'
E torno più calma, più serena.
'E se invece potessi?'
'Se potessi sarebbe una felicità aggiunta. Perché parliamo di questo ora?'
Ti chiedo se ti ricordi di quel sogno che feci quella notte, quando eravamo a Fabriano una volta uscito dall'ospedale.
Mi chiedi se parlo di quello in cui tu giocavi con nostra figlia sul balcone mentre io ero ferma sotto la porta.
Ti dico di si, ti chiedo se ricordassi il nome di quella bimba.
'Luce' rispondi con un sorriso che mi fa capire che forse è il momento giusto.
Che forse non potrebbero esserci momenti migliori di questo.
'Ti piace come nome?'
Ti guardo mentre osservi il soffitto con quello sguardo sognante.
'Si, non potrebbe esserci nome migliore'
Prendo la tua mano.
La stringo e la porto definitivamente sul ventre.
Mi guardi, non capisci.
E a me viene da ridere perché dovresti vedere la tua faccia in questo momento.
'Luce'
Ripeto.
E tu capisci, finalmente.
Sgrani gli occhi, incredulo per quella parola, per quel discorso.
'Per questo eri così strana'
Annuisco sorridendo.
Mi baci.
Piano, dolce.
Poi ti abbassi all'altezza della mia pancia e ci poggi su un orecchio iniziando a parlare con tua figlia, quella che terrai tra le braccia tra meno di nove mesi.
Ti osservo.
Ti ascolto.
Rido
Piango
Tutto mentre tengo la mia mano tra i tuoi capelli, mentre ti accarezzo il volto che non è sulla mia pelle.
E in tutto questo, mi rendo conto che le mie paure erano infondate, che mi ami e nessuno mi sostituirà.
Mi rendo conto che niente e nessuno potrà rovinare questo equilibrio.

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|Luce|
Kısa HikayeÈ iniziata come una singola one shot, ma ora sono di più. Non so cosa sia. Una raccolta di one shot. Una raccolta di pensieri molto probabilmente. Non lo so, non mi piace etichettare. È quello che è e che sarà.