Non so neanche io perché lo sto facendo, ma sto andando da lui.
Succederà qualcosa di brutto, me lo sento.
Prendo l'auto di David, non ho altra alternativa, non posso girare a piedi a quest'ora della notte, sono quasi le tre.
***
Arrivo davanti al Vogue, accosto e scendo dalla macchina.
Sento delle urla provenire dal retro e vado a vedere cosa sta succedendo, sembra una rissa.
Mi avvicino, faccio spazio tra tutta la gente che guarda e come sospettavo è Matt che si sta picchiando con un ragazzo.
"Matt!" Inizio a urlare.
Ma non mi sente, non posso dividerli io, rischierei di farmi del male.
Mentre sto per chiedere aiuto ad uno dei presenti, lui alza la testa, intercetta i miei occhi e si ferma.
Io guardo lui e lui guarda me, come se ci fossimo solo noi due e tutte le persone intorno a noi non esistessero.
Il tizio con cui si stava picchiando approfitta di questo piccolo momento per sferrargli un pugno dritto sul naso.
Lui si riprende e sposta lo sguardo verso l'altro ragazzo e inizia a tirargli dei pugni nello stomaco per farlo accasciare a terra.
"Matt, basta." Cerco di tirarlo da un braccio.
Ma scaraventa a terra pure me, appena si accorge che la persona che ha spinto sono io, viene verso di me.
"Tutto bene?" Mi chiede.
"Si, andiamo" si guarda indietro e vede il ragazzo accasciato a terra, mi prende per mano e andiamo via.
In questa frazione di secondo non posso fare a meno di fissare la sua mano con la mia e sento una stretta allo stomaco.
"Allora? Di cosa volevi parlarmi di così urgente da farmi venire fino qui a quest'ora?" Gli chiedo mentre lo seguo.
Lui non mi risponde e continua a trascinarmi.
Provo a togliere la mia mano dalla sua, ma accentua ancora di più la presa.
"Vuoi parlare o no?"
"Parleremo quando usciremo da questo dannato locale" mi risponde finalmente.
***
Siamo in macchina, precisamente nella macchina di David e lui continua a fissarmi senza spiccicare una fottuta parola.
"Vorrei farti notare che è notte fonda, sono le quattro del mattino, sono corsa fino a qui non so neanche io il perché e ancora non mi hai detto ciò che dovevi dirmi" gli dico spazientita.
Mi sorride.
"Perché sorridi?"
"Perché sei bellissima" avvampo, ma provo a non farglielo notare.
"Cosa c'entra? Mi hai fatto arrivare fino a qui per dirmi che sono bellissima? Non potevi dirmelo al telefono?"
Solo dopo che ho finito di dire la frase, mi sono resa conto di quanto sono stata acida.
Ma lui nonostante la mia risposta, continua a sorridermi senza dire niente.
"Comunque questo complimento non conta, sei ubriaco" gli dico con un mezzo sorriso, provando a rimediare alla risposta di prima.
"Adesso sono ubriaco, domani sarò sobrio e tu sarai sempre bellissima"
Avvampo e sento una stretta allo stomaco più forte di quella di prima.
Scuote la testa come per scacciare un brutto pensiero e anche lui cambia espressione.
"Tutto bene?" Gli chiedo.
"Si" mi risponde lui freddamente.
Mi chiedo cosa gli sia passato per la mente, fino a due minuti fa mi ha fatto un complimento e mi sorrideva, invece adesso sembra il Matthew di tutti i giorni.
"Accompagnami a casa" ordina.
"Non sono un taxi."
"Ok, allora vorrà dire che guiderò io, scendi"
Non mi da neanche il tempo di rispondere che è già sceso dalla macchina.
Mi fa spostare al posto del passeggero e si mette lui alla guida.
***
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NOTHING LIKE US
ChickLitElizabeth Cooper, 18 anni, per gli amici stretti Liz. Ragazza dal carattere forte, ma anche molto sensibile e con un passato molto difficile che non riesce a superare. Matthew Loffland, 19 anni, per gli amici Matt. Ragazzo dal carattere forte, straf...